Le trasformazioni nei modi di costruire una famiglia in Italia prendono forma in numeri che fotografano la società attuale. Tra cali nei matrimoni, crescita delle convivenze e nuovi equilibri nelle unioni, i dati 2023 dell’Istat evidenziano cambiamenti netti nelle scelte personali e sociali. La denatalità insiste sopra ogni aspetto, mentre l’età e le esperienze precedenti influenzano sempre più le nozze.
Il declino dei matrimoni e l’incremento delle convivenze
Nel 2023 il numero di matrimoni in Italia è sceso a 184.207, segnando una diminuzione del 2,6% rispetto all’anno prima. Questo andamento non sorprende, perché il calo va avanti da circa quarant’anni. I primi matrimoni, cioè quelli tra persone che non avevano mai sposato prima, calano più marcati, con un -4,2% nel 2023 e un’incidenza ridotta dal 79,4% di cinque anni prima al 75,9% attuale.
Parallelamente, le convivenze more uxorio, le cosiddette libere unioni, sono aumentate rapidamente. Dal 2000-2001 al 2022-2023 si sono più che triplicate: si è passati da circa 440 mila a oltre 1 milione e 600 mila persone conviventi senza matrimonio. Questo fenomeno riflette un cambiamento nei modelli di relazione e famiglia, con una tendenza a preferire forme di unione meno formalizzate burocraticamente.
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Questi dati contenuti nell’ultima rilevazione Istat descrivono una società che si orienta verso relazioni più flessibili, spesso legate anche alla necessità di adattarsi a ritmi di vita e condizioni economiche più complesse rispetto al passato.
Struttura delle famiglie: composizioni e variazioni in italia
Nel 2023 le famiglie italiane mostrano configurazioni ormai lontane da quelle tradizionali numericamente predominanti. I nuclei formati da due persone, che siano coppie o genitori single con un solo figlio, rappresentano meno di tre famiglie su dieci. Le famiglie di tre componenti sono poco più di una su venti.
Questa trasformazione è il risultato non solo di tassi di matrimonio in calo, ma anche di separazioni, divorzi e la persistente denatalità che tocca livelli record. Nel 2024, l’Istat indica un indice di natalità pari a 6,3 nascite ogni mille abitanti, ancora inferiore al 6,2 dell’anno precedente.
I numeri indicano un futuro in cui la formula tradizionale di famiglia è in fase di ridefinizione, con un ruolo crescente dato a forme di genitorialità più esigue o composite. Il progressivo invecchiamento della popolazione contribuisce a cambiare dinamiche abitative e relazionali.
Seconde nozze e la prevalenza di chi ha già vissuto un divorzio
Nel corso del 2023, le seconde nozze o ulteriori nozze riguardano 44.320 casi, un livello mai toccato prima nelle rilevazioni italiane. Qui emerge un altro volto della nuova configurazione familiare: molte persone decidono di nuova unione dopo la fine di un matrimonio precedente.
Le percentuali più alte riguardano soggetti divisi da età. Tra chi ha superato i 50 anni, più della metà degli uomini e delle donne che si sono sposati nel 2023 avevano già chiuso un precedente matrimonio tramite il divorzio. Questi dati evidenziano come la pratica delle nozze si sia trasformata in un percorso più duttile, capace di riprendere e modificare le relazioni personali.
Anche questo fenomeno ha ricadute sulle dinamiche familiari e sociali, aprendo a una molteplicità di combinazioni, esperienze e modi di organizzare la vita quotidiana.
Crescita delle unioni civili tra persone dello stesso sesso
Un altro aspetto riferito al 2023 riguarda le unioni civili tra coppie dello stesso sesso registrate negli uffici di stato civile dei comuni italiani. Le unioni civili sono state 3.019, con un aumento del 7,3% rispetto all’anno precedente.
Questi dati mostrano una crescita costante nel riconoscimento e nella formazione di unioni stabile tra persone dello stesso sesso, risposta alle richieste di diritti e riconoscimento civile presenti nella società italiana.
Nel quadro complessivo delle mutate abitudini familiari e relazionali, questo sviluppo conferma l’ampliamento dei modelli di convivenza e l’evoluzione giuridica del paese nel tutelare rapporti affettivi diversi da quelli tradizionali.