Matías Soulé, giovane talento argentino, ha preso parola lontano dal clamore mediatico di Roma, spiegando i suoi recenti passi avanti e i progetti futuri. Questo intervento arriva mesi dopo che alcune voci lo avevano descritto come un elemento destinato a sparire dal palcoscenico. Invece, il ragazzo ha trovato un nuovo slancio grazie anche a un confronto con Claudio Ranieri, ex tecnico che gli ha consigliato di perseverare. Oggi, a Genova, l’attaccante affronta il periodo più delicato della carriera sotto la guida di Gian Piero Gasperini.
Come è arrivato il rilancio dopo dubbi e le parole di ranieri
All’inizio della sua esperienza in serie A, Soulé ha sentito il peso della giovane età e delle poche opportunità concesse. La tentazione di lasciare il club era forte. Al canale Youtube Los Edul, ha confessato di aver pensato di andarsene proprio per la mancanza di spazio sul campo. Un dialogo fondamentale con Ranieri ha mutato quella situazione. L’allenatore gli ha detto: «Resta, la tua occasione arriverà». Parole che si sono rivelate decisive. Da allora, Soulé ha cominciato a giocare regolarmente, incassando prestazioni con quattro gol e cinque assist in questa stagione, dimostrando di potersi affermare come elemento importante.
L’analisi tecnica nell’era genovese
Questa crescita nel rendimento coincide con l’era genovese, dove la sua figura tecnica viene analizzata alla luce delle richieste tattiche di Gasperini. L’allenatore, nel rispondere a domande precise sull’argentino, lo ha descritto come un giocatore offensivo, che deve incidere tramite gol, assist, rigori e anche provocazioni tattiche sugli avversari, come ottenere ammonizioni. Non è però arrivato un endorsement vero e proprio, lasciando intendere che ci siano ancora margini di miglioramento nelle attese del club.
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Tattiche e adattamento: la sfida di soulé con gasperini
Gli aspetti tattici rappresentano una sfida concreta per Soulé. L’anno scorso, con Ranieri, aveva trovato spazio da esterno nel 3-5-2, un ruolo insolito che ha saputo però valorizzare grazie al suo sinistro potente e alla capacità di rientrare sul piede forte. In nove gare del girone di ritorno, ha segnato quattro gol e distribuito cinque assist, diventando decisivo nella rimonta che ha portato Roma a sfiorare un posto in Champions League.
Il cambiamento di ruolo nel 3-4-2-1 di gasperini
Oggi, Gasperini lavora con un 3-4-2-1, chiedendo agli esterni movimenti e sacrifici diversi dagli schemi precedenti. Questi compiti includono un sostegno costante ai due trequartisti dietro l’attaccante, in una fase di copertura importante. Soulé sembra faticare a calarsi in questo ruolo, nonostante la dedizione mostrata. La sua natura più offensiva potrebbe spingerlo a una posizione dietro la punta, ma anche in quella collocazione a Roma aveva incontrato difficoltà a trovare continuità.
In pratica, l’argentino si trova davanti a un bivio tattico e professionale: deve dimostrare velocemente di poter adattare il proprio gioco alle richieste di Gasperini, pena l’idea di un ruolo defilato o ridimensionato per la prossima stagione. Le differenze tra i due tecnici, pur segnate da un’esperienza comune, appaiono evidenti nella gestione del giocatore.
Il ruolo più stabile e il legame con la selección argentina
Nonostante le difficoltà attuali, Soulé mantiene una mentalità pronta alla sfida. È noto per la sua tenacia, che in Argentina chiamano es tenaz, cioè testardaggine mista a una profonda convinzione. Il talento pensa a riconquistare spazio e fiducia, andando magari verso un modulo 3-4-3 che somiglia a un sistema già sperimentato nel Genoa. Questo permetterebbe a lui di giocare da ala d’attacco con supporto difensivo dietro le spalle, più adatto alle sue caratteristiche offensiva, limitando la fatica nei recuperi.
Le scelte nazionali di soulé
In parallelo, in estate è atteso un confronto più diretto con il nuovo tecnico per provare nuove soluzioni tattiche e tentare una definitiva affermazione nel club. L’ambizione di Soulé riguarda anche i colori nazionali. Non a caso, ha sempre scelto di non accettare la convocazione italiana proposta da Spalletti, preferendo attendere una chiamata dalla selección argentina, che è arrivata dopo i suoi rifiuti al passaporto italiano. Ricorda il periodo in cui, da giocatore del Frosinone, dormiva nella casa di Dybala a Roma, mentre aspettava quella chiamata.
Queste scelte dimostrano un legame forte e non solo professionale con il calcio della sua terra. A 22 anni, ha già detto «no grazie» all’opzione più semplice, con l’obiettivo di costruire un percorso coerente con le sue radici e i suoi sogni.
La vita fuori dal campo e il legame con mar del plata
Oltre al campo, Matías Soulé mostra un lato molto concreto e legato alla famiglia. Recentemente ha comprato una casa per i suoi genitori a Mar del Plata, gesto che ha sorpreso chiunque conosca la sua storia e le sue disponibilità. Questo episodio racconta molto della sua personalità: attaccamento alle origini e desiderio di prendersi cura delle persone care.
In un ambiente competitivo come il calcio professionistico, dove spesso si esalta solo il rendimento sul terreno di gioco, queste scelte fanno emergere una figura con valori e responsabilità. Soulé non teme le difficoltà, che siano legate a un pallone o a un ruolo da conquistare, perché ha dentro la motivazione e un cuore grande.
Il futuro a genova con gasperini
Ora si tratta di vedere come si svilupperà la sua carriera a Genova con Gasperini, e se riuscirà a costruire uno spazio fisso in squadra. La prossima stagione sarà decisiva per mettere a frutto quel talento espresso nel girone di ritorno passato. Il percorso resta aperto a nuovi capitoli.