Il comune di Matera sta vivendo un momento importante per la tutela di un’opera architettonica degli anni ’70. La decisione di spostare la nuova sede della polizia locale e della protezione civile da un edificio storico, che rischiava la demolizione, a una struttura alternativa, segna una svolta per la conservazione del patrimonio urbanistico cittadino. Questa mossa arriva in risposta a un appello della sezione lucana dell’Inu e di associazioni locali, che avevano sensibilizzato l’opinione pubblica sul valore dell’edificio noto come “centro residenziale studentesco” di via Lazazzera.
Il ruolo del commissario prefettizio e la richiesta alla regione basilicata
Il 2025 ha visto un passo decisivo da parte del commissario prefettizio del comune di Matera, Raffaele Ruberto. Egli ha formalmente chiesto alla Regione Basilicata l’autorizzazione per spostare la costruzione della nuova sede destinata alla polizia locale e alla protezione civile in una struttura alternativa. La richiesta riguarda un edificio inutilizzato a Serra Rifusa, che necessita di ristrutturazione. La proposta è nata proprio per salvaguardare l’ex casa dello studente in via Lazazzera da un intervento distruttivo.
Questa iniziativa rappresenta la volontà dell’amministrazione di contemperare necessità funzionali e tutela storica. L’immobile di via Lazazzera, costruito negli anni ’70, rientra in un momento significativo per Matera e il suo sviluppo urbanistico. La delocalizzazione permetterà di evitare la demolizione di un complesso che, seppur mostrasse segnali di degrado, mantiene una valenza storica per la città e per le istanze culturali legate al diritto allo studio degli anni passati.
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La Regione Basilicata ora ha il compito di confermare questa scelta, certificando che l’intervento possa procedere nel rispetto delle tempistiche dettate dal finanziamento disponibile, senza rinunciare alla salvaguardia del patrimonio architettonico.
La posizione dell’inu lucano e la mobilitazione della cittadinanza materana
La sezione lucana dell’Inu si è impegnata fin dall’inizio nel difendere questo edificio. In una nota, l’istituto ha denunciato i rischi di perdere “una significativa architettura materana degli anni ’70”, sottolineando come il costruito rappresenti un esempio concreto di architettura moderna all’interno della città.
L’Inu ha ricordato come quella struttura sia anche simbolo di lotte e istanze legate al diritto allo studio, portate avanti dai movimenti studenteschi dell’epoca. Il complesso di via Lazazzera non è semplicemente un edificio da mantenere per ragioni estetiche, ma svolge una funzione testimoniale fondamentale nel racconto della crescita sociale e culturale di Matera.
Già a gennaio scorso, Inu insieme all’associazione Olivetti aveva acceso i riflettori su questa vicenda urbanistica, ottenendo un ampio sostegno tra cittadini, esperti e istituzioni locali. L’interesse per la tutela dell’edificio ha coinvolto diverse componenti della comunità materana, facendo emergere un sentimento diffuso di tutela del territorio e di recupero critico della memoria architettonica e storica.
L’iniziativa di chiedere una delocalizzazione rappresenta quindi non solo un atto amministrativo, ma una risposta diretta all’impegno collettivo di preservare un tratto importante dell’identità urbana.
Significato architettonico e storico del centro residenziale studentesco di via lazazzera
L’ex casa dello studente in via Lazazzera rappresenta un punto di riferimento per l’architettura materana realizzata durante gli anni ’70. L’edificio riflette un’idea di progettazione vicina ai bisogni sociali del tempo, in particolare quelli degli studenti e delle loro battaglie per ottenere spazi adeguati allo studio e alla vita comune.
Il complesso fu pensato per rispondere a richieste crescenti di alloggi dedicati agli studenti universitari, incarnando le istanze di un’epoca in cui il diritto allo studio formava un tema centrale del dibattito politico e sociale. Dal punto di vista architettonico, il centro residenziale presenta linee e materiali tipici delle tendenze di quegli anni, con una chiara volontà di modernità, che oggi testimonia un pezzo di storia ancora troppo poco conosciuto.
Salvando questo edificio, Matera mantiene un legame tangibile con un passato importante che arricchisce la sua immagine scenografica e culturale, destinata a preservare il ricordo di unʼepoca cruciale. Difendere queste strutture significa anche impedire che la città perda elementi chiave del proprio sviluppo urbanistico e sociale che non possono essere sostituiti da costruzioni nuove prive di valore storico.
Possibilità e tempi per la ristrutturazione e il nuovo intervento a serra rifusa
Il progetto di trasferire la sede di polizia locale e protezione civile in un immobile da ristrutturare a Serra Rifusa mette in evidenza l’intenzione di coniugare esigenze funzionali con rispetto per il patrimonio esistente. Questa soluzione offre spazio sufficiente per ospitare gli uffici e i servizi necessari, pur evitando impatti negativi su edifici di valore storico.
Secondo quanto spiegato dalle autorità competenti, ci sarebbero i tempi necessari per completare gli interventi previsti, senza compromettere la scadenza collegata al budget stanziato dal finanziamento. La ristrutturazione di un edificio inutilizzato può portare benefici ambientali ed economici, dando nuova vita a strutture già presenti invece di edificare ex novo.
La scelta di Serra Rifusa si presenta dunque come una valida alternativa, che permette al comune di Matera di rispondere in modo pratico alle necessità di spazi pubblici senza sacrificare testimonianze importanti della storia cittadina. Le fasi successive dipenderanno ora da autorizzazioni regionali e verifiche tecniche, elementi che verranno seguiti con attenzione per garantire rispetto dei tempi e delle condizioni pattuite.