L’Expo di Osaka 2025 ha ospitato nelle sue giornate di evento uno spettacolo unico dedicato alle maschere antropologiche italiane, simboli delle tradizioni radicate in varie comunità del nostro paese. La manifestazione, promossa da Unpli in collaborazione con la Fondazione Pro Loco Italia e con il patrocinio del Ministero della Cultura e dell’ICPI, ha portato al pubblico internazionale una parte fondamentale del patrimonio immateriale italiano, mettendo in mostra figure antiche e rituali profondamente legati alle identità locali.
L’evento al padiglione italia: due giorni di cultura e spettacolo
Il cuore dell’iniziativa si è svolto nel Padiglione Italia a Osaka, dove ieri e qualche giorno fa le maschere antropologiche hanno preso vita attraverso danze e rappresentazioni tipiche. La prima giornata ha visto alternarsi momenti di spettacolo e un convegno dedicato al patrimonio culturale immateriale italiano. Fra i relatori, spiccavano nomi come Mario Andrea Vattani, commissario generale per l’Italia all’Expo, Antonino La Spina, presidente nazionale Unpli, e rappresentanti di importanti realtà istituzionali e accademiche. Questi interventi hanno sottolineato il valore delle maschere come testimoni diretti di usi e costumi antichi.
Il pubblico ha potuto assistere a uno spettacolo pomeridiano in piazza Italia, dove le maschere hanno animato la scena con danze e gesti legati a tradizioni secolari. Il momento ha rappresentato un collegamento fra l’arte classica italiana esposta nel padiglione, come l’Atlante Farnese, e l’espressione contemporanea incarnata da opere come l’Elmo di Mimmo Paladino. Questa unione di passato e presente ha valorizzato l’esposizione, facendo risaltare la ricchezza culturale italiana agli occhi dei visitatori stranieri.
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Mamuthones, issohadores e il carnevale di ottana: tradizioni ovine e riti ancestrali
Fra le maschere protagoniste ci sono state quelle tradizionali di Mamoiada: i Mamuthones e gli Issohadores. Questo gruppo rappresenta riti pastorali molto antichi, legati alla cultura agropastorale sarda. I Mamuthones, coperti da grandi maschere nere e campanacci sulla schiena, si muovono in danze lente e rituali, replicando storie di contatto con la natura e di lotta simbolica.
Accanto a loro si sono presentate le maschere di Ottana, tra cui i Boes, Merdules e Filonzana, modellate anch’esse sull’incontro e scontro fra uomo e natura. Il carnevale di Ottana racconta, attraverso questi personaggi, un’azione intensa in cui i Boes rappresentano animali selvaggi e i Merdules i loro padroni, seguiti dalla figura della Filonzana che ricama il destino. Questa tradizione unisce elementi di lotta e di cura, legando la comunità alle sue radici pastorali, un tratto che la Pro Loco di Ottana cura con attenzione da anni.
Zinghenèsta e la cultura dolomitica: il risveglio della natura nelle maschere di canale d’agordo
A completare il quadro delle maschere presenti al padiglione anche le figure dolomitiche di Canal d’Agordo. Qui torna ogni anno la Zinghenèsta, mascherata che celebra l’avvicinarsi della primavera e il rinnovarsi della natura. La scena si concentra su una giovane donna, simbolo di fertilità e rinnovamento, accompagnata da figure allegoriche come il Diavolo, il Vecchio e il Carabiniere.
Questa rappresentazione esprime il legame profondo tra l’uomo e l’ambiente montano, narrato attraverso gesti, canti e coreografie che la comunità di Canal d’Agordo preserva e trasmette. La Pro Loco locale ha curato con dedizione l’esibizione, sottolineando la centralità di queste tradizioni nei rituali popolari della zona dolomitica.
L’importanza di promuovere il patrimonio immateriale italiano nel mondo
La partecipazione delle maschere antropologiche all’Expo Osaka 2025 è stata più di uno spettacolo folkloristico. Ha rappresentato un momento di confronto fra culture diverse, un’occasione per far conoscere agli ospiti internazionali quel patrimonio di storie, usi e simboli che raccontano l’Italia profonda.
Le Pro Loco, da sempre custodi di questi tesori, hanno mostrato di che cosa si tratta: racconti viventi, rituali che richiamano l’origine di intere comunità. Portare queste maschere all’estero significa aiutare a mantenere vive tradizioni che altrove rischierebbero di svanire, offrendo al mondo uno sguardo sulla varietà culturale italiana.
Non a caso, Unpli ha evidenziato come questo evento abbia gettato ponti tra diverse tradizioni e modi di vivere, trasformando la diversità in motivo di scambio e dialogo. Le maschere italiane hanno fatto sentire la loro voce e mostrato quanto il folklore possa essere una risorsa viva e piena di significati nel mondo di oggi.