La morte di Martina Carbonaro, 14 anni, avvenuta il 26 maggio ad Afragola, è stata approfondita con la relazione dell’autopsia. L’esame medico-legale, condotto dalla dottoressa Raffaella Salvarezza su incarico della Procura di Napoli Nord, ha chiarito le cause del decesso e le caratteristiche delle ferite riportate dalla giovane. L’avvocato del presunto responsabile, Alessio Tucci, ha reso note alcune informazioni sui colpi inferti.
La relazione del perito e i risultati dell’autopsia su Martina Carbonaro
L’autopsia ha evidenziato che Martina Carbonaro è stata colpita da quattro colpi alla testa nell’arco di circa un’ora. Secondo la relazione depositata presso la Procura di Napoli Nord, i colpi sono stati inferti con una pietra. Due hanno raggiunto la nuca, uno a destra e uno a sinistra, un altro ha colpito il centro della fronte e l’ultimo la parte laterale della testa.
L’esame ha mostrato che l’aggressione si è concentrata sulle aree della testa, risultando fatale per la ragazza e causando la morte in tempi brevi. Questi dati hanno contribuito a chiarire la dinamica dell’evento, confermando che i colpi sono stati inferti in rapida successione e con forza. Le evidenze raccolte chiariscono le modalità dell’omicidio.
Il racconto di Alessio Tucci e la conferma dell’autopsia
Alessio Tucci, 19 anni, ex fidanzato di Martina Carbonaro, aveva già dichiarato durante gli interrogatori con il pubblico ministero e con il giudice per le indagini preliminari di aver colpito Martina tre o quattro volte con una pietra. Queste affermazioni trovano riscontro nel referto dell’autopsia.
L’avvocato di Tucci, Mario Mangazzo, ha reso noto che i risultati dell’esame sul corpo confermano quanto dichiarato dal suo assistito. La corrispondenza tra la versione di Tucci e i dati emersi dall’autopsia rafforza la ricostruzione dell’accusa. Le analisi indicano che i danni riportati dalla vittima sono compatibili con il numero di colpi descritto.
Questo riscontro evidenzia una forte corrispondenza tra dichiarazioni e prove, consolidando la posizione dell’inchiesta. Le indagini proseguono con ulteriori accertamenti, ma i dati dell’autopsia rappresentano un elemento centrale per ricostruire gli ultimi momenti di vita di Martina.
Contesto e sviluppi dell’omicidio di Afragola
I fatti risalgono al 26 maggio, quando la 14enne è stata uccisa ad Afragola, in provincia di Napoli. L’accusa riguarda l’ex fidanzato 19enne, che secondo le ricostruzioni avrebbe agito con premeditazione. L’autopsia ha rappresentato un passaggio importante nel corso delle indagini, confermando le cause della morte e il modo in cui è avvenuta l’aggressione.
Le forze dell’ordine stanno lavorando per ricostruire il contesto e individuare le motivazioni alla base della tragedia. Durante le indagini sono stati raccolti diversi elementi, ma l’analisi autoptica resta uno dei riferimenti principali per definire con precisione quanto accaduto. I colpi alla testa, inferti con un oggetto contundente, sintetizzano la violenza dell’aggressione.
Le prossime fasi riguarderanno le dichiarazioni, le testimonianze e le eventuali prove aggiuntive che guideranno le attività in corso. La relazione del perito Salvarezza sarà utilizzata nel processo per offrire un quadro chiaro dell’evento e sostenere la ricostruzione giudiziaria. Le mosse successive saranno decisive per chiarire in modo più completo la morte di Martina Carbonaro ad Afragola.