Mario biondi aprirà il festival delle ville vesuviane con un cartellone ricco di eventi culturali dal 4 al 27 luglio

Mario biondi aprirà il festival delle ville vesuviane con un cartellone ricco di eventi culturali dal 4 al 27 luglio

Il festival delle ville vesuviane a napoli celebra la trentaseiesima edizione con musica, teatro e danza nelle storiche ville del miglio d’oro, valorizzando il patrimonio culturale e artistico della campania.
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Il Festival delle Ville Vesuviane, giunto alla 36ª edizione, valorizza le storiche dimore del Miglio d’Oro a Napoli con spettacoli di musica, teatro, danza e letteratura, celebrando il patrimonio culturale e artistico locale dal 4 al 27 luglio. - Gaeta.it

Il festival delle ville vesuviane torna quest’anno con la sua trentaseiesima edizione, confermandosi appuntamento fisso per la valorizzazione delle storiche dimore del Miglio d’Oro, nella provincia di napoli. Dal 4 al 27 luglio, artisti di musica, teatro, danza e letteratura si alterneranno in una serie di appuntamenti pensati per celebrare il patrimonio culturale e architettonico di queste ville, attraverso suggestioni che collegano passato e presente. L’evento prende vita tra location uniche, come villa campolieto e villa vannucchi, investendo le sere estive di emozioni legate alla storia locale e alla tradizione artistica.

Un festival radicato nella memoria del miglio d’oro

Il festival delle ville vesuviane rappresenta una delle rassegne culturali più longeve della campania, con una attenzione costante alle ville storiche che si affacciano lungo il miglio d’oro. Quest’anno, l’edizione si presenta sotto il titolo “l’età del miglio d’oro – radici e identità”, un tema che va oltre la semplice celebrazione estetica. Il presidente della fondazione ente ville vesuviane, gennaro miranda, ha evidenziato che il festival mira a raccontare le storie custodite da questi edifici, fatti di civiltà, passioni e ricordi stratificati nel tempo. La direzione artistica guidata da bruno tabacchini ha rinnovato l’impegno nei confronti di un pubblico attento e consapevole, mentre le istituzioni coinvolte assicurano il sostegno per mantenere viva la memoria culturale.

La conferenza stampa svolta a villa campolieto ha ripreso il significato profondo del festival, rendendo protagonista questa villa, simbolo di un patrimonio che unisce architettura e paesaggio. La collaborazione tra artisti, enti e cittadini garantisce la continuità di un progetto che cerca anche di avvicinare nuove generazioni alla storia del territorio vesuviano. La manifestazione diventa così un ponte tra epoche differenti, un’occasione per riscoprire radici culturali incise nelle pietre e negli affreschi di queste residenze storiche.

Il programma musicale e teatrale tra storie napoletane e grandi classici

L’apertura ufficiale del festival avverrà il 4 luglio con un concerto di mario biondi, la cui voce distintiva accompagnerà la serata di inaugurazione tra le mura di villa campolieto. Subito dopo, il cartellone offre una variegata serie di eventi: il 5 luglio è prevista la prima nazionale di “neapolitan hamlet suite”, riscrittura dell’amleto in lingua napoletana a cura di antonio piccolo, con musiche eseguite dal vivo da roberto de simone. Questo connubio tra teatro e musica fonde tradizione e contemporaneità, dando voce a testi classici con un linguaggio locale.

Il 6 luglio si divide tra due spettacoli: la celebrazione di antonio petito nella performance “infinito petito” con roberto capasso, e il teatro danza di “kiss me kate”, a cura della compagnia il balletto del centro. Il programma prosegue il 9 luglio con “edipo re” diretto da luca de fusco e interpretato da giuseppe lazzaretti e giuliano mandracchia, mentre contemporaneamente villa vannucchi ospita “pino daniele opera”, un concerto dedicato al cantautore napoletano, diretto dal maestro paolo raffone.

Nelle giornate successive si alterneranno produzioni teatrali di autori contemporanei, riflessioni sulle maschere popolari e riletture musicali, come l’ironico “pierino e il lupo” reinterpretato in chiave jazz dal comico francesco paolantoni il 10 luglio. La parola si fa protagonista con massimo andrei e il suo “cunt atto”, mentre spazi per il jazz pop sono garantiti da simona molinari con l’orchestra della magna grecia. Lo spettacolo “infinito petito” e la danza poetica di “che suonno” tornano a calcare il festival nei giorni successivi, arricchendo il calendario con una varietà di linguaggi artistici.

Riflessioni culturali e omaggi tra teatro, musica e letteratura

La seconda metà del festival accoglie temi più impegnati, come “il fuoco di pound” di roberto russo, con la regia di fabrizio bancale, che affronta aspetti della poesia e della cultura modernista. Gigi savoia e altri attori danno corpo a questa riflessione il 15 luglio. Il giorno dopo, la performance “spariamo!” di corrado veneziano, con la partecipazione di francesca barbi marinetti, pronipote di filippo tommaso marinetti, richiama il futurismo valorizzando un confronto tra passato e presente nei linguaggi provocatori.

Tra gli appuntamenti musicali si segnalano il “concerto delle due sicilie” e “neaco’”, progetto che combina elementi tradizionali napoletani con innovazioni sonore. Il festival continua con esibizioni di artisti come ciro sciallo, e si chiude con eventi dedicati alla danza e all’opera teatrale, comprese le commedie e balletti che portano in scena la napoletanità in tutte le sue sfaccettature.

Parola e musica tra storia e drammaturgia

La parola italiana e napoletana si intreccia anche nei testi di roberto russo e nella drammaturgia di massimo andrei, che con “la rosa non ci ama” indaga su figure storiche come carlo gesualdo o lucia migliaccio. La musica accompagna questi momenti con interpreti come roberto colella e gli ondanueve strings. L’omaggio a camilleri prende forma con “il canto del mare”, scritto da maurizio de giovanni e interpretato da diversi artisti, inserendosi nelle ultime giornate del festival.

Il gran finale con peppe barra e le produzioni napoletane

L’ultimo appuntamento previsto è il 26 luglio con un concerto di peppe barra, figura di rilievo nella musica tradizionale napoletana. Questa serata rappresenta un momento di sintesi tra la storia musicale del territorio e l’attualità culturale. Successivamente il 27 luglio, si chiude la rassegna con due spettacoli che puntano a celebrare la tradizione scenica locale: la commedia “‘na campagnata ‘e tre disperate”, diretta da riccardo citro, e la prima nazionale de “il sogno di pulcinella” della compagnia nazionale di balletto, con coreografie di luigi martelletta.

Questi ultimi eventi riconducono il festival alle sue radici, mostrandone il legame irrinunciabile con la cultura napoletana e l’arte della scena. L’intero programma mette in evidenza il dialogo tra generazioni e forme espressive, con l’intento di mantenere aperto il discorso sulla storia e la contemporaneità di un territorio ricco di suggestioni e identità. Il festival delle ville vesuviane si conferma così una delle occasioni principali per immergersi nella vitalità culturale del sud Italia, capace di attrarre visitatori e stimolare interesse intorno ad un patrimonio spesso poco conosciuto.

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