La storia di Maria Vittoria Belleri, conosciuta come Mavi, è un esempio di resilienza e determinazione. Colpita da atrofia muscolare spinale, la bambina ha sempre sognato di diventare una giornalista. Recentemente, ha ottenuto un titolo significativo grazie a un cortometraggio che l’ha vista protagonista. Oggi, con la sua tessera «ad honorem» dell’Ordine dei giornalisti, Mavi si unisce a un prestigioso gruppo di professionisti del settore, portando con sé un messaggio di speranza e ispirazione.
Il cortometraggio “Una giornata pazzesca”
“Una giornata pazzesca” è il cortometraggio che ha fatto da trampolino di lancio per Mavi. Sotto la regia di Francesca Archibugi e prodotto dalla società Fandango in collaborazione con Rai Cinema, il film racconta la giornata straordinaria della giovane, trascorsa intervistando anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Questo evento segna un momento importante nella carriera di Mavi, che ha avuto l’opportunità di porre una domanda fondamentale: «Lei è felice?». Questo passo non è solo una realizzazione personale, ma anche un simbolo del coraggio e della passione per il giornalismo che contraddistingue la bambina.
Durante la proiezione del cortometraggio, Mavi ha saputo catturare l’attenzione del pubblico, mostrando che la sua condizione non le ha impedito di inseguire i suoi sogni. Grazie a questa esperienza, è diventata un esempio vivente di come l’arte e la comunicazione possano superare le barriere fisiche e mentali. Abbattere i muri che spesso circondano il mondo del giornalismo, mostrando la bellezza della scoperta e dell’espressione, rappresenta il messaggio principale di “Una giornata pazzesca”.
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La cerimonia di consegna della tessera “ad honorem”
Nel pomeriggio di oggi, Mavi ha ricevuto ufficialmente la sua tessera di giornalista «ad honorem» dal presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Carlo Bartoli. Questa cerimonia non è stata soltanto una formalità burocratica, ma un riconoscimento tangibile del suo impegno e della sua passione per il giornalismo. Bartoli ha sottolineato quanto sia importante supportare i sogni dei giovani, specialmente di coloro che affrontano sfide significative nella vita quotidiana.
Mavi entra così a far parte di una ristretta cerchia di giovani giornalisti, con un curriculum che già include interviste a professionisti di rilevo, come il professor Eugenio Mercuri del Centro Nemo di Roma. La sua determinazione è emersa già in età scolare, quando ha contribuito alla stesura del giornalino della classe, realizzando interviste ai compagni. Questo non solo ha dimostrato il suo talento, ma anche la sua voglia di raccontare storie e condividere prospettive diverse.
“Comunicare la disabilità”: la nuova guida dell’Ordine dei giornalisti
La cerimonia di oggi si inserisce all’interno di un progetto più ampio avviato dall’Ordine dei giornalisti, con la pubblicazione prevista nel 2024 della guida “Comunicare la disabilità”. Questo documento avrà un ruolo cruciale nel sensibilizzare i professionisti del settore sull’importanza di un linguaggio appropriato nei confronti delle persone con disabilità. Un uso consapevole delle parole può contribuire a promuovere una comunicazione più inclusiva e rispettosa.
L’articolo 11 del nuovo Codice Deontologico, che entrerà in vigore nel 2025, fa eco a questa iniziativa. Qui si sottolinea l’impegno dei giornalisti a rispettare la dignità di tutte le persone, in particolare quelle affette da disabilità o in situazioni vulnerabili. Questi cambiamenti sono essenziali per garantire una rappresentazione giusta e positiva di tutte le voci della società.
La Sma e la missione di Fondazione Telethon
L’atrofia muscolare spinale, di cui Mavi è affetta, rappresenta una sfida significativa. Questa malattia neuromuscolare, caratterizzata dalla morte progressiva dei motoneuroni, colpisce circa 1 neonato ogni 10.000, rendendola una delle principali cause di morte infantile genetica. La lotta contro questa patologia è sostenuta attivamente dalla Fondazione Telethon, che ha finanziato numerosi progetti di ricerca e coinvolto un consistente numero di ricercatori nel tentativo di trovare una cura.
Fin dalla sua nascita nel 1990, la Fondazione ha investito ingenti risorse nella ricerca scientifica, per un totale di 698 milioni di euro. Oltre 3.000 progetti sono stati avviati, coinvolgendo 1.771 ricercatori e contribuendo alla lotta contro 637 malattie rare. Grazie a questi sforzi, è stata sviluppata la prima terapia genica al mondo con cellule staminali per il trattamento di malattie come l’Ada-Scid, migliorando significativamente le opportunità di cure per chi ne ha bisogno.
Mavi, con la sua passione e dedizione, incarna lo spirito di questa causa, dimostrando che i sogni possono diventare realtà, anche in condizioni avverse. La sua storia non è solo un viaggio personale, ma un appello per la valorizzazione della vita e delle opportunità che ognuno merita, indipendentemente dalle sfide che deve affrontare.