Marcu Bellocchio racconta le serie su Aldo Moro e Enzo Tortora in arrivo nel 2026 su Hbo Max

Marcu Bellocchio racconta le serie su Aldo Moro e Enzo Tortora in arrivo nel 2026 su Hbo Max

Marco Bellocchio presenta due serie su Aldo Moro ed Enzo Tortora in uscita nel 2026 su Hbo Max, con un approccio narrativo profondo e realistico che esplora giustizia e storia italiana senza filtri.
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Marco Bellocchio realizza due serie TV in uscita nel 2026 su HBO Max, dedicate alle complesse vicende di Aldo Moro ed Enzo Tortora, con un approccio narrativo realistico e personale, evitando toni celebrativi o ideologici. - Gaeta.it

Marco Bellocchio, regista e sceneggiatore, ha condiviso alcuni dettagli sulle sue nuove serie televisive dedicate a due figure emblematiche della storia italiana: Aldo Moro ed Enzo Tortora. Le produzioni, in uscita nel 2026 su Hbo Max, si affacciano sulla complessità degli eventi che hanno segnato il rapimento e la morte di Moro e il difficile processo giudiziario vissuto da Tortora. Bellocchio, protagonista con Alberto Barbera all’Italian Global Series Festival, ha raccontato come queste storie siano nate da una partecipazione profonda e personale, declinate in un formato seriale di sei puntate ciascuna.

Il percorso creativo dietro le serie di marco bellocchio

Marco Bellocchio ha spiegato che entrambe le serie sono state concepite per avere il tempo necessario a sviluppare una narrazione dettagliata e articolata. La scelta di sei episodi si è rivelata ideale perché, racconta il regista, queste storie meritano uno spazio ampio per essere spiegate, viste e comprese a fondo. Questi progetti non sono semplici ricostruzioni cronachistiche, ma indagini narrative sulle vicende e i personaggi coinvolti, elaborate con una certa distanza da qualsiasi intento ideologico.

Nel dibattito con Alberto Barbera, che dirige la Mostra del cinema di Venezia, Bellocchio ha sottolineato come la sua opera eviti toni celebrativi o nostalgici, preferendo piuttosto mettere al centro la complessità dei fatti e delle persone. Il regista evita categorie nette come “giusto” o “sbagliato”. La serie su Tortora, ancora in fase di sviluppo, ha come protagonista Fabrizio Gifuni, che aveva già interpretato Aldo Moro in Esterno notte. Accanto a lui un cast composto da nomi noti del cinema italiano, pronti a restituire con realismo e partecipazione la tragedia vissuta da Tortora.

Portobello, tra giustizia e racconto senza filtri

Nonostante Bellocchio non possa ancora anticipare troppo su Portobello, la serie su Enzo Tortora, alcuni dettagli emergono sulla prospettiva adottata. La storia non è neutrale né ideologica, ma invita a riflettere sul concetto di giustizia e su quanto essa sia influenzata da meccanismi che spesso sfuggono al controllo. La vicenda di Tortora appare come un prisma con diverse sfaccettature, raccontate senza filtri o sentimentalismi.

Il regista ribadisce che il suo sguardo è personale ma lascia spazio anche a una tensione narrativa che mantiene viva l’attenzione dello spettatore. Questa capacità di sorprendere e rinnovare l’interesse, osserva Bellocchio, è un elemento che ha sempre notato nelle serie americane di qualità, che riescono a unire aspetti storici o reali con una capacità di racconto appassionante.

L’approccio storico e personale di bellocchio nella narrazione seriale

Bellocchio ammette di aver trovato nella storia una materia privilegiata per costruire le sue serie. A scuola era la materia in cui riusciva meglio e da lì ha tratto il materiale per le sue narrazioni. L’approccio del regista si avvicina a quello di grandi pittori come Paolo Uccello o Velázquez, che riuscivano a inserire un loro segno personale in scene storiche come le grandi battaglie.

Anche nei personaggi tradotti in immagini e dialoghi televisivi, Bellocchio vuole mantenere una forte componente di realismo. Ma non manca qualche tocco originale, qualche dettaglio insolito che spezza la formalità storica creando uno spazio di emozione e umanità. Il confronto con gli attori è centrale in questo processo. Su Fabrizio Gifuni, in particolare, Bellocchio ha elogiato la capacità di lavorare profondamente sui testi, infondendo nei ruoli passione e intelligenza.

Il futuro di marco bellocchio tra cinema e serialità

Malgrado la dedizione verso queste due serie, Bellocchio ha già in programma un ritorno al cinema con progetti più privati e meno legati a grandi eventi collettivi. Le sue opere seriali sono considerate come racconti compiuti, anche se su Aldo Moro si potrebbe approfondire il tema della beatificazione, attualmente in corso.

A questo proposito il regista osserva che non esclude un racconto basato sul presente, ma dubita che sarà lui a occuparsene. Sulla rinnovata attenzione verso le serie italiane, Bellocchio ha citato titoli come The Young Pope di Paolo Sorrentino e Dostoevskij dei fratelli d’Innocenzo, riconoscendo quel tipo di lavoro originale che differisce dai prodotti più convenzionali e attira certo pubblico ma che a lui non suscita ispirazione.

La conversazione a Rimini e Riccione ha messo in luce un connubio tra cinema e serialità che si conferma come uno spazio narrativo fertile per raccontare storie complesse e stratificate, con uno sguardo attento ma mai semplicistico. Bellocchio continua a camminare tra documentazione e invenzione, realismo e invenzione, per tradurre in immagini fatti che hanno segnato un pezzo d’Italia.

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