Un cambio di rotta sorprendente si sta verificando nelle Marche, dove le certificazioni per combattere il gender gap stanno registrando un aumento significativo. Con un incremento del 87,8% rispetto all’anno passato, la regione marchigiana si distingue in un contesto nazionale in affanno nel raggiungimento della parità di genere. Questo fenomeno è stato al centro del convegno “No Gender Gap Uni PdR 125: la parità di genere nel mondo del lavoro“, tenutosi al Teatro dell’Aquila di Fermo e promosso da Dami srl e Uni, l’Ente Italiano di Normazione.
Il dato nazionale sul gender gap in Italia
Secondo l’ultimo Global Gender Gap Index di luglio 2024, l’Italia si trova in una posizione preoccupante, classificandosi all’87° posto nel mondo con un punteggio di 0,703 su 1. Questa situazione rappresenta una perdita di otto posizioni rispetto all’anno precedente. Parlando in termini più specifici, l’Italia occupa il 37° posto su 40 in Europa, preceduta da paesi come Ungheria, Repubblica Ceca e Turchia. Questo deterioramento mette in luce la necessità di riforme più incisive per migliorare le politiche relative al gender gap.
Le Marche, però, si posizionano in controtendenza rispetto al panorama nazionale, evidenziando come alcune aziende della regione stiano adottando misure concrete per affrontare la questione. I dati mostrano che a giugno 2024, il numero di siti aziendali certificati per l’equità di genere ha raggiunto quota 77, rispetto ai 41 dell’anno precedente. Un fatto che denota un’attenzione crescente verso la parità di genere e che, secondo gli esperti, è destinato a crescere ulteriormente in seguito al nuovo Bando Unioncamere.
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Le dichiarazioni dei professionisti del settore
Durante l’evento, Daniele Lucchetti di Bureau Veritas, ente certificatore, ha sottolineato il cambiamento positivo nella situazione marchigiana. “In un anno, la certificazione dei siti aziendali per l’equità di genere sta migliorando sensibilmente“, ha affermato. Questa presa di coscienza da parte delle imprese marchigiane è un segnale di speranza per il futuro, dimostrando che la volontà di costruire ambienti di lavoro più inclusivi ed equi è una priorità per molte aziende.
Elisabetta Pieragostini, CEO di Dami, ha menzionato la UNI PdR 125 come strumento fondamentale per la parità di genere. “È lo strumento più avanzato tra le policy operative per l’inclusione e la parità tra uomini e donne in ambito lavorativo“, ha dichiarato, evidenziando la sua importanza come passo strategico verso un cambiamento culturale nelle dinamiche lavorative.
In aggiunta, Stefano Sibillo di Uni ha fatto notare una risposta incoraggiante da parte delle aziende, commentando che in due anni e mezzo la UNI PdR 125 ha raggiunto gli stessi risultati ottenuti in termini di certificazione di siti aziendali rispetto a quelli ambientali. Questo dimostra come ci sia una crescente consapevolezza sul tema e una determinazione a creare un ambiente di lavoro più giusto per tutti.
Le prospettive future per le Marche
Guardando al futuro, l’andamento positivo delle certificazioni anti-gender gap nelle Marche offre l’opportunità per una revisione delle politiche nazionali. Se le aziende continueranno a impegnarsi attivamente e a integrare pratiche più eque nelle loro operazioni, il gap di genere potrebbe iniziare a chiudersi in modo più efficace. La crescita di queste certificazioni potrebbe influenzare non solo le Marche, ma anche altre regioni del paese, stimolando un effetto domino che porterebbe a miglioramenti a livello nazionale.
In un momento in cui l’attenzione sui temi di equità e inclusività è sempre più fondamentale, la regione marchigiana potrebbe diventare un modello da seguire rispetto ad altre parti del paese, dimostrando che con il giusto approccio e le giuste politiche, si possono fare significativi progressi verso la parità di genere.