Manifestazioni Cgil, Cisl e Uil per un lavoro sicuro a roma, prato e casteldaccia nel giorno della festa dei lavoratori

Manifestazioni Cgil, Cisl e Uil per un lavoro sicuro a roma, prato e casteldaccia nel giorno della festa dei lavoratori

Le manifestazioni del primo maggio 2025 a Roma, Prato e Casteldaccia unite da Cgil, Cisl e Uil per chiedere lavoro sicuro e tutele per i braccianti agricoli immigrati, con l’intervento di Gurprit Singh.
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Le celebrazioni del Primo Maggio 2025 in Italia hanno visto manifestazioni a Roma, Prato e Casteldaccia, con sindacati uniti per chiedere lavoro sicuro e tutele per i braccianti agricoli, in particolare gli immigrati, evidenziando sfruttamento e rischi sul lavoro. - Gaeta.it

Le celebrazioni della festa dei lavoratori del primo maggio nel 2025 hanno visto importanti manifestazioni in diverse città italiane. A Roma, Prato e Casteldaccia, in provincia di Palermo, Cgil, Cisl e Uil hanno convocato tre mobilitazioni distinte ma collegate da uno slogan unico: “Uniti per un lavoro sicuro”. L’iniziativa si è concentrata sulla condizione dei lavoratori, con speciale attenzione alle difficoltà dei braccianti agricoli e ai rischi legati allo sfruttamento sul lavoro, tema centrale nei discorsi e negli appelli.

Manifestazioni in tre città e l’impatto symbolico della giornata

Le tre piazze hanno ospitato migliaia di lavoratori e rappresentanti sindacali pronti a rivendicare tutele più concrete. A Roma, capitale simbolica delle decisioni nazionali, la manifestazione ha raccolto interventi di diversi esponenti sindacali e lavoratori coinvolti direttamente nelle problematiche sollevate. La contemporaneità degli eventi a Prato e Casteldaccia ha sottolineato come le questioni riguardino l’intero paese, dal centro alla periferia sud, mostrando una richiesta di cambiamento condivisa.

In ognuno dei luoghi, la festa non si è limitata a un momento di celebrazione simbolica. È stato evidente il tentativo di richiamare l’attenzione delle istituzioni sui rischi a cui sono sottoposti molti lavoratori, soprattutto nei settori con maggiore presenza di immigrati. L’unità di intenti tra i sindacati Cgil, Cisl e Uil ha rafforzato il messaggio, dimostrando che difendere i diritti sul lavoro è un obiettivo comune e urgente.

La testimonianza di gurprit singh e la situazione dei braccianti stranieri in agricoltura

Un momento significativo a Roma è stato l’intervento di Gurprit Singh, operaio agricolo di Terracina e attivista della Fai-Cisl, con un racconto diretto sulle condizioni di lavoro spesso precarie per gli immigrati nel settore. Singh ha ricordato come l’Italia abbia rappresentato una possibilità concreta per migliorare la propria vita, ma ha messo in evidenza che questa opportunità non è per tutti uguale. Nel suo discorso ha citato la drammatica morte di Satnam Singh, un bracciante deceduto mentre lavorava nella provincia di Latina, episodio che ha rinnovato il dibattito sulle falle nella sicurezza sul lavoro.

Singh ha raccontato situazioni di sfruttamento ancora diffuse, dove molti lavoratori sono impiegati senza regolare contratto o formazione adeguata. La carenza di tutele, la scarsità di controlli e le condizioni di alloggio spesso inadeguate sono problemi diffusi che concorrono a rendere pericoloso il lavoro nei campi per gli immigrati. Il suo intervento ha messo in risalto una realtà che si tende a ignorare, nonostante coinvolga una quota consistente della manodopera agricola.

I numeri dei lavoratori immigrati e le richieste rivolte alle istituzioni

Le cifre emerse durante il discorso di Singh sono chiare: i lavoratori stranieri in agricoltura rappresentano oltre il 30% della forza lavoro, con punte fino al 60% in alcune filiere specifiche. Questi numeri mostrano quanto il settore dipenda direttamente dal lavoro degli immigrati, che però continuano a pagare un prezzo alto in termini di rischi sul lavoro e condizioni di impiego. Le malattie professionali e gli incidenti rimangono frequenti, segno di una mancata attenzione agli standard di sicurezza.

Di fronte a questa situazione, il sindacalista ha lanciato un appello diretto alle istituzioni. Ha richiesto un rafforzamento dei controlli nei luoghi di lavoro e un miglioramento delle condizioni contrattuali. Inoltre, ha sottolineato la necessità di garantire alloggi che rispettino la dignità dei lavoratori e di snellire l’iter per il rilascio dei permessi di soggiorno per chi ha un impiego regolare. Queste misure, ha spiegato Singh, sono fondamentali per evitare il sovrapporsi di illegalità e abusi che mettono a rischio la vita di tanti braccianti.

Un messaggio di unità e rispetto per i lavoratori stranieri

Il discorso di Gurprit Singh si è chiuso con un messaggio incisivo dedicato a superare divisioni e stereotipi tra lavoratori italiani e stranieri. Singh ha sottolineato come “il cibo italiano non potrebbe esistere senza la presenza dei braccianti immigrati”, puntando a evidenziare un legame necessario e spesso invisibile nella filiera agricola nazionale. Ha invitato a un dialogo concreto che superi le barriere di “noi” e “loro”, richiamando alla contrattazione e al rispetto reciproco come base di ogni possibile miglioramento.

Il suo intervento ha rappresentato una voce che richiama attenzione su una parte poco visibile della società, ma fondamentale per l’economia e la produzione alimentare italiana. Le parole di Singh hanno fatto eco alle rivendicazioni dei sindacati che chiedono da tempo riforme concrete in materia di lavoro, sicurezza e inclusione sociale. La richiesta è rivolta a governi e istituzioni chiamate a dare risposte efficaci in tempi rapidi.

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