Un gruppo di attivisti che sostengono la causa palestinese ha messo in scena una protesta nel cuore dell’Europa, precisamente a Bruxelles, a pochi metri dalle sedi del Consiglio europeo e della Commissione europea. Il sit-in è avvenuto nell’area nota come quadrilatero europeo, spazio simbolico e politico dove si decidono molte questioni internazionali. I manifestanti hanno sfoggiato bandiere palestinesi, indossato kefiah e scandito slogan netti come “Free Palestine” e “Boycott Israel”, puntando i riflettori sulla difficile situazione nella Striscia di Gaza.
Le modalità della manifestazione e l’ambientazione nel quadrilatero europeo
Bruxelles ha ospitato la protesta nel punto nevralgico delle istituzioni comunitarie, suscitando immediata attenzione e qualche tensione. Il quadrilatero europeo, dove si trovano insieme le sedi del Consiglio e della Commissione, rappresenta un teatro rilevante per le manifestazioni politiche, proprio per la presenza degli organi decisionali. Il gruppo di attivisti, composto soprattutto da giovani, ha voluto così collegare simbolicamente la loro mobilitazione a chi ha la responsabilità politica sulle scelte europee in materia internazionale.
Tra le caratteristiche più visibili, c’erano le bandiere palestinesi che alzavano l’appello per la liberazione, mentre le kefiah, indossate come segno di appartenenza e solidarietà, richiamavano la tradizione del movimento di resistenza palestinese. Gli slogan scanditi a voce alta erano chiari e diretti: chiedevano la fine del conflitto e la sospensione delle relazioni commerciali con Israele. Il clima, nello spazio pubblico, si è mantenuto acceso fin da subito.
Leggi anche:
Tensioni e intervento della polizia durante la protesta
La manifestazione ha visto momenti di tensione, soprattutto quando alcuni partecipanti hanno preso l’iniziativa di lanciare vernice rossa contro le vetrine di un supermercato locale. Questo gesto voleva simboleggiare la presunta complicità del negozio con Israele, tramite accordi commerciali criticati dai manifestanti. La polizia belga è intervenuta prontamente, fermando alcuni degli attivisti coinvolti.
Tra queste persone, c’erano anche giovani che avevano con sé bambolotti, come denuncia dell’uccisione di bambini palestinesi nella Striscia di Gaza. Le forze dell’ordine hanno effettuato le identificazioni in Avenue de Cortenbergh, strada che confina con le istituzioni europee. I fermi e le verifiche sono durati diverse ore e hanno aumentato la tensione tra i manifestanti e le autorità presenti. Questi episodi hanno attirato l’attenzione dei media sul delicato bilancio tra diritto di manifestare e ordine pubblico in contesti politici sensibili.
Reazioni istituzionali dopo il consiglio europeo sul conflitto israele-palestina
L’azione degli attivisti è arrivata poche ore prima della conclusione del Consiglio europeo a Bruxelles. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha definito la situazione a Gaza “abominevole”, usando parole forti per stigmatizzare le condizioni di vita nella regione colpita dal conflitto. I leader dei 27 stati membri hanno chiesto un cessate il fuoco immediato per frenare le violenze e aiutare i civili coinvolti.
Nonostante l’appello all’interruzione delle ostilità, le divergenze tra i Paesi sono rimaste evidenti su come proseguire nell’ambito dei rapporti con Israele. Una delle questioni più controverse riguarda la sospensione dell’accordo di associazione Ue-Israele, strumento economico e diplomatico, invocata da alcune parti per violazioni dell’articolo 2, che impone rispetto dei diritti umani. Non si è ancora raggiunto un accordo definitivo su questo punto, segno delle difficoltà a trovare una posizione comune tra gli Stati membri su una tematica che divide l’Europa stessa.