Manfredi: no a una seconda agenzia delle entrate, serve uno strumento diverso per la riscossione locale

Manfredi: no a una seconda agenzia delle entrate, serve uno strumento diverso per la riscossione locale

Il dibattito in Senato sulla riforma della riscossione tributaria locale vede Gaetano Manfredi e Anci contrari a un nuovo ente proposto da Giorgetti, favorendo soluzioni che migliorino efficienza e autonomia degli enti locali.
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Il presidente dell'Anci Gaetano Manfredi critica la proposta di istituire un nuovo ente per la riscossione dei tributi locali, evidenziando rischi di duplicazione e inefficienza, e invita a soluzioni più snelle e collaborative con l'Agenzia delle Entrate per migliorare la gestione fiscale territoriale. - Gaeta.it

Il dibattito sulla riforma della riscossione tributaria locale è tornato al centro dell’attenzione in Senato, durante l’audizione del presidente dell’Anci e sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. La proposta del ministro Giorgetti di istituire un ente dedicato alla riscossione dei tributi regionali e locali ha suscitato osservazioni critiche, evidenziando la necessità di trovare soluzioni alternative per gestire la materia in modo efficace senza duplicare la struttura esistente dell’Agenzia delle Entrate.

La posizione di gaetano manfredi sull’istituzione di un nuovo ente per la riscossione

Gaetano Manfredi, nel corso dell’audizione alla commissione Finanza del Senato, ha ribadito con chiarezza il suo punto di vista riguardo alla proposta del ministro Giorgetti. Secondo il presidente dell’Anci, la creazione di una nuova Agenzia delle Entrate non trova consensi tra gli enti locali e gli amministratori locali, perché avrebbe costi aggiuntivi e rischi di sovrapposizione. Ha spiegato che è necessario individuare uno strumento che permetta di rispondere alle esigenze della riscossione locale senza replicare un organismo già esistente.

L’idea di un secondo ente dedicato mette a rischio la semplificazione amministrativa e potrebbe portare a inefficienze su scala nazionale, anziché risolvere i problemi della gestione fiscale locale. Manfredi ha invitato quindi a riflettere su modelli alternativi, che possano migliorare il coordinamento tra i livelli di governo e mantenere il controllo nelle mani degli enti territoriali.

Il contesto legislativo della riforma fiscale e gli sviluppi in discussione

Il decreto legislativo in materia di tributi regionali e locali, insieme al tema del federalismo fiscale regionale, rappresenta una questione complessa e cruciale per il sistema fiscale italiano. Il governo ha intenzione di rivedere i meccanismi di entrata e riscossione, puntando a maggiore autonomia per le regioni e i comuni, ma senza indebolire il controllo e la trasparenza.

Il ministro Giorgetti ha proposto di istituire una struttura ad hoc per gestire la riscossione, con l’obiettivo di garantire uniformità e razionalizzare il processo. Tuttavia, questa idea ha incontrato perplessità da parte di rappresentanti degli enti locali, che temono di perdere autonomia e di dover affrontare procedure più complesse. Le amministrazioni locali chiedono strumenti che migliorino la capacità di riscossione e la gestione dei tributi senza creare nuove burocrazie.

Il confronto parlamentare dovrà quindi trovare un equilibrio tra la necessità di aggiornare il sistema fiscale e le richieste di semplificazione espresse da sindaci e governi regionali.

Impatti potenziali e esigenze degli enti locali nella gestione della riscossione fiscale

Gli enti locali si trovano di fronte a diverse difficoltà nel garantire una riscossione efficace dei tributi. Le risorse limitate, i vincoli normativi e la frammentazione della gestione spesso rallentano i processi di recupero delle entrate. Va ricordato che i tributi locali rappresentano una componente rilevante dei bilanci comunali e regionali, fondamentali per finanziare servizi pubblici essenziali.

L’opzione di creare un’ulteriore agenzia rischia di complicare ulteriormente il quadro. Mancano infatti garanzie che una nuova struttura possa operare senza duplicare le funzioni esistenti o generare conflitti di competenze. La proposta di Manfredi si concentra su soluzioni più snelle, capaci di migliorare la riscossione mantenendo le responsabilità gestionali vicino al territorio e agli amministratori locali.

Ad esempio si potrebbero potenziare sistemi di collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, integrando tecnologie e procedure che migliorino l’efficacia senza appesantire la macchina pubblica. Le innovazioni potrebbero riguardare anche l’uso di dati condivisi, strumenti digitali per la riscossione e meccanismi di monitoraggio più trasparenti.

Queste forme di cooperazione aiuterebbero i Comuni e le Regioni a sostenere le proprie entrate senza dipendere da strutture pesanti o poco flessibili, rispondendo meglio alle esigenze dei cittadini e garantendo una gestione più diretta dei tributi.

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