Mailyn castro monsalo: chiesta custodia attenuata per madre coinvolta in omicidio a Gemona

Mailyn castro monsalo: chiesta custodia attenuata per madre coinvolta in omicidio a Gemona

La difesa di Mailyn Castro Monsalo chiede custodia attenuata per la madre della bimba di sei mesi, mentre il gip di Udine valuta la decisione in un caso di omicidio con accuse gravi e condizioni psicofisiche delicate.
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Mailyn Castro Monsalo, accusata dell’omicidio del compagno e della suocera a Gemona, ha visto la sua difesa richiedere una custodia attenuata per madri con figli sotto un anno, mentre il tribunale valuta la decisione considerando anche il suo stato di salute mentale e fisica. - Gaeta.it

Il caso di Mailyn castro monsalo, la donna colombiana di 30 anni accusata dell’omicidio del compagno Alessandro Venier e della suocera Lorena Venier a Gemona, ha preso una nuova piega in tribunale. La difesa ha chiesto una custodia attenuata prevista per le detenute madri di figli sotto l’anno di età. La decisione potrebbe influire sulla detenzione della donna, madre della bambina di soli sei mesi avuta dalla vittima.

La richiesta della difesa per la custodia attenuata

Il legale di Mailyn castro monsalo, avvocata Federica Tosel, ha annunciato in aula l’invocazione della norma introdotta nell’aprile 2024 che tutela madri detenute con figli piccoli. Questa disposizione concede condizioni di detenzione più morbide a chi deve prendersi cura di neonati, come nel caso della bimba nata dalla relazione con Alessandro Venier. La richiesta è stata avanzata al tribunale di Udine, durante l’udienza di convalida dell’arresto davanti al giudice per le indagini preliminari, Mariarosa Persico.

Stato di salute e reazioni in aula

Tosel ha spiegato che la donna non ha risposto alle domande durante l’udienza, a causa delle sue condizioni di salute mentale e fisica. Mailyn si è mostrata confusa, con difficoltà di linguaggio e movimenti rallentati. Il giudice ha illustrato con semplicità e chiarezza gli eventi contestati, tenendo conto della difficoltà della donna, madrelingua spagnola, a comprendere. Solo così Mailyn avrebbe forse preso coscienza degli avvenimenti, cosa che in carcere non era ancora avvenuta.

Le accuse formulate dalla procura e la posizione del gip

La procura di Udine ha puntato sul carcere per Mailyn castro monsalo, sostenendo la necessità di una custodia cautelare rigorosa. Il capo di imputazione principale è l’omicidio volontario premeditato in concorso con la suocera Lorena Venier, scomparsa insieme ad Alessandro nella loro abitazione. L’omicidio è aggravato dalla presenza della figlia minorenne.

Oltre a questo, l’accusa comprende anche il vilipendio e l’occultamento dei cadaveri, reati gravi che accompagnano l’ipotesi d’omicidio. Il giudice per le indagini preliminari ha deciso di riservarsi la decisione sulla custodia cautelare. Questo significa che la decisione sulla custodia, attenuata o in carcere, arriverà in seguito all’analisi di tutti gli elementi presentati.

Posizione della procura

La procura insiste per il mantenimento in carcere, sottolineando la gravità delle imputazioni e la necessità di tutela della comunità, mentre la difesa si concentra sul diritto della madre alla cura della figlia.

Le condizioni di mailyn castro monsalo nel corso dell’udienza

Durante l’udienza mattutina, la difesa ha descritto lo stato psicofisico di Mailyn castro monsalo come fragile. La donna ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere, scelta comune in situazioni delicate come questa, specialmente quando si tratta di casi di omicidio. La confusione espressa nel linguaggio e nei movimenti testimonia uno stato emotivo e mentale precario.

Il giudice, nel tentativo di sorreggere l’impatto comunicativo, ha semplificato e spiegato passo passo gli avvenimenti. Il grado di comprensione raggiunto da Mailyn durante l’udienza ha rappresentato un punto di svolta rispetto al precedente stato d’animo, quando in carcere non aveva ancora avuto la stessa consapevolezza dei fatti imputati.

Il contesto e le implicazioni legali della vicenda

Il delitto avvenuto nella villetta di Gemona ha sconvolto la comunità locale per la brutalità e la presenza di un minore coinvolto indirettamente. Il diritto italiano, col decreto entrato in vigore nell’aprile 2024, prevede misure per tutelare madri in stato di detenzione con bambini sotto l’anno. La richiesta della difesa si basa su questa legge, che mira a salvaguardare il rapporto madre-figlio anche in situazioni di privazione della libertà.

Il procedimento giudiziario segue il suo corso e la riserva del gip sulla decisione di custodia riflette la complessità del caso. La bimba di sei mesi rimane al centro del discorso giuridico e sociale, con l’esigenza di garantire il suo benessere nell’immediato futuro. Ulteriori sviluppi dipenderanno dalle valutazioni sulle condizioni di Mailyn e dal bilanciamento tra tutela dei diritti e esigenze investigative.

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