L’uncem abruzzo chiede una riforma urgente del sistema sanitario regionale per le aree montane

L’uncem abruzzo chiede una riforma urgente del sistema sanitario regionale per le aree montane

L’Uncem Abruzzo chiede alla Regione, guidata da Marco Marsilio e Nicoletta Veri, una riorganizzazione urgente del sistema sanitario per migliorare servizi e assistenza nelle aree montane e interne della regione.
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L’Uncem Abruzzo chiede alla Regione una riforma urgente del sistema sanitario regionale, puntando a una gestione unitaria e più efficiente, con particolare attenzione alle esigenze delle aree montane e interne. - Gaeta.it

L’Uncem Abruzzo ha rivolto un appello alla Regione per affrontare le criticità più gravi del sistema sanitario locale. Attraverso una lettera aperta firmata dal presidente Lorenzo Berardinetti, l’organizzazione ha evidenziato le difficoltà di bilancio, la gestione poco efficace dei servizi e la carenza di assistenza nelle zone montane, chiedendo un confronto immediato con la giunta guidata da Marco Marsilio e l’assessore Nicoletta Veri. L’obiettivo è ripensare la sanità regionale con un modello più funzionale e attento alle esigenze dei residenti, soprattutto nelle aree interne.

Criticità finanziarie e squilibri nel sistema sanitario regionale

L’Uncem Abruzzo ha messo in luce come gli squilibri economici del sistema sanitario abbiano prodotto effetti concreti e pesanti per la popolazione. Sbalzi di bilancio e carenze organizzative hanno portato a dover introdurre nuovi oneri fiscali, che gravano sulle famiglie e le strutture territoriali. La gestione attuale, divisa tra quattro aziende sanitarie, viene giudicata inefficace nel mantenere una qualità adeguata dei servizi, soprattutto nelle zone meno accessibili. In particolare, la mancanza di risorse si riflette spesso nella riduzione delle prestazioni mediche e nel protrarsi dei tempi di attesa, aspetti che penalizzano chi vive nelle aree montane abruzzesi. L’Ufficio del presidente Berardinetti sottolinea che “senza un’azione concreta e coordinata, il peggioramento dei servizi è inevitabile.”

Le difficoltà finanziarie non si limitano solo al reperimento di fondi ma coinvolgono anche la distribuzione stessa delle risorse tra i diversi territori. Le zone interne, che rappresentano oltre il 65% della superficie regionale, soffrono una carenza strutturale, con pochi medici di base e ospedali spesso sotto organico. L’Uncem avverte che questa situazione rischia di compromettere l’accesso alle cure di base per molte fasce vulnerabili, come anziani e cittadini con patologie croniche. Di riflesso, cresce il pericolo di un progressivo spopolamento delle comunità montane.

Proposta di riorganizzazione del modello sanitario con un’unica gestione

Il presidente Berardinetti propone di superare l’attuale modello frammentato e articolato su quattro aziende sanitarie, sostituendolo con una gestione unitaria suddivisa in grandi aree territoriali. Questa riorganizzazione dovrebbe puntare a semplificare i processi decisionali e migliorare l’allocazione di personale e risorse. L’Uncem suggerisce che una struttura più compatta possa garantire una maggiore efficienza e uniformità dei servizi, riducendo i costi legati a duplicazioni amministrative e aumentando la capacità di risposta alle diverse esigenze locali.

Un modello articolato per aree vaste, invece di divisioni rigide, permetterebbe di dedicare maggiore attenzione alle peculiarità dei territori montani, preservando importanti presidi sanitari e creando un sistema di assistenza più inclusivo. La presenza di case della salute e un aumento del numero di medici di medicina generale dovrebbero essere i pilastri su cui costruire questa nuova organizzazione. In questo senso, l’Uncem chiede che la Regione Abruzzo accolga la necessità di un cambio strutturale, col coinvolgimento diretto di enti locali e parti sociali.

Questa proposta non dimentica le esigenze dei giovani e delle famiglie, componenti fondamentali per garantire la vitalità dei centri interni. Sono previsti interventi volti a rendere più accessibili i servizi sanitari di prossimità, contenendo così la migrazione verso le città più grandi. Il progetto di riforma mira a consolidare anche l’assistenza socio-sanitaria, favorendo la continuità delle cure per chi vive in territori isolati.

La tutela delle aree montane come priorità per il sistema sanitario abruzzese

Il cuore della richiesta di Uncem Abruzzo riguarda la salvaguardia delle zone montane della regione, territorio che occupa oltre due terzi dell’intera superficie. Questi territori presentano difficoltà ambientali e demografiche che impongono una progettazione mirata dei servizi sanitari. La combinazione di invecchiamento della popolazione e isolamento geografico rende urgente garantire presidi medici adeguati e facilmente raggiungibili.

L’Uncem esprime preoccupazione per la possibile chiusura o la riduzione dell’attività di strutture sanitarie nelle zone più interne, con il rischio che i residenti debbano spostarsi per ricevere assistenza di base e specialistica. In particolare si sottolinea la necessità di mantenere in funzione un numero sufficiente di medici di famiglia, figure chiave in un contesto dove i disagi logistici incidono sulla qualità di vita. Le “case della salute” vengono indicate come spazi aggregativi fondamentali per assicurare cure integrate, collegando i servizi sanitari e sociali sul territorio.

La tutela delle aree montane non riguarda solo il presente, ma anche una strategia per il futuro. Senza un’offerta sanitaria accessibile e stabile, la tenuta demografica rischia di cedere, portando a un progressivo spopolamento. Questo scenario inciderebbe negativamente anche su altri servizi pubblici e sull’economia locale. Per questo motivo, l’Uncem Abruzzo invita la Regione a un dialogo diretto e continuo per trovare soluzioni condivise, che rafforzino le comunità interne e valorizzino un patrimonio che rappresenta una parte importante dell’identità abruzzese.

La disponibilità di uncem abruzzo a un dialogo costruttivo con la regione

L’Uncem Abruzzo ha manifestato con chiarezza la disponibilità ad avviare un confronto immediato con la Regione e tutti gli enti coinvolti nel sistema sanitario regionale. Il presidente Lorenzo Berardinetti ha evidenziato come l’organizzazione intenda collaborare in modo attivo e costruttivo per progettare un sistema più vicino ai cittadini e in grado di rispondere alle necessità di tutti, soprattutto delle popolazioni più fragili. La richiesta si concentra su scelte condivise per migliorare la qualità delle cure e il funzionamento complessivo della sanità regionale.

Il dialogo auspicato da Uncem non si limita alle istituzioni politiche, ma coinvolge anche operatori sanitari, comuni, sindaci e associazioni, con l’obiettivo di raccogliere contributi concreti alla riforma. La partecipazione di chi vive e lavora all’interno delle realtà territoriali è considerata centrale per offrire risposte efficaci e durature. Questa apertura riflette la volontà di costruire un percorso inclusivo, capace di superare i limiti finora evidenziati.

Con questa lettera aperta, l’Uncem Abruzzo conferma l’urgenza di un cambio di passo nel settore sanitario regionale, mettendo a disposizione competenze e disponibilità per contribuire alla definizione di politiche più centrate sulle esigenze del territorio. Il confronto con la Regione rappresenta un passaggio fondamentale per avviare una revisione profonda che metta al centro le persone, nelle loro condizioni di vita e nel contesto geografico in cui abitano.

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