Lucio corsi all’eurovision di basilea fa ascoltare l’armonica e porta i sottotitoli con un’esibizione fuori dagli schemi

Lucio corsi all’eurovision di basilea fa ascoltare l’armonica e porta i sottotitoli con un’esibizione fuori dagli schemi

Lucio corsi all’Eurovision di Basilea propone un’esibizione essenziale con armonica dal vivo e sottotitoli in inglese, valorizzando il testo e la musica autentica rispetto agli effetti scenici tradizionali.
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Lucio Corsi ha portato all’Eurovision di Basilea un’esibizione essenziale e autentica, puntando su musica e parole, con un uso originale dell’armonica e sottotitoli in inglese, distinguendosi in un contesto dominato da spettacolarità e effetti. - Gaeta.it

L’Eurovision Song Contest di Basilea ha visto numerose esibizioni con scenografie spettacolari, effetti pirotecnici e coreografie elaborate. Tra queste, la performance di lucio corsi per l’Italia ha seguito una strada diversa, puntando su una musica essenziale e un’attenzione particolare alle parole. Il suo brano “Volevo essere un duro” si è distinto per un uso inusuale dell’armonica e un’accentuata cura nella comprensione del testo tramite sottotitoli in inglese. Questo approccio ha suscitato interesse e ha portato a uno spostamento nelle previsioni dei bookmaker sul suo piazzamento finale.

Un’esibizione essenziale in un contesto di spettacolarità estrema

L’Eurovision di Basilea si è caratterizzato per performance cariche di effetti visivi: fiamme, fumo, coreografie di grande impatto e basi sonore registrate. Inserirsi in questo contesto con un’esibizione minimale richiede coraggio e una visione diversa rispetto allo show tipico. Lucio corsi ha scelto proprio questa via, proponendo una presentazione del brano molto sobria e concentrata sulla sostanza. Ha suonato l’armonica dal vivo, strumento vietato solitamente nel regolamento perché si appoggia alla base pre-registrata. Per lui, l’armonica è passata attraverso il microfono vocale, consentendo di rispettare le norme e aggiungere un elemento vivo alla performance senza forzare le regole.

L’artista ha deciso di inserire i sottotitoli in inglese nell’esibizione, scelta poco comune in Eurovision dove solitamente le interpretazioni prediligono l’impatto visivo e la musica più che i testi. La traduzione semplice e chiara del testo ha l’obiettivo di permettere a tutto il pubblico europeo di comprendere il messaggio. Questo dettaglio mostra la volontà di corsi di mantenere la canzone trasparente e comunicativa, puntando sulla parola per trasmettere il senso, anziché solo sugli effetti scenici.

La musica come espressione autentica, lontana dalla competizione numerica

Lucio corsi ha precisato di non essere interessato alla classifica della gara. Malgrado i bookmaker lo abbiano messo in una posizione di rincalzo e che, dopo l’esibizione, abbia guadagnato qualche posizione passando dall’undicesimo al sedicesimo posto, il cantante evita di mescolare il valore artistico al risultato numerico. Per lui la competizione è qualcosa che appartiene esclusivamente allo sport, dove contano i gesti atletici e la vittoria concreta.

Il significato della canzone, che riflette sull’accettazione di sé e l’idea di non dover diventare ciò che non si è, si lega al desiderio di presentare musica che non tradisca la propria natura. Ha spiegato che non adatta mai i brani a quello che il sistema o la manifestazione richiedono, preferendo lasciare alle canzoni la libertà di svilupparsi in modo organico. Per lui questo approccio è fondamentale, perché evita quella falsa rappresentazione tipica di molte esibizioni pop contemporanee.

Parlando della musica degli altri concorrenti, ha evidenziato come i portoghesi Napa, con il loro brano “Delocado“, rappresentino un suono affine alle sue idee. La scelta di un inglese semplificato per i sottotitoli riflette la volontà di comunicare a tutti, mentre la preferenza nel cantare in italiano parla della ricchezza e varietà della propria lingua madre, sfruttata per esprimere concetti e visioni complesse.

Dettagli curiosi sull’esibizione e il video virale sui social

Accanto al racconto dell’esibizione, lucio corsi ha aggiunto qualche dettaglio curioso, come il video che lo mostra mentre insegna a suonare un filo d’erba, metodo tradizionale legato alla sua zona di origine, la Maremma. Questa particolare tecnica consiste nel selezionare fili d’erba alti e usarli come strumento musicale, un trucco semplice ma efficace, che ha trovato grande interesse sui social nei giorni della competizione.

Questo video, insieme alla sua scelta di un’esibizione essenziale, rappresenta un contrasto marcato con le produzioni più vistose dell’Eurovision, segnalando un tipo di presenza artistica più legata alla tradizione e al racconto personale. Corsi si è quindi imposto come una voce alternativa nell’arena internazionale, portando musica italiana a Basilea con uno stile che rifiuta l’artificio e mette a fuoco la parola e il suono autentico.

Nel contesto dell’evento, dove l’Italia è ben rappresentata anche da altri nomi importanti, lucio corsi si distingue per un approccio raccolto, lontano dalla spettacolarità esasperata e dagli effetti tecnici, puntando a far parlare soltanto la canzone.

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