L'opera orfeo ed euridice di gluck incanta cremona con la protagonismo di cecilia bartoli

L’opera orfeo ed euridice di gluck incanta cremona con la protagonismo di cecilia bartoli

L’esecuzione di Orfeo ed Euridice di Gluck al Monteverdi Festival di Cremona ha visto Cecilia Bartoli protagonista in una performance intensa e minimalista, accompagnata dall’orchestra Les musiciens du prince diretta da Gianluca Capuano.
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Al Monteverdi Festival di Cremona, Cecilia Bartoli ha interpretato con intensità e senza scenografie l'Orfeo ed Euridice di Gluck, offrendo un'esperienza musicale coinvolgente e apprezzata dal pubblico. - Gaeta.it

L’esecuzione di Orfeo ed Euridice di Gluck al Monteverdi Festival a Cremona ha attirato grande attenzione, grazie soprattutto all’interpretazione intensa di Cecilia Bartoli. L’evento, unico in Italia nel 2025 per questa artista, ha presentato una versione rivisitata del melodramma settecentesco, combinando musica e recitazione senza scenografie tradizionali. Il concerto si è trasformato in un’esperienza coinvolgente, confermando la capacità di Bartoli di dominare la scena con voce e presenza.

L’evento al teatro ponchielli di cremona

La performance si è svolta nel teatro Ponchielli, uno spazio raccolto che ha valorizzato la potenza vocale e l’immedesimazione degli interpreti. Cecilia Bartoli, inserita nel ruolo di Orfeo, ha scelto un abito simbolico: un tailleur pantalone nero che richiamava il lutto, che poi diventava bianco nella scena degli inferi, quando Orfeo cerca Euridice. La trasformazione cromatica ha accompagnato i passaggi lirici più intensi, evidenziando i momenti drammatici senza necessità di scenografie.

Interpreti e orchestra

Sul palco anche Melissa Petit, impegnata nei ruoli di Euridice e Amore, ha portato un doppio volto, supportata dal coro “Il canto di Orfeo” diretto da Jacopo Facchini. L’orchestra Les musiciens du prince di Monaco, sotto la direzione di Gianluca Capuano, ha eseguito la versione di Gluck del 1769, proposta originariamente per Parma. Questo assetto ha favorito un’esperienza musicale fedele all’epoca ma ricca di emotività moderna.

La performance si è caratterizzata per l’assenza di elementi scenografici complessi, sostituiti da precise luci e dall’uso dei corpi degli artisti per raccontare la storia. Gli spazi vuoti e la disposizione attenta delle luci hanno creato un’atmosfera raccolta, quasi sacra, che ha intensificato l’ascolto e l’attenzione degli spettatori.

Cecilia bartoli, il cuore e la mente dello spettacolo

Cecilia Bartoli ha confermato la sua reputazione di interprete completa. Nonostante la moltitudine di artisti sul palco, è stata lei il centro focale. La cantante ha curato ogni aspetto della rappresentazione, dal repertorio scelto all’orchestra, portando a Cremona un’opera “chiavi in mano”. La sua interpretazione della parte di Orfeo è stata una combinazione di tecnica vocale raffinata e capacità teatrale: più di una semplice esecuzione, un racconto vissuto.

Bartoli ha dimostrato di saper trasmettere allo stesso tempo emozione e dramma con la voce e il corpo. L’assenza di una scenografia tradizionale ha spinto l’interprete a comunicare attraverso movimenti e sguardi, raggiungendo un’intensità rara. La scelta di vestirsi in modo minimalista ha messo in evidenza un approccio autentico e diretto alla musica e al racconto, senza eccessi o distrazioni.

L’orchestra e la direzione

L’orchestra Les musiciens du prince ha risposto perfettamente al controllo del direttore Gianluca Capuano, che ha accompagnato la vocalità di Bartoli con precisione e ritmo calibrato. La collaborazione fra direttrice e musicisti ha reso possibile una lettura attenta del melodramma di Gluck, con rispetto per la tradizione e attenzione alle sfumature.

Atmosfera e reazione del pubblico

Il silenzio che ha seguito l’ultimo verso cantato del coro ha mostrato il rispetto e la concentrazione del pubblico. I presenti hanno mantenuto una pausa prolungata, in attesa che l’atmosfera si stemperasse. Solo quando la luce è tornata, rivelando i ceri tenuti dagli spettatori, è partito un lungo applauso.

L’eco di questa ovazione è riuscita a rompere quel silenzio diffuso, trasformandosi in una standing ovation che ha durato diversi minuti. La richiesta di un bis ha confermato l’apprezzamento per una performance che si è distinta nel contesto operistico del Monteverdi Festival.

Il punto di forza di questa serata è stato proprio il coinvolgimento diretto e intimo della platea, stimolata da un’esecuzione raccolta ma potente. Il tipo di allestimento ha fatto vivere l’opera in modo non consueto, molto diverso da produzioni con scene complesse, trasformando l’ascolto in un momento personale e partecipato.

La prossima apertura ufficiale del monteverdi festival

Questa anteprima di Cecilia Bartoli ha anticipato l’inaugurazione ufficiale del festival, che prende il via con Il ritorno di Ulisse in patria. La nuova produzione vede la regia di Davide Livermore, figura nota per le sue creazioni sceniche, che in questa occasione si propone anche nel ruolo di Iro, un doppio impegno non comune.

La programmazione del festival si mantiene fedele alla tradizione musicale, puntando su titoli di prestigio e interpreti riconosciuti. L’evento al teatro Ponchielli resta un momento di riferimento per la città di Cremona, contribuendo a mantenere alta l’attenzione sulla musica antica e il melodramma storico.

Con la presenza di artisti come Bartoli e Livermore, il Monteverdi Festival continua a offrire occasioni di grande interesse, rinnovando quel dialogo tra passato e presente che anima la scena musicale italiana.

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