L’Onu valuta una ristrutturazione profonda per unire agenzie chiave e ridistribuire risorse entro maggio 2025

L’Onu valuta una ristrutturazione profonda per unire agenzie chiave e ridistribuire risorse entro maggio 2025

Le Nazioni Unite, guidate da António Guterres, propongono una riorganizzazione interna per ridurre sprechi e duplicazioni, unificando agenzie chiave e razionalizzando il personale tra sedi come Ginevra e New York.
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Le Nazioni Unite stanno riorganizzando la loro struttura per migliorare efficienza e ridurre costi, concentrando le attività in quattro settori chiave e proponendo la fusione di agenzie umanitarie, in risposta a una crisi finanziaria. - Gaeta.it

Le Nazioni Unite stanno affrontando una fase delicata per riorganizzare la propria struttura interna. Un documento riservato, redatto da un gruppo di lavoro incaricato dal segretario generale António Guterres, indica la necessità di concentrare le attività in aree strategiche e di accorpare alcune agenzie operative. L’obiettivo è ridurre sprechi e duplicazioni, ottimizzando il personale e adattandolo a nuove esigenze economiche. Questa iniziativa risponde anche ai problemi di bilancio che condizionano l’azione dell’organizzazione multilaterale.

Le quattro direttrici principali per la nuova struttura delle Nazioni Unite

Secondo il memorandum citato da Reuters, l’Onu intende concentrare le sue decine di agenzie in quattro settori chiave. Il primo ambito riguarda pace e sicurezza, con l’obiettivo di rafforzare la prevenzione dei conflitti e le missioni di stabilizzazione. La seconda area è quella delle emergenze umanitarie, che comprende la gestione degli aiuti e la tutela dei rifugiati. La terza riguarda lo sviluppo sostenibile, settore che si lega agli obiettivi globali fissati dall’Agenda 2030. L’ultima direttrice coinvolge i diritti umani, con l’intento di garantire il rispetto delle normative internazionali e coordinare le attività di monitoraggio.

Semplificazione della gestione delle iniziative

Questo schema semplifica la gestione delle iniziative, che finora venivano assegnate a molte agenzie spesso con competenze sovrapposte. In pratica, le attività verranno raggruppate sotto una leadership più unificata, pronta a rispondere in modo più rapido e coordinato. Ogni linea di azione avrà funzioni ben definite nel tentativo di limitare sprechi e doppioni.

Fusione delle principali agenzie umanitarie per affrontare le crisi in modo integrato

Tra le proposte più radicali del progetto Guterres c’è la creazione di una singola agenzia che riunisca il programma alimentare mondiale , l’Unicef, l’Organizzazione mondiale della sanità e l’Alto commissariato per i rifugiati . Questi enti operano già su temi spesso intrecciati durante crisi umanitarie complesse, ma svolgono azioni con budget, piani e strutture distinti.

L’aggregazione mira a superare frammentazioni che rallentano l’efficacia degli interventi sul campo. Un’assistenza coordinata permetterebbe di concentrare le risorse e di semplificare la logistica, creando anche un canale unico per risposte rapide e programmate. L’esperienza sul terreno ha dimostrato che il disallineamento tra organismi ONU genera sovrapposizioni e sprechi in situazioni di emergenza sanitaria, alimentare e della protezione dei rifugiati.

Gestione unificata delle risorse e interventi integrati

Il nuovo ente umanitario dovrebbe gestire le risorse con un sistema unificato, mentre le squadre di intervento si coordinerebbero sotto un’unica direzione. Si tratta di una scelta rivoluzionaria, che richiederà una riorganizzazione interna e nuove regolamentazioni, oltre all’accordo dei paesi membri.

Razionalizzazione del personale e spostamenti da ginevra e new york verso sedi meno costose

La riforma che sta prendendo forma implicherà una revisione del numero e della distribuzione del personale ONU. In particolare, il documento di strategia indica l’intenzione di eliminare funzioni ridondanti, tagliare posizioni duplicate e ridurre la presenza in alcune città considerate troppo costose.

Attualmente, molte sedi sono concentrate in capitali come Ginevra e New York, dove i costi di gestione e vitto alloggio sono elevati. Il piano prevede di spostare un numero significativo di operatori verso località con costi più contenuti, pur mantenendo la capacità operativa. A tal fine, si pensa a città in cui l’Onu potrebbe mantenere uffici di supporto senza i livelli di spesa superiori che contraddistinguono le sedi principali.

Questa mossa vuole ridurre la spesa fissa legata alle infrastrutture e al personale, a fronte del taglio dei contributi da molti stati membri e della crescente difficoltà di reperire finanziamenti costanti. Le probabilità di accettazione delle nuove sedi varieranno quindi in base a valutazioni di costo, sicurezza e logisticità.

La spinta della crisi finanziaria sull’urgenza di riorganizzazione dell’onu

Il motivo principale che ha spinto il segretario António Guterres a proporre questi cambiamenti riguarda i problemi di bilancio. L’Onu sta infatti navigando una crisi economica che limita la sua capacità di intervento. Le entrate derivano dai contributi degli stati membri, ma molte nazioni ritardano i pagamenti o ne riducono l’entità. La gestione finanziaria diventa precaria, con il rischio di compromettere operazioni essenziali.

Le spese fisse dell’organizzazione, in particolare quelle del personale e delle sedi, rappresentano una voce elevata che deve essere contenuta. La fusione di agenzie e il tentativo di concentrare le funzioni potrebbero generare risparmi notevoli, applicati poi direttamente agli interventi sul campo. Si stima che una riorganizzazione di questo tipo possa migliorare la capacità di risposta e l’efficienza, passaggi essenziali per continuare a operare con un budget più limitato.

Le proposte finali devono essere presentate entro il 16 maggio 2025. Da quel momento, si apre una fase di valutazione politica e tecnica da parte dei rappresentanti degli stati, chiamati ad approvare o modificare il progetto. I mesi a venire saranno determinanti per definire il volto futuro delle Nazioni Unite e la loro capacità di agire nelle crisi globali.

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