Lo spreco del cibo a pavia tra impatto ambientale e allarme salute pubblica

Lo spreco del cibo a pavia tra impatto ambientale e allarme salute pubblica

Lo spreco alimentare, evidenziato da Hellas Cena dell’università di Pavia, impatta negativamente su ambiente, clima e salute umana; educazione alimentare e cambiamenti nelle abitudini sono fondamentali per ridurlo.
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Lo spreco alimentare impatta negativamente su ambiente e salute, contribuendo a emissioni nocive e disuguaglianze nutrizionali; educazione e consapevolezza sono chiavi fondamentali per contrastarlo. - Gaeta.it

Lo spreco alimentare si collega a doppio filo con problemi legati all’ambiente e alla salute umana, come ha sottolineato Hellas Cena, prorettore Terza Missione dell’università di Pavia e medico specialista in scienza dell’alimentazione. Nel corso della conferenza stampa “Prevenire lo spreco alimentare: la rivoluzione digitale di Planeat”, tenutasi alla sala Caduti di Nassirya del Senato, si è parlato delle conseguenze della perdita di cibo, non solo sul pianeta ma anche sul benessere delle persone. Questi temi si intrecciano in modo profondo e richiedono un cambiamento di approccio nelle abitudini alimentari e nella gestione delle risorse.

Lo spreco alimentare e le sue ripercussioni sul clima

Il settore agroalimentare genera una quantità significativa di anidride carbonica e gas serra, più di molte altre attività umane. Hellas Cena ha ricordato che una larga parte dell’impatto ambientale deriva proprio dallo spreco di cibo, che si traduce in risorse sprecate per prodotti che non vengono consumati. Ogni fase della filiera alimentare, dalla coltivazione alla distribuzione, richiede energia, acqua e materia prima. Quando il cibo viene buttato, questi investimenti si perdono inutilmente e contribuiscono all’inquinamento atmosferico.

Emissioni e produzione alimentare

In particolare, la produzione alimentare reclama una quantità insostenibile di emissioni per sostenere il ritmo attuale di sprechi. Una parte significativa delle emissioni di CO2 si concentra proprio sul cibo che non viene consumato. Lo scenario mostra la necessità di ridurre le perdite per contenere i danni ambientali e rendere più responsabile tutta la filiera. La riduzione dello spreco è quindi una delle strategie concrete per affrontare il cambiamento climatico e contenere le emissioni nocive.

Le conseguenze dello spreco alimentare sulla salute collettiva

Al di là del danno ambientale, lo spreco alimentare si intreccia con problemi legati alla salute globale. Hellas Cena ha sottolineato come il rapporto Lancet abbia descritto la situazione attuale come una sindemia, ovvero la presenza simultanea di tre emergenze sanitarie: il cambiamento climatico, l’obesità diffusa e la sottoalimentazione da carenza di nutrienti. Questi problemi coesistono e si influenzano a vicenda, creando un quadro complesso.

Sindemia e doppia crisi

L’obesità segnala consumi sbilanciati e spesso errati, mentre l’undernutrition coinvolge milioni di persone con mancata assunzione di nutrienti essenziali. Questa doppia crisi è aggravata dallo spreco alimentare. Deriva da un uso improprio delle risorse, che non solo incide sull’ambiente ma riflette anche la disuguaglianza nell’accesso al cibo adeguato. Il messaggio è chiaro: il cibo non è solo un bene utile, ma un elemento cruciale di salute pubblica. Ripensare il modo in cui produciamo, distribuiamo e consumiamo è urgente per affrontare queste minacce.

Educazione alimentare e spreco: un legame sottovalutato

Secondo l’esperta dell’università di Pavia, una delle cause principali dello spreco è l’ignoranza alimentare. Non esiste solo una mancanza di conoscenza su cosa mangiare o quanto bisogna consumare, ma anche il fatto che spesso non si sa neppure perché si mangia. Questo porta a un comportamento alimentare disordinato che si traduce in sprechi inutili. Chi ha abitudini alimentari sbagliate rischia di gettare via più cibo proprio a causa di questo disorientamento.

Il ruolo dell’educazione

Il tema dell’educazione è centrale per limitare lo spreco. Solo comprendendo meglio le proprie esigenze e imparando a pianificare i pasti si possono ridurre gli scarti. Le politiche e le campagne volte a sensibilizzare la popolazione dovrebbero quindi puntare su informazioni chiare e pratiche. Saper riconoscere la quantità giusta, scegliere con attenzione i prodotti e capire la reale necessità di ogni pasto sono passi essenziali per cambiare la rotta. In questo senso, prevenire lo spreco alimentare non è solo una questione ambientale ma anche sanitaria e culturale.

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