Il tumore del colon retto rappresenta una delle forme di cancro con maggiore incidenza in Italia. Per individuarlo in tempo utile, è possibile sottoporsi a un test semplice, che si basa sulla ricerca del sangue occulto nelle feci. Questo esame è la prima misura di screening per la popolazione a rischio, in particolare per chi supera i 50 anni. Nonostante la sua semplicità e importanza, la partecipazione agli screening resta piuttosto bassa nel nostro Paese, creando un problema di salute pubblica che interessa molte regioni italiane.
Il test del sangue occulto nelle feci come primo passo di screening
Il test che rileva la presenza di sangue nascosto nelle feci si svolge in modo rapido e non richiede particolari preparazioni o visite ospedaliere. Si tratta di un esame che può essere effettuato a casa, semplicemente raccogliendo un campione di feci che verrà esaminato in laboratorio. L’obiettivo è intercettare eventuali tracce di sangue, spesso causate da lesioni precancerose o tumorali nel colon.
Quando il test risulta positivo
Quando il test risulta positivo, si consiglia di procedere con una colonscopia. Questa è una procedura più complessa e invasiva che permette di esplorare direttamente la parete intestinale e prelevare eventuali campioni per approfondire la diagnosi. In questo modo, è possibile individuare la presenza di polipi o lesioni tumorali in una fase iniziale, quando la cura può risultare più efficace.
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L’adesione bassa allo screening in italia e le conseguenze
Le diverse regioni italiane promuovono la chiamata per lo screening rivolgendosi soprattutto alla popolazione over 50 considerata a rischio per il tumore del colon retto. Nonostante questo, il tasso di adesione rimane molto contenuto. Solo una parte delle persone invitate risponde al richiamo, evitando così un’opportunità di diagnosi precoce che potrebbe evitare interventi più invasivi e aumentare le chance di guarigione.
Questa bassa adesione può derivare da diverse cause, tra cui scarsa informazione, timori legati all’esame, o semplicemente una sottovalutazione del rischio. Eppure, il test del sangue occulto nelle feci resta uno strumento clinico semplice che salva molte vite. Ignorare il richiamo comporta il rischio di scoprire il tumore in fase avanzata, con esiti più complicati per il paziente.
Il messaggio degli esperti e la campagna di sensibilizzazione a lecce
Durante la tappa di Lecce di una campagna di sensibilizzazione dedicata al tumore uroteliale, convocata nell’ambito del Giro d’Italia, il professor Gianluca Masi dell’università di Pisa ha sottolineato con forza l’importanza di questo semplice test. Masi, direttore dell’oncologia medica presso l’azienda ospedaliera universitaria di Pisa, ha ricordato come la ricerca del sangue occulto nelle feci possa identificare il cancro in una fase iniziale, garantendo una cura più rapida e definitiva.
L’appello lanciato riguarda tutti coloro che ricevono l’invito dall’azienda sanitaria: sottoporsi al test, senza esitazioni. Ogni diagnosi precoce può salvare una vita, aumentando le possibilità di guarigione. La campagna vuole superare il muro dell’indifferenza e spingere a sfruttare un esame facile da eseguire e importante sul piano sanitario.
L’impatto dello screening precoce sul percorso oncologico
Accettare di fare lo screening è una scelta che può cambiare il decorso clinico di molte persone. Individuare un tumore nelle prime fasi, o scoprirne i segnali in fase pre-tumorale, permette di intervenire con trattamenti più mirati, meno invasivi, e con risultati migliori. Questo vale non solo per il tumore del colon retto, ma per tante altre patologie oncologiche nelle quali la diagnosi precoce fa la differenza.
Il sistema sanitario italiano ha messo a punto questo percorso con attenzione, ma dipende da ciascun cittadino rispondere alla chiamata. Ignorare i controlli rischia di aumentare i casi diagnosticati tardivamente, con conseguenze più gravi per la salute pubblica e maggiori costi sociali. La diffusione della cultura della prevenzione appare indispensabile per questa battaglia che riguarda tutta la società.