Lo scherzo della lavatrice a l’aquila: le telefonate che hanno teso il bidello magnotta nel 1987

Lo scherzo della lavatrice a l’aquila: le telefonate che hanno teso il bidello magnotta nel 1987

due ex studenti dell’istituto tecnico commerciale rendina prolungano per oltre un mese uno scherzo telefonico a magnotta, coinvolgendo il bidello e una lavatrice del 1981, con dialoghi in dialetto locale a l’aquila.
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Un lungo scherzo telefonico degli anni '80 a L’Aquila, nato da una separazione familiare, coinvolse due ex studenti e un bidello, usando il dialetto locale e una storia finta sulla lavatrice acquistata nel 1981, lasciando un ricordo nella cronaca cittadina leggera. - Gaeta.it

Il racconto di uno scherzo telefonico nato da una separazione familiare e prolungato per oltre un mese, si svolse a l’aquila, coinvolgendo due ex studenti e un bidello noto per il suo acquisto di una lavatrice nel lontano 1981. La vicenda, arricchita da messaggi registrati e dialoghi in dialetto locale, ha lasciato un segno nella cronaca cittadina leggera degli anni ’80.

La genesi dello scherzo legato alla separazione di magnotta

La storia prende avvio quando due ex allievi dell’istituto tecnico commerciale rendina, antonello de dominicis e maurizio videtta, vengono a sapere della separazione tra magnotta e la moglie. Conoscevano già la figura del bidello, a cui erano legati da precedenti scherzi durante il loro periodo scolastico. Questa volta però decidono di basarsi su un dettaglio personale riportato dallo stesso magnotta: la lavatrice comprata nel 1981, a cui il bidello aveva chiesto indietro in modo piuttosto deciso.

L’idea di trasformare quel fatto in uno sfottò telefonico nasce dalla volontà di far leva su questo episodio apparentemente banale che però aveva un rilievo per il bidello. I due coetanei iniziarono così a preparare una serie di prese in giro, immaginando una storia di contratti e debiti in sospeso riguardanti la lavatrice, con l’elemento sorpresa di complici inesistenti implicati in una rete di crediti e transazioni commerciali fittizie.

L’evoluzione delle telefonate e le diverse identità adottate

Le telefonate cominciarono con i due protagonisti che si alternavano al telefono, interpretando diversi interlocutori immaginari. La strategia era far credere a magnotta che l’acquisto della lavatrice non fosse stato completato correttamente e che, oltre a ciò, esistesse un accordo stringente e fastidioso: una clausola che imponeva l’acquisto obbligato di elettrodomestici periodici ogni due o tre anni.

Questo dettaglio aggiungeva un livello di assurdità alla situazione, lasciando magnotta sempre più coinvolto e confuso. L’iniziativa si protrasse settimana dopo settimana per oltre trenta giorni, con ogni telefonata che introduceva nuovi personaggi e nuove condizioni complicate da contratti inesistenti. Il bidello veniva coinvolto sempre più in complicate trattative e scambi che in realtà non avevano fondamento, mentre i due allievi si divertivano a inventare situazioni più intricate.

La registrazione delle ultime telefonate e la reazione definitiva di magnotta

In una fase avanzata dello scherzo, de dominicis e videtta decisero di registrare le quattro ultime telefonate, che mostrarono un cambiamento netto nel comportamento di magnotta. Dal tono inizialmente paziente, si passò a una crescente insofferenza. Le telefonate si colorarono di espressioni varie in dialetto aquilano, spesso fuori dalle regole della buona educazione, con insulti e parole forti rivolte agli interlocutori.

La tensione culminò il 16 settembre 1987, data in cui magnotta, esasperato dalle continue richieste e dalle assurde condizioni del finto contratto, sfogò tutta la propria rabbia con una serie di insulti e bestemmie in dialetto verso chi, secondo lui, era il responsabile del negozio da cui la lavatrice era stata acquistata. Lo scherzo si concluse così, con una scena di esasperazione che rimase nei ricordi di chi quel periodo lo ha vissuto.

L’impatto dello scherzo nella cronaca e nella memoria locale

Nonostante si tratti di uno scherzo, questa vicenda si conserva nei racconti urbani di l’aquila come un esempio di presa in giro prolungata e di dialetto locale usato in modo graffiante nelle conversazioni telefoniche. Il fatto che durò settimane e coinvolse personaggi inventati ha stimolato curiosità e divertimento, creando una narrazione che all’epoca aveva poco a che vedere con la realtà, ma molta con l’inventiva e un certo gusto per la beffa.

Nel contesto della vita cittadina tra fine anni ’80 e inizio anni ’90, la storia dello scherzo della lavatrice rappresenta un episodio che getta luce su quei piccoli escamotage usati per passare del tempo e prendere in giro qualche persona conosciuta, senza che ciò degenerasse in qualcosa di più serio. Restano le registrazioni delle telefonate e la memoria orale, preziose tracce di un episodio vissuto in un periodo lontano ma ancora percepito come autentico da chi lo ricorda.

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