L’associazione italiana di oncologia medica si conferma come il principale autore di linee guida oncologiche nel paese, con un totale di 39 documenti scientifici inseriti nel sistema nazionale Linee guida dell’istituto superiore di sanità. Questi testi sono pensati per guidare migliaia di specialisti nel percorso terapeutico e diagnostico dei pazienti oncologici, cercando di ridurre le differenze regionali nell’assistenza e di migliorare la qualità di vita dei malati.
Aiom e le linee guida: un patrimonio per la clinica oncologica italiana
Aiom ha coinvolto circa 950 professionisti e 75 società scientifiche per redigere le sue linee guida, che rappresentano uno strumento cruciale per assicurare le migliori pratiche nel trattamento del cancro in italia. Dal 2013, questi documenti hanno superato quota 4,3 milioni di download dal sito ufficiale, segnando l’importanza e la diffusione di queste raccomandazioni scientifiche tra gli operatori sanitari.
Le linee guida sono allineate con l’evidenza scientifica più aggiornata e servono a uniformare l’approccio terapeutico su tutto il territorio nazionale. Francesco Perrone, presidente di Aiom, spiega che “la loro funzione principale è promuovere scelte basate su dati concreti, evitando disparità nella qualità delle cure.” Con oltre 390mila nuove diagnosi di tumore stimate per il 2024, significa fornire risposte concrete ai bisogni di migliaia di pazienti ogni giorno.
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Questo impegno si inserisce in un contesto dove l’oncologia ha registrato un aumento dei guariti, ma anche la necessità di gestire una domanda assistenziale sempre più complessa. Per Perrone, “evitare la frammentazione organizzativa in unità separate per ogni singola neoplasia è fondamentale per mantenere sostenibilità ed efficacia nel sistema sanitario.” Il confronto quotidiano con la carenza di risorse e personale obbliga a modelli di cura più integrati e funzionali.
Gestione dei pazienti lungoviventi e attenzione alle esigenze psicosociali
Con l’incremento della sopravvivenza, in italia oggi ci sono circa 3,7 milioni di persone che vivono dopo una diagnosi di tumore. Questa cifra supera di gran lunga i 2,6 milioni del 2010, mettendo in luce una nuova realtà da affrontare all’interno della pratica oncologica.
Aiom ha realizzato una linea guida dedicata proprio ai cosiddetti “lungoviventi”, focalizzandosi non solo sugli aspetti clinici ma anche su quelli che riguardano disagi come la fatigue, i disturbi del sonno e le difficoltà legate alla sessualità. Perrone sottolinea l’importanza per gli oncologi di “trattare anche le conseguenze psicologiche e sociali della malattia, che incidono profondamente sulla qualità della vita del paziente.”
Questo approccio richiede un allargamento dello sguardo medico oltre la gestione tradizionale della patologia, includendo un sostegno integrato e multidimensionale. L’obiettivo è migliorare il benessere complessivo di chi convive con il tumore nel lungo periodo.
Difficoltà nella diffusione pratica delle linee guida e disparità regionali
Massimo Di Maio, presidente eletto di Aiom, ha evidenziato che le linee guida rappresentano strumenti indispensabili per uniformare le scelte cliniche, ma la loro completa applicazione si scontra con la scarsità di risorse e personale negli ospedali italiani. Spesso, quello che resta è un documento stampato che fatica a tradursi in interventi costanti e omogenei.
Il tema della neoadiuvanza, ovvero il trattamento chemioterapico o immunoterapico prima dell’intervento chirurgico, è un esempio significativo. In specifici tumori come quello dello stomaco o della vescica, le linee guida raccomandano la chemioterapia pre-operatoria da tempo, ma la sua diffusione nelle strutture è disomogenea. Anche nel carcinoma polmonare, grazie alla chemioimmunoterapia, l’intervento precoce assume maggiore rilevanza.
Le linee guida spingono a discussioni multidisciplinari che coinvolgano oncologi, chirurghi e altri specialisti prima di definire il percorso terapeutico. Non rispettare queste raccomandazioni può significare togliere al paziente chance importanti di cura e di sopravvivenza. Aiom inquadra le sue linee guida anche come un mezzo per promuovere cambiamenti organizzativi e scientifici tra professionisti.
Aggiornamenti periodici e linee guida trasversali per nuove esigenze oncologiche
Nel sistema nazionale le linee guida Aiom devono essere aggiornate ogni due anni e possiedono valore legale. Non si limitano a indicare protocolli terapeutici, ma scelgono anche indicatori come la qualità di vita del paziente, elemento sempre più riconosciuto nella comunità oncologica.
Accanto alle linee guida più tradizionali mirate a specifiche patologie, Aiom ha sviluppato documenti sui temi trasversali che riguardano i malati oncologici. Tra questi, la cardio-oncologia, il supporto nutrizionale, le vaccinazioni, la preservazione della fertilità e l’assistenza psicosociale rappresentano ambiti cruciali per una cura a 360 gradi.
Questi documenti contribuiscono a una gestione più ampia e complessiva del percorso oncologico, andando oltre il singolo trattamento per offrire un supporto che accompagna il paziente sotto molteplici aspetti.
Ruolo della real world evidence nella definizione delle linee guida oncologiche
Durante la 23esima conferenza nazionale Aiom, uno dei temi discussi ha riguardato il valore della “real world evidence”, ovvero i dati clinici raccolti nella pratica quotidiana e non solo negli studi sperimentali controllati.
Gli studi randomizzati restano fondamentali per approvare nuovi farmaci, ma non coprono tutte le situazioni reali, come comorbilità o gruppi di pazienti meno rappresentati. La real world evidence fornisce informazioni preziose sugli esiti terapeutici, sulle scelte organizzative e sulla gestione dei trattamenti in condizioni normali, non selezionate.
L’Europa sta spingendo per un uso più esteso di queste evidenze nel processo regolatorio e di rimborso. Politiche che richiedano l’uso della real world evidence permetterebbero alle società scientifiche di definire linee guida più precise e aggiornate, capaci di informare meglio medici, pazienti e decisori pubblici sull’efficacia dei trattamenti oncologici nella quotidianità.