L’Italia si è ufficialmente aggiunta alla lista delle nazioni in gara per ospitare la nona edizione degli Invictus Games, che si terrà nel 2029. La candidatura coinvolge la regione Veneto, che punta a sfruttare le infrastrutture sportive e ricettive realizzate in vista delle Olimpiadi e Paralimpiadi di Milano-Cortina 2026. Tra le nazioni in lizza spiccano anche Danimarca, Nigeria, Corea del Sud, Stati Uniti e Ucraina. L’evento, noto per il coinvolgimento di veterani delle forze armate con disabilità, rappresenta un momento di rilievo per la promozione dell’inclusione e della riabilitazione psicofisica.
La proposta italiana: veneto capitale degli invictus games 2029
L’Italia ha avanzato la propria candidatura per ospitare gli Invictus Games 2029 proponendo la regione Veneto come sede dell’evento. Questo territorio è stato scelto perché, grazie agli investimenti legati alle Olimpiadi e Paralimpiadi di Milano-Cortina 2026, dispone di un sistema di infrastrutture sportive e di accoglienza senza barriere architettoniche. Lo sviluppo degli impianti e delle strutture alberghiere è infatti orientato a garantire accessibilità e comfort a atleti con diverse esigenze fisiche.
Il contesto geografico e logistico
La scelta del Veneto non è casuale. Il contesto geografico e logistico della regione, unito all’eredità legata all’organizzazione delle grandi manifestazioni sportive internazionali previste nel prossimo biennio, costituisce un elemento che rafforza la candidatura italiana. Le strutture multisport realizzate, così come la rete di trasporti e i servizi correlati, si prestano alla gestione di un evento complesso come gli Invictus Games, che coinvolge decine di atleti veterani da tutto il mondo.
Leggi anche:
Il progetto messo in campo mira a capitalizzare le esperienze accumulate nella preparazione di eventi internazionali, evitando sprechi e favorendo un uso sostenibile delle risorse. Questo aspetto risulta cruciale per dimostrare alla Fondazione Invictus Games la capacità dell’Italia di organizzare la manifestazione rispettando tempi, standard di qualità e criteri di inclusività.
Il percorso della candidatura italiana e le prossime tappe
La sottosegretaria alla Difesa, Isabella Rauti, ha spiegato che il cammino per la candidatura italiana ha preso avvio a febbraio 2025 in occasione degli Invictus Games di Vancouver. Durante l’evento, la delegazione italiana ha avviato i contatti con i vertici della Fondazione, definendo una strategia e presentando la proposta ufficiale della regione Veneto.
La Fondazione Invictus Games ha comunicato le sei nazioni candidate: Italia, Danimarca, Nigeria, Corea del Sud, Stati Uniti e Ucraina. Nei prossimi mesi è previsto un processo di valutazione tecnico-logistica che porterà alla formulazione di una short list entro dicembre 2025. A giugno 2026 verrà annunciata la nazione prescelta per l’organizzazione della nona edizione dei Giochi.
La selezione si basa su criteri di accessibilità, impatti sociali, capacità organizzativa e sostenibilità economica. Le città candidate dovranno dimostrare di garantire spazi adeguati, servizi e un ambiente inclusivo per atleti con disabilità derivanti dall’attività militare, valorizzando al contempo la dimensione di riabilitazione psicofisica.
Dichiarazioni di isabella rauti
“Questi Giochi svolgono un ruolo fondamentale nella riabilitazione dei partecipanti. Attraverso lo sport si favorisce il recupero fisico e mentale, aiutando i veterani a reinserirsi nella società e a superare le sfide legate alle disabilità”, ha sottolineato Isabella Rauti.
Il valore sociale degli invictus games
Gli Invictus Games rappresentano una competizione sportiva internazionale rivolta a militari e veterani che hanno subito traumi permanenti o invalidità in servizio. L’evento si caratterizza non solo per l’aspetto agonistico, ma anche per promuovere valori di inclusione sociale, supporto psicologico e riconoscimento morale verso chi ha servito le forze armate.
Oltre alla dimensione mediatica, gli Invictus Games offrono una piattaforma per coinvolgere istituzioni, associazioni e cittadini attorno a un progetto che evidenzia la resilienza umana e la necessità di migliorare strutture, servizi e politiche per la disabilità. La partecipazione costante dell’Italia e del Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa testimonia il legame con questa realtà e la volontà di sostenere concretamente i veterani.
La portata internazionale della competizione: sfida tra sei nazioni
La conferma delle sei nazioni candidate all’organizzazione dei Giochi Invictus del 2029 evidenzia la rilevanza globale dell’evento. Oltre all’Italia, si contenderanno l’assegnazione la Danimarca, notevole per la sua attenzione all’inclusività sociale, la Nigeria, che punta a rafforzare la propria immagine internazionale, la Corea del Sud, con esperienze consolidate in manifestazioni sportive, gli Stati Uniti, promotori storici dell’iniziativa, e l’Ucraina, che attraverso la candidatura intende lanciare un messaggio di speranza e resilienza in un momento complesso.
Significato politico e sociale della candidatura
Questa competizione per ospitare i Giochi interessa non solo aspetti tecnici o logistici ma anche lo scenario politico e sociale delle nazioni in corsa. Ospitare gli Invictus Games richiede anche un impegno nel favorire dialoghi interni sulle difficoltà affrontate dai veterani, nonché nella costruzione di reti di supporto.
L’attenzione internazionale verso l’evento aumenta le aspettative sul Paese ospitante, che deve garantire non solo strutture adeguate ma un contesto favorevole per chi affronta la sfida della disabilità. La scelta finale dipenderà dall’equilibrio tra capacità organizzative, impatto sociale e disponibilità di risorse.
L’importanza per l’Italia e il ruolo del gruppo sportivo paralimpico della difesa
Per l’Italia, potere ospitare gli Invictus Games rappresenterebbe un momento rilevante a livello sportivo e sociale. La sottosegretaria Isabella Rauti ha evidenziato che la decisione avrebbe un valore forte per il nostro Paese, anche perché il Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa ha preso parte a tutte le edizioni degli Invictus Games fino a oggi.
Il coinvolgimento del gruppo sportivo riflette l’attenzione del ministero della Difesa verso le pratiche sportive come strumento di riabilitazione e inclusione sociale. Gli atleti militari che hanno subito traumi trovano nel movimento e nella competizione un mezzo per recuperare fiducia e autonomia.
“La candidatura italiana si inserisce in un percorso che dimostra la capacità del Paese di promuovere occasioni di valorizzazione dei veterani attraverso iniziative concrete”, si legge infine nell’analisi degli esperti del settore.