L'istituto Colosimo a Napoli: accuse di smantellamento e degrado dell'eredità del barone Quintieri

L’istituto Colosimo a Napoli: accuse di smantellamento e degrado dell’eredità del barone Quintieri

Controversie sulla gestione dell’istituto ‘Paolo Colosimo’ sollevano preoccupazioni per il degrado della struttura e la destinazione delle eredità, con richieste di ristrutturazione e mantenimento della missione sociale.
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L'istituto Colosimo a Napoli: accuse di smantellamento e degrado dell'eredità del barone Quintieri - (Credit: www.ansa.it)

Il dibattito sull’istituto ‘Paolo Colosimo’, coinvolto in una controversia legata alla gestione delle eredità destinate alle persone non vedenti, sta suscitando preoccupazioni significative. La consigliera regionale Maria Muscarà e il presidente di ‘Sud Protagonista’, Salvatore Ronghi, hanno espresso forti preoccupazioni riguardo al presunto smantellamento dell’istituto e alla destinazione di beni ereditati per interessi estranei alla loro missione sociale. La questione è stata al centro di una conferenza stampa tenutasi presso il Consiglio Regionale della Campania, con la partecipazione anche di rappresentanti dell’istituto.

Accuse e indagini sulla gestione dell’eredità

Durante l’incontro, Maria Muscarà ha riferito di aver presentato un esposto alle procure di Napoli e Santa Maria Capua Vetere, così come alla Corte dei Conti, denunciando la potenziale appropriazione indebita di due aziende agricole facenti parte dell’eredità del barone Quintieri. Queste aziende, situate rispettivamente a Passerano e Montecoriolano, erano destinate all’istituto per il beneficio delle persone non vedenti. Muscarà ha evidenziato come l’affidamento a una società di Mondragone, tramite un decreto dirigenziale, possa apparire problematica, con un canone troppo basso rispetto al valore delle aziende. La consigliera ha sottolineato la necessità di un intervento da parte della magistratura, per chiarire le modalità di concessione, definirne la trasparenza e garantire il rispetto delle finalità benefiche a cui l’eredità era destinata.

Condizioni di abbandono e degrado dell’istituto

Ronghi ha evocato la sua lunga battaglia a difesa dell’istituto Colosimo, denunciando lo stato di abbandono di diverse aree della struttura. Le immagini mostrate durante la conferenza evidenziavano stanze utilizzate in passato per attività culturali e sociali ridotte a spazi di degrado, con rifiuti accumulati e arredi in condizioni precarie. Le affermazioni dei politici arrivano in risposta a voci persistenti riguardo a un possibile ampliamento di spazi da concedere ad altri soggetti, come il Museo Mann e il Conservatorio di San Pietro Majella. Queste iniziative sono percepite come un tentativo di privatizzare una struttura che storicamente ha avuto una missione pubblica e sociale.

Il punto di vista degli ospiti dell’istituto

Il rappresentante della delegazione degli ospiti, Nunzio Torre, ha condiviso la sua preoccupazione e quella degli altri residenti riguardo a un tetto massimo fissato per il numero di persone non vedenti accolti nell’istituto. Torre ha lamentato l’inadeguatezza di tale limite e la mancanza di risposte concrete da parte dell’assessore al Demanio e Patrimonio riguardo alle richieste di ristrutturazione. Secondo le testimonianze, la struttura potrebbe ospitare molti più residenti e riprendere attività culturalmente significative, utilizzando le risorse provenienti dai beni lasciati dal barone Quintieri, che fin dal 1892 dovevano servire alla causa dei non vedenti. Le affermazioni di Torre evidenziano come ci sia una lotta in corso per preservare l’eredità del barone e mantenere vivo il suo spirito solidaristico.

Le richieste di ristrutturazione e un impegno per il futuro

In sintesi, i rappresentanti dell’istituto e le autorità locali hanno espresso l’intenzione di opporsi fermamente a qualsiasi tentativo di privatizzazione e di concessione di spazi esterni. Il messaggio è chiaro: l’istituto ‘Paolo Colosimo’ deve rimanere un luogo dedicato alle persone non vedenti, rispettando le volontà del barone Quintieri. La necessità di interventi di ristrutturazione e un aumento della capacità di accoglienza sono stati sottolineati come passaggi cruciali per garantire non solo il mantenimento della struttura, ma anche la continuazione di un servizio che risponde a esigenze fondamentali di inclusione sociale e supporto. Gli sviluppi futuri su questa delicata situazione sono attesi con grande attenzione da parte della comunità e delle istituzioni coinvolte.

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