L’intelligenza artificiale tra sicurezza, disinformazione e nuovi equilibri nella geopolitica globale

L’intelligenza artificiale tra sicurezza, disinformazione e nuovi equilibri nella geopolitica globale

L’intelligenza artificiale trasforma comunicazione, sicurezza e geopolitica, sollevando sfide su disinformazione, controllo dei dati e regolamentazione; esperti al Festival dell’Economia di Trento 2025 evidenziano rischi e opportunità per società e istituzioni.
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L’articolo analizza come l’intelligenza artificiale stia trasformando comunicazione, sicurezza e geopolitica, evidenziando sfide legate a disinformazione, gestione dei dati e regolamentazione, emerse al Festival dell’Economia di Trento 2025. - Gaeta.it

L’intelligenza artificiale sta cambiando il modo in cui governi e società comunicano e gestiscono la sicurezza, generando nuove tensioni e sfide a livello globale. Durante il Festival dell’Economia di Trento del 2025, esperti di diversi ambiti si sono confrontati su come queste tecnologie stiano influenzando non solo la diffusione dell’informazione ma anche le strategie geopolitiche. Il dibattito ha messo in evidenza questioni cruciali legate alla disinformazione, al controllo dei dati e alla gestione delle comunicazioni online, temi che assumono un rilievo crescente nel contesto europeo e mondiale.

Il ruolo dell’intelligenza artificiale nella disinformazione e nella comunicazione politica

Sara Tonelli, responsabile dell’unità Digital Humanities presso il centro Digital Society di FBK, ha approfondito il ruolo centrale dell’intelligenza artificiale nella creazione di contenuti e nella lotta alla disinformazione. L’IA può generare notizie false in maniera rapida, amplificare narrazioni ingannevoli e influenzare l’opinione pubblica con messaggi manipolativi distribuiti attraverso i social media e altre piattaforme digitali. Questo fenomeno altera profondamente il modo in cui le informazioni circolano, rendendo difficile per i cittadini distinguere tra ciò che è vero e ciò che è costruito per confondere. Tonelli ha spiegato come l’uso avanzato degli algoritmi e dei modelli di apprendimento automatico consenta sia la generazione di falsi contenuti, sia la loro individuazione, creando una sfida continua tra chi produce disinformazione e chi tenta di contenerla.

Impatto sull’opinione pubblica

L’impatto sull’opinione pubblica è significativo, specie in contesti democratici, dove la fiducia nei media e nelle istituzioni può essere compromessa. Tali dinamiche incidono sulle scelte politiche e sociali, poiché l’orientamento degli elettori e delle comunità può venir influenzato da informazioni distorte. Le capacità dell’IA nel modellare il discorso pubblico alzano un problema di responsabilità sulle piattaforme e sugli enti che gestiscono queste tecnologie, ponendo la necessità di interventi regolatori e di una maggiore trasparenza nei processi.

L’influenza della comunicazione online sulle dinamiche di sicurezza e società

Stefano Mannino, presidente del Centro Alti Studi per la Difesa, ha sottolineato il ruolo strategico della comunicazione digitale nelle decisioni collettive e negli equilibri sociali. L’utilizzo di messaggi diffusivi, campagne mirate e strumenti tecnologici avanzati crea una vera e propria “zona di influenza” che può orientare opinioni, manipolare percezioni e influenzare il comportamento di intere comunità. Questi aspetti contribuiscono a definire la prosperità o l’instabilità di una società, soprattutto quando si tratta di sicurezza nazionale e politica estera.

Mannino ha ricordato che l’intelligenza artificiale e gli strumenti digitali vengono ormai integrati nelle strategie di difesa e sicurezza, trasformando il modo in cui si pianificano le azioni di contrasto a minacce interne ed esterne. La capacità di controllare il flusso di informazioni e di interrompere propagande ostili diventa un fattore di potere. Le nuove tecnologie, quindi, non rappresentano solo un avanzamento tecnico, ma si inseriscono in un quadro dove la tenuta sociale e politica dipende anche dalla gestione efficace di questi flussi comunicativi.

Identità digitale e reputazione online: il nuovo patrimonio personale

Pier Domenico Garrone, esperto di comunicazione digitale, ha evidenziato come l’identità costruita online sia diventata una parte fondamentale della vita contemporanea. Le persone definiscono la loro presenza sul web attraverso interazioni, contenuti condivisi e opinioni espresse, ma questi dati creano una reputazione che sarà poi valutata da individui, aziende e istituzioni. Questa reputazione digitale si traduce in un vero e proprio patrimonio personale, capace di incidere su opportunità lavorative, sociali o politiche.

Garrone ha messo in guardia sul fatto che questa “infrastruttura” personale può essere alterata da campagne di disinformazione o da utilizzi impropri dei dati, provocando conseguenze concrete nella vita reale. La consapevolezza delle modalità con cui si costruisce e si tutela l’identità online è tornata centrale in una società sempre più digitale. La gestione delle informazioni personali, lasciate su piattaforme che utilizzano intelligenza artificiale, diventa determinante per salvaguardare la propria immagine e i propri diritti.

Rischi e opportunità dell’identità digitale

La reputazione online può rappresentare sia un’opportunità che un rischio, a seconda di come vengono gestiti i dati personali e le campagne di comunicazione. Questo rende imprescindibile lo sviluppo di competenze digitali e di politiche di tutela efficaci.

Proprietà dei dati e regolamentazione dell’intelligenza artificiale

Michele Corradino, presidente di Sezione del Consiglio di Stato, ha posto l’accento su un aspetto fondamentale: chi controlla le tecnologie di intelligenza artificiale e i dati che ne derivano? Corradino ha indicato che la definizione di un quadro normativo chiaro e coerente nasce dalla consapevolezza del potere che deriva dalla gestione di questi strumenti. Senza regole precise, rischiano di amplificarsi disparità di potere, abusi e conseguenze imprevedibili.

La normativa deve quindi tenere conto sia della tutela dei diritti individuali, sia degli interessi collettivi rispetto alla sicurezza e al benessere sociale. Le istituzioni europee stanno affrontando queste sfide, ma la rapidità con cui l’IA si diffonde rende difficile il passo con la legislazione. La discussione verte su come delimitare l’accesso ai dati sensibili, gestire la trasparenza degli algoritmi e responsabilizzare chi progetta e utilizza queste tecnologie. Solo un sistema robusto potrà garantire che l’intelligenza artificiale resti uno strumento al servizio della società, senza compromettere i principi fondamentali di giustizia e libertà.

Un quadro geopolitico in trasformazione tra tecnologia e instabilità

Il panel del Festival dell’Economia di Trento ha restituito un’immagine complessa dell’impatto dell’intelligenza artificiale nella geopolitica contemporanea. Non si tratta solo di questioni tecnologiche, ma di cambiamenti culturali e politici che riflettono le difficoltà e le sfide di un mondo in continua evoluzione. La presenza crescente di strumenti digitali nelle relazioni internazionali mostra come i confini tradizionali si trasformino, aprendo spazi nuovi per conflitti, cooperazioni, ma anche disorientamento.

In questo contesto europeo i nodi da sciogliere riguardano la gestione dei flussi informativi e la creazione di standard condivisi per l’utilizzo dell’IA. Le discussioni sollevate al festival suggeriscono che la geopolitica entrerà sempre più dentro le piattaforme digitali. Paesi e istituzioni dovranno trovare un equilibrio, ancora in gran parte da definire, tra sicurezza, innovazioni tecnologiche e diritti civili. E il futuro europeo dipenderà da come saranno affrontate queste questioni nei prossimi anni.

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