L’uso crescente dell’intelligenza artificiale nell’arte sta cambiando modi e confini della creatività, ma provoca anche una forte discussione tra chi crea opere e chi sviluppa tecnologie. Durante il comicon di Napoli 2025, due nomi noti del fumetto e dell’illustrazione, Tanino Liberatore e Dave McKean, hanno affrontato con parole dirette e forti questo tema, rivelando le tensioni e le domande che emergono in un’epoca in cui il digitale si infiltra sempre di più nel lavoro artistico.
Tanino liberatore e la sfida dell’intelligenza artificiale nell’arte
Nel corso del comicon, Tanino Liberatore ha espresso una visione chiara e preoccupata dell’ingresso dell’intelligenza artificiale nell’ambito artistico. Secondo Liberatore, l’IA sta avanzando in modo irrefrenabile e spesso impone un’impronta che tolga spazio alla creatività umana. Ha detto che “tu non sei più creativo, ti arrendi e decide lei”, riferendosi al fatto che gli algoritmi sembrano prendere decisioni autonome nella creazione, limitando l’apporto umano.
Liberatore ha sottolineato che la tecnologia, nonostante non sia vera creatività, domina molte volte lo spazio di espressione artistica. Ha definito questa situazione quasi una sconfitta per l’uomo e una presenza spaventosa nel mondo dell’arte. Tuttavia, ha invitato a non negare la realtà: l’IA “arriva e resterà”. Per questo motivo, ha ammesso la necessità di uno studio e di un confronto con questi nuovi strumenti, per comprenderne le potenzialità e i limiti.
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Dialogo tra liberatore e mckean sull’arte ai tempi dell’intelligenza artificiale
Durante l’incontro “La creatività, secondo me”, Liberatore e McKean hanno dialogato sull’arte ai tempi dell’intelligenza artificiale, mostrando punti di vista forti e contrastanti. Liberatore ha ripercorso anche la sua esperienza di artista tradizionale, mettendo in evidenza come l’IA rappresenti non solo una sfida tecnica ma un problema culturale e concettuale, con cui dover fare i conti anche a livello personale.
Dave mckean critica l’uso dell’intelligenza artificiale nell’arte e il suo impatto sulla creatività
L’artista inglese Dave McKean ha aggiunto parole in sintonia con Liberatore ma con uno sguardo che va oltre la semplice critica. McKean ha definito la creatività come un processo umano fatto di tentativi, errori e cambiamenti continui. Per lui, l’IA non può riprodurre questo percorso perché si limita a elaborare dati e modelli senza sperimentare in modo autentico.
Ha spiegato che l’intelligenza artificiale, chiamata in modo improprio “intelligenza”, non costruisce legami emotivi o empatici con chi guarda o vive l’opera d’arte. Per McKean, l’arte è un atto umano che nasce da esperienze personali e genera una connessione profonda con il pubblico, una dimensione che la macchina non può raggiungere.
Esperienza personale di mckean e studio dell’IA
L’artista ha raccontato la sua esperienza personale, iniziata con una reazione di chiusura e paura rispetto all’IA, simile a un “ripiegarsi in posizione fetale”. Dopodiché ha dedicato due anni a studiare lo strumento, arrivando anche a scrivere un libro sul tema. Ha constatato che l’IA spesso si appropria del lavoro degli artisti senza chiedere permessi, azione che definisce non etica.
Per McKean la vera arte si basa sull’invenzione e la fantasia degli artisti, elementi che non si possono sostituire con semplici richieste a un motore di ricerca. Ha spiegato che scrivere due parole su un computer per ottenere un risultato significa rinunciare al processo creativo, quello che per lui distingue l’arte vera dall’operazione meccanica e ripetitiva.
Il rapporto di liberatore e mckean con le copertine musicali tra musica e immagine
Un altro aspetto toccato nel confronto al comicon riguarda il lavoro su progetti che uniscono arte visiva e musica. Liberatore e McKean hanno raccontato come realizzano le copertine di album, un lavoro artistico che richiede un dialogo stretto con i musicisti.
Liberatore ha ricordato gli inizi, quando disegnava copertine prima che il disco uscisse, senza poter ascoltare la musica. All’epoca si affidava molto ai rapporti personali con i musicisti, citando l’esempio di Frank Zappa con cui avevano un legame di amicizia che facilitava la comprensione reciproca. Con il tempo però, dice Liberatore, è cambiato il modo di lavorare: oggi è fondamentale ascoltare l’album prima di ideare un’immagine, ma serve anche un confronto diretto con l’artista per catturare l’essenza della musica.
Mckean e la musica come fonte d’ispirazione
McKean ha raccontato la sua esperienza, iniziata con lo studio del pianoforte da ragazzo, poi abbandonato per dedicarsi al disegno. Nel corso della carriera ha realizzato circa cento copertine, collaborando con musicisti come Alice Cooper e Tori Amos. Per lui la musica è fonte di ispirazione che viene trasformata in immagini. Non riproduce letteralmente il titolo dell’album ma interpreta le emozioni che l’ascolto suscita, traducendo su carta quello che la musica comunica.
Il processo creativo di McKean si basa su appunti e schizzi che nascono dalle sensazioni, creando un ponte tra suono e immagine. Questo modo di lavorare mette in evidenza come l’arte nasca da esperienze personali, difficilmente replicabili da un’intelligenza artificiale.
L’intelligenza artificiale fra arte e tecnologia: dubbi e frontiere in evoluzione
Lo scambio tra Liberatore e McKean mette in luce le questioni sul confine tra arte umana e tecnologia. L’IA entra in campi tradizionalmente riservati alla creatività personale, sollevando interrogativi etici e culturali sulla sua legittimità nell’ambito artistico.
Entrambi gli artisti riconoscono che si tratta di una realtà che non si può ignorare. Liberatore parla di accettare la presenza dell’IA per studiarla, mentre McKean denuncia la mancanza di rispetto verso gli artisti di cui l’intelligenza artificiale sfrutta le opere senza autorizzazioni.
Il dialogo aiuta a chiarire che la creatività implica passaggi umani non riproducibili da algoritmi: l’impatto emotivo, il confronto con l’errore, la trasformazione delle idee nel tempo. Anche nel 2025 questo scontro tra uomo e macchina si presenta in modo concreto, con molte tensioni e senza risposte definitive.
I lavori presentati al comicon, come quello inedito di McKean “raptor – una storia di sokól”, mostrano che l’arte tradizionale continua a essere un campo vivo, dove si affrontano i temi del futuro senza rinunciare alla propria storia e sensibilità.