L’industria cartaria italiana tra esportazioni di carta da riciclare e sfide di mercato nel 2024

L’industria cartaria italiana tra esportazioni di carta da riciclare e sfide di mercato nel 2024

L’industria cartaria italiana nel 2024 cresce nell’uso di carta da riciclare ed export, ma soffre per costi energetici elevati e importazioni crescenti, con una chiamata a un “Paper Industrial Deal” per migliorare la competitività.
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L’industria cartaria italiana nel 2024 mostra crescita nel riciclo e nelle esportazioni, ma soffre per alti costi energetici e limitata capacità produttiva interna, che porta a importare prodotti finiti nonostante l’export di materia prima. - Gaeta.it

L’industria cartaria italiana mostra segnali contrastanti nel 2024. Da un lato, cresce la raccolta e l’utilizzo di carta da riciclare, che raggiunge cifre rilevanti nelle esportazioni. Dall’altro, la capacità produttiva interna non assorbe tutto il materiale raccolto, spingendo l’Italia a importare prodotti finiti derivati proprio dalla carta che esporta come materia prima. Questi meccanismi sottolineano le difficoltà di un comparto che deve fronteggiare costi energetici elevati e la concorrenza estera sul mercato domestico.

Esportazioni di carta da riciclare e dinamiche di mercato

Nel periodo recente l’Italia ha esportato circa 1,73 milioni di tonnellate di carta da riciclare, pari a un quarto della carta raccolta da cittadini e aziende. Questo dato corrisponde a più di 60mila container medi, un volume notevole per il paese. Il problema è che questa stessa materia prima torna in Italia sotto forma di prodotti finiti, come carta e cartone trasformati all’estero. Questo loop riflette lo squilibrio tra la raccolta interna e le limitate possibilità di trasformazione delle industrie italiane, condizionate dal costo elevato dell’energia e altre difficoltà strutturali.

Un mercato interno diviso

Il settore cartario italiano si caratterizza per una domanda interna divisa quasi a metà tra beni prodotti da aziende nazionali e importazioni dall’estero. Nel 2024, le importazioni sono aumentate del 12,7%, rappresentando oltre il 54% della domanda. Questo suggerisce una perdita di competitività delle imprese del paese. La forte crescita delle importazioni indica che molti prodotti finiti arrivano dall’estero, benché la materia prima venga esportata direttamente dall’Italia.

In parallelo, l’export è tornato a crescere, con un incremento dell’11,2% rispetto al 2023. La maggior parte della domanda estera punta a paesi come Francia, Germania e Spagna, soprattutto per le carte e cartoni destinati all’imballaggio, che segnano un aumento del 15,4%. Questi dati mostrano un settore con un mercato estero attivo, ma che fatica a bilanciare la produzione e la trasformazione interna rispetto ai flussi globali.

Utilizzo crescente di carta da riciclare nella produzione nazionale

La presenza di carta riciclata nella produzione italiana è in crescita da diversi anni. Negli ultimi cinque, il tasso di riutilizzo dei rifiuti di carta pre e post consumo è passato da una media del 55% tra il 2010 e 2019 a una media del 64% tra il 2020 e 2024. Il picco del 67% è stato raggiunto nel 2023, segno che le cartiere italiane applicano maggiormente materiali di recupero nelle loro lavorazioni.

Nonostante questo aumento nel riciclo, gran parte della carta raccolta non è utilizzata direttamente nel processo produttivo interno. In media, circa il 21% della produzione di carta italiana è rappresentato da materiale riciclato che tuttavia viene esportato senza essere riutilizzato localmente. Questi volumi esportati costituiscono quasi un quarto della raccolta di carta domestica nel medesimo quadriennio. Ciò evidenzia come il recupero non si traduca completamente in lavorazioni per il mercato nazionale.

Problemi per la filiera

Questo scenario presenta componenti problematiche per la filiera, dato che le cartiere faticano a trasformare tutta la materia raccolta e subiscono la concorrenza internazionale dove i costi, soprattutto quelli energetici, sono più bassi. Le inefficienze e i limiti nella capacità di impiego della materia prima interna sono elementi cruciali nel definire l’andamento del settore.

Chiamata a un “paper industrial deal” per sostenere il comparto

Nel corso dell’assemblea pubblica di Assocarta a Roma, il presidente Lorenzo Poli ha richiesto l’adozione di un “Paper Industrial Deal”. Questo progetto mira a definire dieci punti fondamentali per ridurre gli ostacoli che frenano la crescita del settore italiano della carta. Poli ha indicato alcune priorità, a partire dalla riduzione del prezzo del gas, un costo che, più che in altri paesi europei, pesa sui produttori italiani.

Altri temi evidenziati riguardano l’innovazione nei processi produttivi, come sistemi per migliorare la qualità dell’aria interna mediante tecnologie di asciugatura più sostenibili. Il percorso puntato include anche decarbonizzazione, incremento dell’efficienza energetica e supporto ai progetti di riciclo prossimo, per valorizzare materiali raccolti e trasformati localmente.

La disparità nei costi energetici

Il presidente ha sottolineato una dinamica negativa che vede l’Italia penalizzata dai problemi energetici in un contesto europeo dove i concorrenti diretti – specie Francia, Germania e Spagna – affrontano meno difficoltà legate a costi di energia elevati. Questa disparità comporta un fenomeno di svantaggio competitivo che limita la capacità della filiera cartaria italiana di mantenere la propria posizione sui mercati.

Stabilimenti italiani e sfide per la competitività nel contesto europeo

Il settore cartario italiano può contare su 151 stabilimenti operativi distribuiti in tutto il paese. Nessuno di questi impianti ha chiuso negli ultimi anni, un segnale di stabilità per la produzione. Il valore aggiunto del comparto risiede nella circolarità dei materiali, un parametro in cui la carta italiana eccelle superando molti standard europei.

Tuttavia, nel 2023 il comparto ha perso la seconda posizione in Europa, scendendo al terzo posto dietro a concorrenti più forti. La perdita di competitività è legata soprattutto ai costi di produzione più elevati, in particolare quelli energetici, che rendono difficile competere con le aziende straniere su scalabilità e prezzo finale.

Equilibrio tra qualità e costi

Lorenzo Poli ha evidenziato anche la difficoltà nel rispondere alle esigenze di mercato, in particolare nel trovare un equilibrio tra qualità, sostenibilità e costi di produzione, elementi fondamentali per riuscire a competere nel contesto europeo. Nonostante le iniziative e l’interesse per nuove metodologie produttive, il ritardo sui costi energetici crea un gap difficile da colmare.

La sfida per l’industria cartaria italiana consiste nel riorganizzare le risorse e possibili investimenti per migliorare la capacità di assorbire tutta la materia raccolta, minimizzando la dipendenza dall’estero sia per le materie prime che per i prodotti finiti. Solo in questo modo il settore potrà consolidare la propria posizione nel mercato nazionale e internazionale.

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