L’impatto della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale sulla vita degli anziani in italia

L’impatto della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale sulla vita degli anziani in italia

La trasformazione digitale e l’intelligenza artificiale modificano l’accesso ai servizi pubblici per gli anziani in Italia, evidenziando la necessità di inclusione, alfabetizzazione digitale e mantenimento della comunicazione umana.
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L'articolo analizza l'impatto della trasformazione digitale e dell'intelligenza artificiale sulla popolazione anziana, evidenziando rischi di esclusione e isolamento, e sottolinea l'importanza di mantenere la comunicazione umana e promuovere l’inclusione digitale per garantire accesso equo ai servizi. - Gaeta.it

Negli ultimi anni, la trasformazione digitale e l’ingresso dell’intelligenza artificiale hanno modificato molte abitudini quotidiane, con effetti particolari sulla popolazione anziana. Queste tecnologie vengono integrate rapidamente in servizi essenziali come sanità, previdenza e amministrazione pubblica, ma rischiano di lasciare indietro chi non ha familiarità con i nuovi strumenti digitali. Papa Francesco ha più volte sottolineato il valore sociale degli anziani e la necessità di tutelarli in questo contesto. Ecco alcune riflessioni sul rapporto tra vecchiaia, tecnologia e società.

La digitalizzazione accelera la distanza tra anziani e servizi pubblici

Ormai quasi tutti i servizi pubblici, dal pagamento delle pensioni alle prenotazioni sanitarie, passano tramite piattaforme digitali. Chiunque non disponga di un dispositivo, di una connessione stabile o di competenze informatiche rischia di trovasi escluso o in forte difficoltà. La maggior parte degli utenti disconnessi appartiene alla fascia anziana, quella che proprio avrebbe più bisogno di accesso facilitato a queste prestazioni. Questo cambiamento rapido rende necessaria una nuova forma di alfabetizzazione digitale, ma anche la ricerca di alternative che non forzino sempre l’utilizzo del digitale.

I rischi del nuovo sistema digitale

In un contesto sociale che promuove sempre più l’efficienza digitale, il rischio concreto per gli anziani è di perdere autonomia, fiducia e relazioni personali con servizi umani veri. Al tempo stesso aumentano i disagi psicologici dovuti al senso di isolamento e all’incapacità di gestire le procedure online. Le difficoltà non sono solo tecnologiche; coinvolgono anche aspetti emotivi e relazionali, perché la comunicazione umana diretta spesso lascia spazio solo a interazioni meccaniche e standardizzate. Questo impoverisce l’esperienza di chi ha necessità particolari, come gli anziani.

Intelligenza artificiale e sfide etiche per la società anziana

L’arrivo dell’intelligenza artificiale nelle piattaforme digitali aggiunge un ulteriore livello di complessità. L’IA consente automazioni e decisioni immediate, ma tende anche a standardizzare le interazioni e, peggiorando le cose, può discriminare indirettamente chi non padroneggia le nuove tecnologie. Nel 2020, la Pontificia Accademia per la Vita ha promosso momenti di riflessione importanti su questi temi, richiamando l’attenzione alla dottrina sociale della Chiesa.

Parole di papa francesco sull’IA

Papa Francesco ha ricordato quanto sia fondamentale che l’intelligenza artificiale rimanga «al servizio di ogni persona nella sua integralità», senza lasciare indietro nessuno per ragioni d’età, condizione sociale, o cultura digitale. L’applicazione dell’IA deve orientarsi al bene comune evitando nuove forme di esclusione. Sul piano pratico, questo significa creare sistemi che contemplino anche gli utenti meno esperti, non relegandoli a un ruolo marginale. In più, servono regole chiare per impedire che l’IA gestisca aspetti delicati senza trasparenza e umanità.

L’urgenza di preservare la comunicazione umana nelle relazioni con gli anziani

Nel messaggio del papa per il workshop “The ‘Good’ Algorithm?” emerge un tema centrale: i media digitali e l’intelligenza artificiale non devono sostituire la comunicazione diretta tra persone. Per gli anziani questo è un punto cruciale. Spesso la tecnologia aumenta la distanza nei rapporti famigliari e sociali, al punto da creare sfiducia e isolamento. Quando la tecnologia intercetta anche i servizi pubblici, rischia di diventare un muro e non un ponte.

Le parole di papa Francesco nel Laudato si’ mettono in guardia dall’affidare alle tecnologie funzioni che un tempo erano svolte solo da persone. La relazione umana rimane l’elemento irrinunciabile per costruire inclusione e garantire accesso equo ai servizi. Per chi arriva in età avanzata, sentire la voce di un operatore, avere un dialogo reale, può fare la differenza tra sentirsi parte della comunità o allontanarsi da essa. Anche nei media, la comunicazione deve rimanere un atto di condivisione e riconoscimento reciproco, non un mero scambio di dati o algoritmi.

La sfida della società italiana verso una maggiore inclusione digitale degli anziani

In Italia la percentuale di over 65 cresce, ma le competenze digitali tra questa fascia restano tra le più basse. In molte zone, soprattutto nelle aree rurali o meno sviluppate, gli anziani sono tagliati fuori dalla trasformazione tecnologica che investe la pubblica amministrazione. Servono interventi mirati per supportare queste persone: corsi di formazione, sportelli fisici alternativi ai servizi online, ma anche un ripensamento generale del rapporto tra nuove tecnologie e utenze fragili.

Esperienze locali e mediazione digitale

Non si tratta solo di permettere agli anziani di usare mezzi digitali, ma di ridisegnare quei servizi perché siano accessibili davvero, anche a chi non ama o non può stare davanti a uno schermo. Alcune realtà locali hanno iniziato a sperimentare sistemi di mediazione digitale, con operatori che fanno da tramite tra tecnologia e anziani. Queste esperienze sono rilevanti perché mostrano come la digitalizzazione non debba trasformarsi in distanza sociale.

Infine, è dovere degli enti pubblici e privati ascoltare le esperienze tanto degli anziani quanto delle loro famiglie, senza relegare l’innovazione tecnologica a scelte unilaterali. Solo così si potrà evitare che la trasformazione digitale diventi una barriera e resti uno strumento al servizio di tutti gli individui, senza esclusioni legate all’età.

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