Dagli ultimi giorni, l’esercito israeliano ha intensificato le operazioni aeree mirate contro siti strategici legati ai programmi missilistici iraniani. L’obiettivo principale è ridurre la capacità di Teheran di lanciare missili balistici contro Israele. Le informazioni ufficiali rivelano come più della metà dei lanciatori attivi siano stati neutralizzati, con molte armi intrappolate in tunnel montani. Questi attacchi hanno portato a uno spostamento delle operazioni missilistiche iraniane dalla zona occidentale verso aree più interne nel paese.
L’idf distrugge oltre la metà dei lanciatori di missili balistici in iran occidentale
Nei raid recenti, l’esercito di difesa israeliano ha comunicato la distruzione di più del 50% dei lanciatori di missili balistici posizionati nell’Iran occidentale. Questi mitragliatori avevano la funzione di puntare direttamente verso Israele, predisponendo un attacco programmato e coordinato. La strategia israeliana ha colpito con precisione riducendo sensibilmente la capacità iraniana di rispondere o attaccare con la stessa intensità. Gran parte delle postazioni sgomberate o devastate si trovavano in tunnel scavati tra le montagne, progettati per proteggere armi e personale dai raid aerei.
Effetti dei bombardamenti sui tunnel montani
Le forze di Teheran, in queste aree, si sono trovate improvvisamente strette in spazi confinati, con decine di missili bloccati in rifugi che hanno subito ingenti danni dai bombardamenti israeliani. Ciò ha complicato le operazioni strategiche iraniane, limitando la possibilità di sparare più salve di missili contemporaneamente. L’effetto concreto è la riduzione delle minacce dirette da ovest verso Israele, mentre le postazioni più attive cominciano a spostarsi verso l’est.
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Raid aerei notturni nell’iran occidentale e centrale, obiettivi e modalità di attacco
Nella notte, l’aeronautica militare israeliana ha effettuato due attacchi concentrati nelle regioni occidentale e centrale dell’Iran. Il primo, eseguito con 15 caccia dell’iaf, ha mirato a un vasto complesso sotterraneo usato per nascondere missili balistici. La struttura si estendeva sotto la superficie, tra le montagne, e rappresentava un punto critico per le riserve iraniane di armamenti strategici.
Dettagli dei bombardamenti
Oltre 30 bombe sono state sganciate in questo contesto per assicurare la completa distruzione del magazzino e impedire qualsiasi recupero o riutilizzo delle armi. Gli aerei israeliani hanno operato in condizioni di alta sicurezza e precisione, focalizzandosi su punti chiave senza provocare danni collaterali rilevanti alle aree circostanti. Il secondo raid, condotto nella stessa notte nella parte centrale dell’Iran, ha proseguito la linea di attacco di contenimento alle capacità missilistiche di Teheran, anche se i dettagli precisi sui bersagli interni rimangono riservati.
Questo modello di attacco notturno riflette la volontà dell’idf di mantenere costante la pressione militare su punti vitali iraniani, senza concedere respiro o tempo di riorganizzazione all’avversario. Gli effetti sul terreno, però, si vedranno solo nei prossimi giorni. Lo spostamento della logistica missilistica iraniana verso est appare un primo segnale concreto delle difficoltà affrontate dall’esercito di Teheran.
Conseguenze strategiche e cambi di assetto delle forze iraniane nei confronti di israele
La distruzione massiccia di lanciatori e la compromissione dei tunnel di stoccaggio in Iran occidentale stanno portando a una modifica nella postura militare iraniana. Non potendo più utilizzare con la stessa efficacia le basi a ridosso del confine occidentale, le forze di Teheran hanno iniziato a spostare le attività missilistiche verso regioni centrali e orientali, più lontane da Israele ma anche più difficili da colpire senza estendere il raggio operativo degli aerei.
Impatti logistici e operativi
Questo cambio di assetto implica una variazione nei piani di azione iraniani verso Israele. Al momento, la capacità di lanciare decine di missili contemporaneamente appare ridotta. Le difficoltà logistiche di trasferire armi pesanti da una zona all’altra del paese comportano rallentamenti e limitazioni tecniche, riducendo la frequenza e la forza di eventuali attacchi.
Per Israele, mantenere il monitoraggio e intervenire in questi nuovi scenari è prioritario per prevenire escalation maggiori. Intanto, la riduzione della minaccia imminente dalla regione occidentale offre un margine di manovra nuova. I raid non sono finiti e l’attività degli aerei militari proseguirà focalizzata sulle principali aree dove le forze iraniane cercano di riorganizzarsi. L’evoluzione di questa situazione resterà uno dei temi principali della sicurezza regionale nelle prossime settimane.