L’F-35 fermo in un hangar del Kerala è diventato presto un caso che supera il semplice inconveniente tecnico, finendo al centro di un acceso dibattito politico. Dal Regno Unito all’India, la vicenda mette in luce questioni delicate legate al destino del caccia, alla protezione delle sue tecnologie riservate e ai rapporti internazionali, mentre il mezzo rimane distante dalla sua portaerei e dalle missioni previste.
Il problema dell’F-35 fermo in kerala e la reazione del pubblico
L’episodio dell’F-35 che non riesce a decollare dalla base nel Kerala ha suscitato una valanga di reazioni sui social. Gli utenti hanno ironizzato, condividendo immagini divertenti di un caccia sotto la pioggia o col muso lungo, quasi come se fosse in vacanza forzata. Questi commenti, però, in parte nascondono un tema ben più serio, legato a questioni di sicurezza e politica internazionale.
L’aereo, un modello F-35B, è rimasto fermo a causa di un guasto, impedendo il suo ritorno sulla portaerei britannica impegnata nelle acque del sud-est asiatico. La situazione ha provocato una discussione sia tecnica, per come gestire il trasferimento e le riparazioni, sia politica, vista la natura segreta delle tecnologie che l’F-35 porta con sè.
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La disputa politica nel regno unito sulla gestione del caccia
Lunedì 30 giugno, il deputato conservatore Ben Obese-Jecty ha sollevato interrogativi serrati al governo britannico durante un’interrogazione parlamentare. Ha chiesto quali passi sta compiendo il governo per recuperare il velivolo, quanto tempo impiegheranno le operazioni di riparazione e – soprattutto – come verranno tutelate le informazioni riservate e le tecnologie delicate custodite nel caccia, dato che l’aereo resta isolato in un hangar nascosto alla vista pubblica.
Il ministro della Difesa, Luke Pollard, ha risposto garantendo che la situazione è monitorata con accuratezza. Ha sottolineato la collaborazione con le autorità indiane come un punto di forza, che avrebbe garantito un supporto rapido e competente sul territorio locale, permettendo di mantenere sotto controllo l’aereo e le sue dotazioni sensibili.
Le operazioni tecniche previste per il rientro del caccia nel regno unito
Da fonti britanniche emerge che sabato 5 luglio arriveranno in Kerala tecnici specializzati per analizzare lo stato dell’F-35. Dopo un’attenta verifica, il jet dovrebbe essere trasferito in un centro di manutenzione aeroportuale locale, dove saranno eseguiti gli interventi necessari per ripristinarne la piena funzionalità.
Per il viaggio di rientro nel Regno Unito, è previsto l’utilizzo di un aereo cargo di grandi dimensioni, il C-17 Globemaster, che potrà trasportare il caccia in sicurezza. Intanto la portaerei britannica continua la missione nel sud-est asiatico, mantenendo l’attenzione sulla regione nonostante l’assenza del velivolo.
Le tensioni diplomatiche tra india e stati uniti sul tema degli F-35
La presenza di un F-35 in India suscita curiosità e domande. Come sottolinea Marco Masciaga su Il Sole 24 Ore, infatti, l’India non possiede alcun caccia di questo tipo. La proposta di acquisto degli F-35 era stata avanzata durante la presidenza di Donald Trump, rivolgendosi a Narendra Modi, ma non si è mai concretizzata. I motivi risiedono soprattutto nel costo elevato dell’aereo – circa 110 milioni di dollari per un modello B – e nelle preoccupazioni americane legate allo spionaggio, dato che l’India mantiene rapporti stretti con la Russia, un partner tecnico e militare di lunga data.
La vicenda del jet fermo sembra quasi paradossale – bastato un guasto tecnico per scatenare una situazione imprevista e carica di tensioni diplomatiche, mettendo in evidenza i limiti e le complessità dei rapporti multilaterali sull’aeronautica militare e le tecnologie segrete.