L’ex primario dell’istituto oncologico di bari chiamato a risarcire mezzo milione per irregolarità e danni

L’ex primario dell’istituto oncologico di bari chiamato a risarcire mezzo milione per irregolarità e danni

Vito Lorusso, ex primario dell’istituto oncologico di Bari, è accusato di aver chiesto pagamenti indebiti ai pazienti e coinvolto in un’inchiesta su legami con clan baresi e corruzione elettorale.
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Vito Lorusso, ex primario dell’istituto oncologico di Bari, è coinvolto in un’inchiesta per aver chiesto pagamenti illeciti ai pazienti, con risarcimenti richiesti dalla Corte dei conti e legami sospetti con clan criminali. - Gaeta.it

L’ex primario dell’istituto oncologico di Bari, Vito Lorusso, è al centro di un caso giudiziario che sta scuotendo la sanità pugliese. Tra il 2019 e il 2023, avrebbe chiesto pagamenti ai pazienti per trattamenti e farmaci che in realtà dovevano essere forniti gratuitamente dal servizio sanitario nazionale. Ora la Corte dei conti gli ha chiesto un risarcimento vicino a 500mila euro, includendo indennità percepite indebitamente e il danno di immagine prodotto all’Istituto. Il caso si arricchisce di sviluppi giudiziari che coinvolgono anche la sua famiglia.

Le irregolarità nell’attività medica durante il periodo di primariato

Vito Lorusso, medico di 71 anni, ha guidato l’istituto oncologico di Bari come primario fino al 2023. Secondo l’accusa, in quegli anni avrebbe chiesto e incassato soldi dai pazienti, anche fino a 300 euro per ciascuna infusione di farmaci o per alcune prestazioni. Tali voci di spesa però erano in realtà a carico del servizio sanitario nazionale e non avrebbero dovuto essere richieste. Questi comportamenti hanno portato la Corte dei conti a stimare un danno finanziario di circa mezzo milione di euro, che include anche somme percepite come indennità di esclusività, riconosciute al medico ma giudicate illegittime per quel periodo.

Un danno di immagine che pesa sull’istituto

La situazione ha provocato un grave danno di immagine all’istituto oncologico di Bari, che si era affidato a Lorusso per garantire cure gratuite e controllate. Le irregolarità messe in luce hanno alimentato sfiducia nei confronti della struttura pubblica e sollevato interrogativi sulle verifiche interne. Il caso, seguito dai media locali, ha coinvolto negli ultimi anni diversi atti di indagine, diretti a prevenire ulteriori abusi e a definire con chiarezza le responsabilità finanziarie del medico.

Gli arresti e l’inchiesta sui legami con i clan baresi

Il 12 luglio 2023 Vito Lorusso è stato arrestato in flagranza dopo aver incassato da una paziente una somma di 300 euro per prestazioni free dal servizio sanitario. La donna aveva denunciato l’accaduto e la polizia aveva seguito le mosse del medico fino al momento dell’arresto. Questa prima misura cautelare è stata solo l’inizio di un’indagine più ampia che ha coinvolto la famiglia del primario.

Codice interno e legami criminali

Nel febbraio 2024 c’è stato un nuovo arresto: Lorusso è stato fermato insieme alla figlia Mari e al genero Giacomo Olivieri nell’ambito di un’operazione chiamata “Codice Interno”. L’indagine ha portato alla luce un presunto patto con i clan malavitosi baresi per raccogliere voti alle elezioni per la figlia, coinvolta politicamente. Il coinvolgimento diretto della famiglia ha aggiunto una dimensione politica e criminale al caso, con accuse che comprendono corruzione elettorale e legami con organizzazioni criminali.

Questi arresti hanno messo in evidenza le trame che si nascondono dietro alcune realtà pubbliche e il modo in cui figure di rilievo possono essere strumentalizzate per interessi politici e criminali. La vicenda ha avuto un’eco significativa in regione, spingendo le autorità ad approfondire i controlli su ogni ambito collegato all’istituto oncologico.

Le ripercussioni per l’istituto oncologico e la sanità pugliese

L’istituto oncologico di Bari ha subito un colpo duro a causa di questa vicenda. La fiducia dei pazienti verso la struttura è diminuita e molti si sono domandati come sia stato possibile che chi avrebbe dovuto curare senza chiedere nulla in cambio, invece approfittasse della condizione di fragilità di malati gravi.

La pubblica amministrazione, dopo questi fatti, ha avviato verifiche più approfondite sulle procedure di erogazione delle prestazioni di alta specializzazione negli ospedali pubblici. Bari e tutta la Puglia guardano a questa vicenda come a uno spaccato di problemi più ampi, che includono gestione delle risorse, controlli interni e trasparenza.

L’indagine e le successive richieste di risarcimento da parte della Corte dei conti segnano un precedente importante. Hanno mostrato come casi di questo tipo possano essere affrontati anche dal punto di vista finanziario, ponendo il medico in una posizione di responsabilità patrimoniale. L’impatto su pazienti, personale medico e istituzioni è tuttora sotto osservazione.

Il procedimento resta aperto e seguirà tutti i passaggi giudiziari previsti, in attesa di chiarimenti definitivi su tutti gli aspetti della vicenda, per ristabilire ordine e correttezza nella gestione delle strutture sanitarie pubbliche.

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