L’Europa si trova al centro di tensioni geopolitiche che mettono in discussione la sua sicurezza e la sua capacità di difesa collettiva. In un recente incontro al festival èStoria, il giornalista ed ex direttore di Repubblica, Ezio Mauro, ha messo in luce le criticità legate alla possibile mancanza di un sostegno deciso da parte degli Stati Uniti e alle conseguenze che questo potrebbe avere sul continente europeo, soprattutto di fronte alle ambizioni espansionistiche della Russia. Il dibattito si sviluppa tra riflessioni sul ruolo della democrazia, la necessità di un’unità rafforzata tra i Paesi europei e l’importanza di negoziati realistici per il conflitto russo-ucraino.
La sfiducia verso gli Stati Uniti e le implicazioni per la sicurezza europea
Ezio Mauro ha espresso dubbi profondi sulla possibile retromarcia degli Stati Uniti rispetto all’impegno nella difesa europea. Nel suo intervento ha sottolineato che, se Donald Trump dovesse davvero rinunciare a proteggere il continente, lasciando campo libero a Vladimir Putin per ampliare la sua influenza, l’Europa si troverebbe in una posizione estremamente vulnerabile. Il timore principale riguarda la possibilità che Putin riprenda politiche imperialiste, con particolare attenzione ai Paesi baltici, storicamente esposti a tensioni con la Russia.
Sicurezza europea oltre i principi democratici
Per Mauro, fare affidamento solo sulle democrazie occidentali e sulle istituzioni europee senza una concreta forza militare comune non è sufficiente a garantire sicurezza. Quando si parla di difesa, infatti, servono strumenti tangibili, non solo principi democratici. Lo scenario descritto evidenzia una Europa chiamata a ripensarsi con urgenza. Non si tratta più solo di un progetto economico o culturale, ma di difendere un modello di convivenza civile minacciato dall’inasprimento di conflitti che possono coinvolgere direttamente territori europei.
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La necessità di un’unità europea più forte e di un gruppo guida tra i paesi
Il giornalista ha sottolineato che per affrontare queste sfide serve una convergenza solida tra i Paesi europei. Ha evidenziato come una coalizione di stati chiave, composta da Gran Bretagna, Germania, Francia e Polonia, possa diventare una sorta di avanguardia per rilanciare una posizione comune più incisiva sulla scena internazionale. A questo gruppo, definito «plotone» da Mauro, spetterebbe il compito di imprimere quella spinta necessaria per superare divisioni interne e rendere l’Europa capace di agire in modo autonomo rispetto agli interessi americani o alle pressioni russe.
Politiche condivise per una difesa concreta
Questo «strappo» potrebbe tradursi in politiche condivise di difesa, investimenti militari congiunti, ma anche in una più stretta cooperazione diplomatica. L’esempio più immediato per rinforzare questa unità riguarda proprio la risposta comune alla crisi ucraina e alle mosse di Mosca. Il rischio citato da Mauro è che, senza un centro decisionale forte ed equilibrato, il Vecchio Continente rimanga diviso e debole, incapace di difendere i suoi confini e i valori fondanti della sua storia democratica.
I pericoli della delegittimazione della democrazia e dei nuovi modelli di governo autoritari
In termini più ampi, il discorso di Ezio Mauro ha toccato la fragilità della democrazia stessa in Europa. Ha ricordato che questa forma di governo non è una realtà stabile e scontata, ma richiede una difesa continua e attenta. La democrazia può venire minacciata da modelli illiberali o autoritari, che negli ultimi anni si sono diffusi in vari paesi del mondo, Italia compresa.
La difesa della democrazia come impegno costante
Questa emergenza politica mostra come i diritti civili e le istituzioni democratiche possano essere messe in discussione, spingendo a riflettere su quanto sia essenziale, per ogni cittadino e nazione, salvaguardare quei principi. Mauro ha anche ribadito che vivere in democrazia non deve essere considerato un diritto naturale o universale; serve impegno e consapevolezza costanti per evitare che avanzino nuove forme di «democratura» o abusi di potere mascherati da apparente legittimità.
I negoziati di pace nel conflitto russo-ucraino e la posizione di donald trump
Un altro aspetto trattato durante il confronto riguarda la postura assunta da Donald Trump sulle trattative di pace tra Russia e Ucraina. Mauro ha segnalato come l’ex presidente americano si sia mosso senza una valutazione politica approfondita. Trump avrebbe visto la situazione solo in termini di rapporti di forza, senza riconoscere aggressioni o violazioni del diritto internazionale. Questo approccio ha escluso l’Ucraina perlomeno nelle primissime fasi dei negoziati, ignorando il ruolo centrale del paese aggredito.
Il rischio di una legge della forza globale
Secondo Mauro, questo metodo dalla logica imperiale rischia di far prevalere la legge della forza e dell’abuso, piuttosto che un confronto basato su regole condivise e rispetto per la sovranità nazionale. Una scelta che apre uno scenario globale dove la prevaricazione potrebbe diventare normalità. Questa prospettiva mette in discussione le basi stesse di un ordine mondiale fondato sulla pace e la giustizia, temi cruciali per la convivenza europea e globale.