Una segnalazione interna ha fornito un primo campanello d’allarme che ha poi portato allo scoppio dell’inchiesta palude, una vasta indagine sulla corruzione che ha coinvolto direttamente il sindaco di venezia Luigi Brugnaro e diversi suoi collaboratori. La segnalazione arriva da un marinaio dell’Actv, l’azienda di trasporti pubblici veneziana, e riguarda presunti comportamenti che, a suo dire, hanno aggravato la gestione della città e dell’ordine pubblico. Il punto di partenza è una lettera inviata al ministero dell’interno nel giugno del 2021, che è stata ripresa e approfondita dagli atti della procura, rivelando particolari finora non noti. È proprio da lì che ha preso il via l’inchiesta che ha scosso l’amministrazione veneziana.
La segnalazione del marinaio e i sospetti di favoritismi e mala gestione
Il marinaio, giovane residente a mestre e dipendente Actv, nella sua lettera ha parlato apertamente di un sistema che definiva “mafioso” nella gestione della città, soprattutto per quanto riguardava il controllo del territorio e la sicurezza pubblica. Ha indicato presunti favoritismi che coinvolgerebbero una società privata legata direttamente a un’azienda riconducibile al sindaco brugnaro. Tra le accuse anche quella di usare fondi pubblici, originariamente destinati ai trasporti, per finanziare eventi di natura privata. Questa richiesta di verifica ha acceso i riflettori su come venivano spesi certi soldi pubblici. Il sindaco, una volta avvisato della segnalazione da parte della prefettura, ha risposto sporgendo denuncia contro il dipendente Actv per diffamazione, in particolare per l’impiego del termine “mafioso” che giudicava offensivo. Così il marinaio si è trovato coinvolto in una indagine a sua volta.
Gli accertamenti della digos e il contesto delle società collegate al sindaco
Gli accertamenti della digos hanno portato una prima valutazione sulle parole del marinaio. Secondo gli investigatori, quell’aggettivo “mafioso” andava interpretato nel senso ampio di un comportamento poco chiaro e sospetto, associato a vantaggi per un gruppo ristretto di persone. Di conseguenza, le affermazioni non configuravano un reato di diffamazione sotto l’aspetto giuridico. I sospetti si concentravano soprattutto su un intreccio di società collegate a brugnaro, nelle quali lui avrebbe diretto interesse, anche se non sempre in modo formale. L’attenzione si è concentrata sulla mole di affari e sui movimenti finanziari tra queste realtà. In particolare, la guardia di finanza ha puntato i riflettori su transazioni ingenti che avrebbero portato a guadagni significativi per chi era coinvolto.
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L’avvio ufficiale dell’indagine e i primi interrogatori
L’11 novembre 2021, la guardia di finanza ha raccolto una testimonianza chiave, ascoltando per la prima volta Claudio Vanin. Vanin è stato indicato come il principale accusatore di brugnaro riguardo a vicende come la trattativa per i terreni dei pili e la vendita di palazzo papadopoli. Quelle dichiarazioni hanno segnato il momento di svolta dell’inchiesta. Da quel momento la procura ha potuto sviluppare un fascicolo più strutturato e avviare i primi approfondimenti mirati sulle transazioni immobiliari e societarie legate al sindaco. Le prove raccolte hanno preso forma dallo scavo nelle carte e nelle comunicazioni interne, che hanno confermato gli elementi raccolti dalla segnalazione iniziale del marinaio Actv qualche mese prima.