L’esperienza dell’asl di salerno con il progetto telestroke: hub e spoke per la diagnosi dell’ictus

L’esperienza dell’asl di salerno con il progetto telestroke: hub e spoke per la diagnosi dell’ictus

asl di Salerno attiva il sistema telestroke per consulenze neurologiche a distanza tra hub e sette spoke, migliorando la diagnosi e la gestione rapida dell’ictus anche in aree rurali come il Cilento.
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L’ASL di Salerno ha introdotto il sistema di telemedicina “telestroke” per offrire consulenze neurologiche a distanza, migliorando la diagnosi e il trattamento dell’ictus anche negli ospedali periferici, garantendo interventi rapidi e specialistici h24. - Gaeta.it

L’asl di Salerno ha attivato un sistema di telemedicina chiamato “telestroke”, che collega un centro hub con sette strutture spoke per offrire consulenze neurologiche a distanza. Questo sistema nasce per migliorare la diagnosi e la gestione dell’ictus, garantendo assistenza specialistica continua anche negli ospedali periferici dove la neurologia non è presente. Il modello si ispira all’esigenza di assicurare interventi rapidi ed efficaci, non solo nelle grandi città ma anche in territori più rurali e meno serviti, come il Cilento.

Il contesto territoriale e l’organizzazione del sistema hub-spoke

L’area di competenza dell’asl di Salerno comprende zone molto diverse tra loro sotto il profilo demografico e infrastrutturale. Da un lato si trovano ospedali in contesti con alta urbanizzazione, prossimi a Napoli, dall’altro strutture ospedaliere in territori rurali e meno densamente popolati, come il comprensorio del Cilento. Per fronteggiare questa disparità, il sistema si basa su un centro principale, definito hub, dotato di equipe neurologica specializzata, e diversi spoke, presidi sanitari periferici collegati.

Gli spoke non dispongono di neurologi in loco, ma sono attrezzati per la pronta acquisizione e trasmissione di dati clinici a distanza. Nel modello adottato dall’asl, l’hub coordina e fornisce valutazioni neurologiche in tempo reale, consentendo di superare le difficoltà logistiche e ridurre i tempi di attesa per i pazienti con sospetto ictus. Questo modello ha il vantaggio di offrire presenza specialistica anche in zone dove non sarebbe possibile garantire turnazioni continue di neurologi.

Le tecnologie per la consulenza neurologica

Ogni spoke e l’hub sono equipaggiati con stazioni robotizzate complete di monitor, telecamera e altoparlante, strumenti che permettono al medico di neurologia di vedere e comunicare direttamente con il paziente e il personale medico locale. Nei presidi spoke, oltre a questi strumenti multimediali, sono presenti dispositivi per il monitoraggio dei parametri vitali, essenziali per valutare il quadro clinico in tempo reale.

Questi dispositivi dialogano con le infrastrutture informatiche dell’azienda sanitaria, garantendo la trasmissione rapida e sicura di immagini di diagnostica per immagini, come tac e angiotac, con o senza mezzo di contrasto. Così, il neurologo che si trova anche a decine di chilometri di distanza può visionare in pochi minuti esami fondamentali per definire la strategia terapeutica. Questo approccio rende possibile alle strutture spoke di superare limiti tradizionali legati a risorse specialistiche e territoriali.

L’importanza della velocità nell’intervento per ictus ischemico

La rapidità con cui si diagnostica e si avvia la terapia nei casi di ictus ischemico si rivela decisiva nel limitare danni cerebrali e migliorare la prognosi del paziente. Il sistema telestroke garantisce un collegamento immediato tra i medici di pronto soccorso dei spoke e i neurologi dell’hub. Questo dialogo avviene h24 per sette giorni su sette, in modo da assicurare una presa in carico veloce, fondamentale quando si sospetta ictus.

Quando il medico del pronto soccorso avverte il neurologo da remoto, “in meno di quarantacinque minuti si attiva un iter che consente anche di somministrare la terapia trombolitica endovenosa in tempi utili”. Questa procedura evita il ricorso a interventi più invasivi, come la trombectomia meccanica, che richiedono il trasferimento del paziente in altri ospedali, spesso lontani. L’efficacia della comunicazione e la tempestività dell’azione hanno già permesso di effettuare 261 connessioni fra febbraio 2024 e marzo 2025, una dimostrazione concreta dell’utilità del progetto.

Prospettive di estensione del modello telestroke

Il successo del sistema telestroke nel territorio dell’asl di Salerno sta incoraggiando l’ampliamento del modello anche ad altre aree critiche. Tra gli ambiti previsti per l’espansione figura la rete cardiologica, dove un sistema simile di teleconsulenza potrebbe velocizzare la diagnosi e la gestione di eventi acuti come infarti o altre emergenze cardiache.

Questo tipo di approccio richiede investimenti continui in tecnologie e formazione del personale, ma si basa su un presupposto semplice: garantire parità di trattamento a tutti i pazienti, indipendentemente dal luogo in cui si trovano. In un territorio con caratteristiche così differenziate come quello salernitano, il collegamento diretto tra strutture complesse e ospedali di base con la telemedicina rappresenta uno strumento importante per migliorare la rete sanitaria territoriale.

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