L’espansione della viticoltura a brentonico arriva fino a 1200 metri tra opportunità e timori dei residenti

L’espansione della viticoltura a brentonico arriva fino a 1200 metri tra opportunità e timori dei residenti

La viticoltura a Brentonico, Trentino, si espande fino a 1200 metri spinta dal cambiamento climatico e incentivi europei, suscitando preoccupazioni per monocoltura e tutela ambientale con un tavolo tecnico di confronto.
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A Brentonico (Trentino) la viticoltura si espande fino a 1200 metri, spinta dal clima più caldo e incentivi europei, ma la comunità esprime preoccupazioni per l’impatto ambientale e paesaggistico. Il Comune ha avviato un tavolo tecnico per gestire lo sviluppo sostenibile e valutare limiti e regole per la coltivazione in quota. - Gaeta.it

Il territorio di Brentonico, nel Trentino, sta vivendo un fenomeno agricolo che sta modificando il paesaggio e le attività locali. La viticoltura, infatti, sta guadagnando terreno in altezza, arrivando fino a 1200 metri sul livello del mare. Questo trend è spinto sia dall’innalzamento delle temperature sia dagli incentivi europei, che hanno stimolato molte aziende, anche provenienti da fuori zona, a investire in grandi appezzamenti per vigneti.

Espansione dei vigneti in quota e fattori ambientali

In questi ultimi anni, la viticoltura ha iniziato a salire lungo le pendici di Brentonico, superando le quote tradizionali e insediandosi in aree montane mai coltivate per la vite fino a poco tempo fa. Il cambiamento climatico ha spostato in alto la fascia favorevole per le coltivazioni di vite, rendendo possibile la produzione a quote prima considerate troppo fredde. I dati climatici segnalano una crescita delle temperature medie, con estati più lunghe e miti, condizione utile per la maturazione delle uve.

Parallelamente, il supporto economico europeo ha incentivato questa espansione, rendendo il settore vitivinicolo un’opzione allettante per proprietari terrieri e aziende agricole. Si è quindi fatta sentire l’azione di operatori provenienti anche da regioni limitrofe, che acquistano ampie estensioni di terreno per convertire i prati o boschi in vigneti. Questo fenomeno sta rapidamente modificando la fisionomia della collina e delle aree montane, intrecciando opportunità economiche a sfide ambientali e sociali.

Risposte della comunità e timori sulla monocoltura e tutela del territorio

L’espansione della vite non è stata accolta in modo unanime dalla popolazione di Brentonico. Il sindaco, Mauro Tonolli, ha riferito come molti cittadini esprimano preoccupazioni legate alla crescente prevalenza della monocoltura. Il timore principale riguarda la perdita di biodiversità, la sparizione di prati e boschi e il possibile impatto sulle sorgenti d’acqua, risorsa fondamentale per l’ecosistema e per l’agricoltura stessa.

Molti abitanti chiedono una maggiore protezione del paesaggio, perché il cambiamento rapido potrebbe compromettere equilibri già fragili. Alcuni temono una trasformazione eccessiva che ridurrebbe la varietà agricola, mentre altri sollevano dubbi sul mantenimento della qualità ambientale e sul futuro sostenibile della zona. Queste preoccupazioni pesano sulle decisioni politiche e hanno imposto un cambio di passo da parte del Comune, intenzionato a gestire il fenomeno con attenzione e partecipazione.

L’avvio del tavolo tecnico per il confronto tra stakeholder locali

Per affrontare le questioni legate all’espansione viticola, la nuova giunta comunale ha istituito un tavolo tecnico. Questo organismo riunirà rappresentanti di cantine, operatori turistici, associazioni ambientaliste, agronomi, cacciatori, consiglieri comunali, tecnici e abitanti. L’obiettivo è mettere a confronto opinioni e competenze diverse, per valutare insieme i rischi e le opportunità.

Il tavolo avrà un ruolo centrale nell’individuare linee guida per lo sviluppo sostenibile del territorio. Saranno analizzati gli effetti sui prodotti locali, sul paesaggio e sul benessere delle comunità. La scelta di coinvolgere molteplici attori risponde alla necessità di raccogliere suggerimenti e preoccupazioni dal basso, evitando decisioni imposte senza condivisione. Questo percorso, previsto nei prossimi mesi, sarà coordinato da esperti in mediazione territoriale e partecipazione pubblica per facilitare il dialogo e arrivare a soluzioni equilibrate.

Ipotesi di modifica del piano regolatore e limiti all’espansione

Tra le azioni allo studio c’è la revisione del piano regolatore generale, per definire criteri più chiari nel rilascio di autorizzazioni alla coltivazione della vite in quota. L’idea è introdurre limiti precisi sulle aree coltivabili e promuovere progetti di qualità, piuttosto che permettere uno sviluppo incontrollato nel solo interesse della quantità.

L’assessore all’agricoltura, Alessio Bertolli, ha spiegato che il Comune non possiede oggi piena autorità per bloccare nuovi impianti, ma lavora per costruire regole condivise con gli operatori. La volontà è tutelare il paesaggio e l’identità ambientale evitando che la viticoltura diventi l’unica coltura dominante. L’obiettivo è integrare la vite con le altre attività agricole, salvaguardando boschi e zone verdi, per non compromettere la funzionalità degli ecosistemi e la qualità della vita. Un approccio graduale e ragionato potrà offrire spazio a chi produce vino, senza sacrificare il patrimonio naturale e culturale locale.

Queste iniziative rappresentano un tentativo di trovare un punto d’equilibrio tra lo sviluppo economico e la preservazione dell’ambiente. Gli sviluppi futuri saranno seguiti con attenzione da residenti e istituzioni, chiamati a gestire questa fase delicata della storia agricola di Brentonico.

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