Leone xiv ricorda il beato iuliu hossu, cardinale romeno che salvò migliaia di ebrei durante l’olocausto

Leone xiv ricorda il beato iuliu hossu, cardinale romeno che salvò migliaia di ebrei durante l’olocausto

Il 2 giugno 2025, papa Leone XIV ha commemorato nella cappella Sistina il cardinale Iuliu Hossu, vescovo greco-cattolico romeno noto per aver salvato migliaia di ebrei in Transilvania durante l’olocausto e la persecuzione comunista.
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Il 2 giugno 2025, nella Cappella Sistina, papa Leone XIV ha commemorato il cardinale Iuliu Hossu, vescovo greco-cattolico romeno noto per aver salvato migliaia di ebrei durante l’Olocausto, sottolineando il suo messaggio di speranza, perdono e solidarietà tra comunità religiose. - Gaeta.it

Il 2 giugno 2025, nella cappella sistina, papa leone xiv ha commemorato il cardinale iuliu hossu, vescovo greco-cattolico romeno noto per il suo coraggio nel salvare migliaia di ebrei durante la persecuzione nazista in transilvania. La cerimonia ha evidenziato il ruolo di hossu come simbolo di speranza e perdono, sottolineando allo stesso tempo i legami stretti tra la chiesa greco-cattolica e la comunità ebraica in romania. Questo evento ha rinnovato l’attenzione sulla figura di hossu in un contesto storico difficile, segnato da oppressioni ideologiche e da gesti di solidarietà umana.

Commemorazione del cardinale iuliu hossu nella cappella sistina

Il 2 giugno, nel pomeriggio, la cappella sistina ha ospitato la commemorazione di iuliu hossu, in occasione del 140° anniversario dalla sua nascita. Il papa leone xiv ha ricordato hossu come “profeta di speranza” e “apostolo di carità”, definendolo un pastore che contribuì a salvare migliaia di ebrei dalla deportazione nei campi di sterminio. Vescovo di cluj-gherla tra il 1940 e il 1944, hossu si distinse per l’impegno a difesa della vita umana, rischiando la propria in un periodo di violenze e campagne di odio. Il processo per riconoscerlo “giusto tra le nazioni” è tuttora in corso, a testimonianza della rilevanza del suo operato durante l’olocausto.

Alla cerimonia hanno partecipato rappresentanti della federazione delle comunità ebraiche in romania, guidata da silviu vexler, e della chiesa greco-cattolica romena, con la presenza del vescovo cristian crișan. Il messaggio dell’arcivescovo maggiore lucian mureșan è stato letto durante l’evento, che si inserisce nel “anno nazionale del cardinale iuliu hossu” proclamato dal parlamento romeno. Tale occasione ha fatto emergere la collaborazione e il rispetto reciproco tra le comunità religiose coinvolte, in memoria di un personaggio capace di unire oltre i confini culturali e religiosi.

L’impegno di iuliu hossu durante l’olocausto e la persecuzione comunista

Iuliu hossu viene ricordato per il suo ruolo attivo durante la ghettizzazione della popolazione ebraica in transilvania. Nell’aprile del 1944, attraverso una lettera pastorale conservata dal rabbino moshe carmilly-weinberger, hossu chiamò il clero e i fedeli a intervenire con sacrificio e dedizione per aiutare gli ebrei, mettendo in guardia contro il silenzio o l’indifferenza. La sua chiesa, e in parte la sua stessa cattedrale, offrirono rifugio alle persone minacciate dalla deportazione nazista. Questi gesti di aiuto rischiarono la vita di hossu e della comunità greco-cattolica, impegnata a sostenere chi era vittima di politiche disumane.

Nel dopoguerra, sotto il regime comunista, hossu continuò a lottare per la fede e la libertà religiosa. Arrestato nel 1948 insieme ad altri vescovi, rimase fedele alla chiesa di roma anche durante la prigionia. Nel 1969 papa paolo vi lo elevò a cardinale in pectore, un riconoscimento mantenuto segreto fino alla morte di hossu nel 1970. Le sue condizioni di salute e la prigionia non gli impedirono di sostenere i fedeli e mantenere viva la speranza in tempi oscuri. Le sue ultime parole indicano un passaggio di consegne a chi avrebbe continuato la sua battaglia per la dignità umana e religiosa.

Il messaggio di speranza e perdono ricordato da papa leone xiv

Il discorso di papa leone xiv ha messo al centro il valore del perdono e la capacità di hossu di superare l’odio anche nei momenti più duri. Il papa ha citato l’omelia di papa francesco durante la beatificazione del 2019, ricordando la frase del cardinale che invitava a donare perdono e pregare per la conversione dei persecutori. Questa testimonianza indica una fede che non si piega all’avversità, ma anzi si radica nella misericordia e nella preghiera.

Hossu è stato presentato come un esempio per il mondo moderno, un uomo che seppe unire spirito religioso e azione concreta per la difesa dei più deboli. Leone xiv ha ribadito il rifiuto di ogni forma di violenza, in particolare quella contro innocenti come bambini e famiglie. Nel suo appello finale, il pontefice ha sottolineato che il ricordo di hossu va oltre la storia religiosa, coinvolgendo valori universali di fratellanza e giustizia.

Le testimonianze della comunità ebraica e della chiesa greco-cattolica romena

Silviu vexler, presidente della federazione delle comunità ebraiche in romania, ha definito “inimmaginabili” le azioni del cardinale hossu, che rischiò tutto per salvare persone a lui sconosciute. Vexler ha ricordato come hossu abbia nascosto gli ebrei nella sua stessa cattedrale e abbia spinto i fedeli a proteggerli, diventando un “tzadik” o uomo giusto senza compromessi. Il suo intervento ha sottolineato il legame tra la federazione e la chiesa cattolica, riaffermando la gratitudine per la solidarietà dimostrata durante l’olocausto.

Dal lato della chiesa greco-cattolica, il cardinale lucian mureșan, tramite il vescovo cristian crișan, ha ricordato la fedeltà di hossu a dio e al prossimo, indipendentemente da differenze religiose o etniche. Mureșan ha evidenziato il martirio e la capacità di hossu di perdonare chi lo aveva perseguitato, lasciando in eredità una testimonianza di lotta per la verità e la giustizia. Durante la commemorazione sono state lette memorie del beato, che rivelano la sua fede incrollabile e la forza interiore nonostante la repressione comunista.

La divina liturgia in rito bizantino a roma e la figura storica di iuliu hossu

Il primo giugno 2025, alla presenza di oltre 900 fedeli provenienti da diverse comunità greco-cattoliche in italia, stati uniti, francia e altri paesi, si è svolta una divina liturgia in lingua romena nella basilica di san pietro. La celebrazione in rito bizantino è stata organizzata dall’arcidiocesi di făgăraș e alba iulia e dall’eparchia di cluj-gherla, con la partecipazione del cardinale claudio gugerotti e del nunzio apostolico monsignor giampiero gloder. Si è trattato di un momento di preghiera e ricordo dedicato a hossu, che ha unito fedeli di diverse nazioni attorno alla sua figura.

Iuliu hossu nacque nel 1885 e ricoprì ruoli importanti nella chiesa romena, divenendo cappellano militare durante la prima guerra mondiale e poi vescovo di gherla. La sua opera pastorale interessò gran parte della transilvania, affrontando con fermezza le persecuzioni religiose. Arrestato nel 1948, pagò con la detenzione il suo rifiuto di sottomettersi al regime comunista. La sua nomina a cardinale in pectore da parte di paolo vi rappresenta un riconoscimento del coraggio con cui mantenne fede alla chiesa. Prima di morire, nel 1970, affidò la continuazione della sua lotta a un confratello, simbolo di un impegno che non si spense con lui.

Durante l’incontro in cappella sistina sono stati presentati un mosaico e un quadro dedicati al beato e alla sua prigionia, opere che hanno arricchito la memoria visiva del suo martirio e del contesto storico in cui visse. La giornata di celebrazioni ha rinsaldato il ricordo di un uomo che, pur tra oppressioni e rischi, ha scelto la via del bene e della solidarietà.

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