La Coldiretti ha sottolineato l’importanza di integrare l’energia nucleare pulita, in particolare quella a fusione, con le fonti rinnovabili per realizzare una transizione ecologica efficace. Durante il Forum internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, svoltosi presso Villa Miani a Roma, è emersa una forte esigenza di rispondere adeguatamente alle sfide energetiche affrontate dall’industria manifatturiera e agricola italiana, nel contesto di un crescente costo dell’energia.
Le sfide del Green Deal e i costi energetici
Nel contesto attuale, la Coldiretti ha espresso preoccupazione riguardo al Green Deal, ritenuto un approccio ideologico che potrebbe ostacolare la transizione ecologica effettiva. Secondo l’organizzazione, la crescente pressione economica, dovuta all’aumento dei costi energetici, sta mettendo in difficoltà non solo il settore agricolo, ma anche l’intero tessuto manifatturiero europeo. Le imprese italiane hanno bisogno di soluzioni concrete per sostenere i costi e rimanere competitive nel mercato globale. Il nucleare “pulito” emerge quindi come una valida alternativa.
A questo proposito, Coldiretti ha segnalato un cambiamento nell’opinione pubblica italiana: secondo un’indagine condotta da Ixé a settembre 2024, il supporto per l’energia nucleare è aumentato notevolmente, passando dal 4,8% al 21,6% nell’ultimo quinquennio. Questo cambiamento di atteggiamento indica una maggiore apertura verso l’energia nucleare come possibile risposta ai bisogni energetici del Paese.
Rinnovabili e opportunità energetiche nell’agricoltura
Il nucleare non sarà però l’unica soluzione per una transizione energetica sostenibile. Coldiretti ha sottolineato che è fondamentale un lavoro integrato con le energie rinnovabili. Le comunità energetiche e l’uso di impianti solari in ambito agricolo, come l’agrivoltaico sostenibile, possono giocare un ruolo cruciale. Attualmente, circa il 16% dell’energia rinnovabile consumata in Italia proviene dai campi e dalle stalle, un dato che evidenzia l’importanza del settore agricolo non solo come produttore di generi alimentari, ma anche come generatore di energia.
Studi condotti da Coldiretti Giovani Impresa rivelano che sfruttando le superfici dei tetti di stalle, cascine e altre strutture agricole, si potrebbe ottenere una superficie utile di circa 155 milioni di metri quadri per l’installazione di pannelli solari. Questa potenzialità si traduce in una produzione di circa 28.400 GWh di energia solare, capace di coprire il fabbisogno energetico annuale di regioni come il Veneto.
I numeri del nucleare: l’opinione pubblica in cambiamento
Riguardo alla questione del nucleare, la Coldiretti riporta che un possibile referendum sulla reintroduzione delle centrali nucleari vedrebbe attualmente il 46,8% degli elettori favorevoli, con un dato molto vicino ai contrari . Questo equilibrio suggerisce una società in transizione, dove le nuove generazioni sono più aperte a considerare il nucleare come parte della soluzione energetica del Paese.
Il rinnovato interesse per la fusione nucleare e le tecnologie emergenti dimostra una crescente consapevolezza e informazione tra la popolazione riguardo le soluzioni energetiche disponibili. È chiaro che il nucleare, sotto l’ottica della sostenibilità e della modernità, potrebbe fornire un importante supporto al sistema energetico, a patto che sia affiancato da un forte sviluppo delle energie rinnovabili.
L’argomento resta al centro del dibattito politico e sociale, con la necessità di un approccio pragmatico che possa garantire una transizione ecologica realmente efficace, in grado di sostenere l’economia e proteggere l’ambiente. La sfida energetica del futuro richiederà la sinergia tra nucleare e rinnovabili, coinvolgendo anche i settori più tradizionali, come l’agricoltura, in questo percorso di cambiamento.
Ultimo aggiornamento il 29 Novembre 2024 da Sara Gatti