Legame tra papa francesco e denys koliada, testimone ucraino, tra lettere e incontri a santa marta

Legame tra papa francesco e denys koliada, testimone ucraino, tra lettere e incontri a santa marta

La relazione tra papa francesco e denys koliada si sviluppa attraverso lettere e incontri a santa marta, offrendo sostegno umano e spirituale durante la guerra in ucraina, nonostante tensioni e critiche.
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La relazione tra papa Francesco e Denys Koliada, giovane ucraino, si è sviluppata attraverso lettere e incontri intensi durante la guerra in Ucraina, basata su dialogo, ascolto e sostegno umano e spirituale. - Gaeta.it

La relazione tra papa francesco e denys koliada, giovane ucraino protestante, si è costruita in un contesto di profonda sofferenza dovuta alla guerra in ucraina. Attraverso lettere, incontri e dialoghi intensi, si è sviluppato uno scambio umano e spirituale che ha superato contrasti iniziali. Questo racconto offre uno sguardo sul rapporto tra un pontefice e un testimone diretto delle atrocità belliche.

Primi conflitti e il primo contatto epistolare

Quando è scoppiata l’invasione su larga scala in ucraina, denys koliada ha cercato un canale per esprimere il dolore dei suoi concittadini. Ha scritto a papa francesco usando parole forti e sincere, insieme a lettere raccolte dai bambini ucraini. Queste lettere, trasmesse tramite un pastore argentino amico del papa, contenevano emozioni di paura e richieste di pace. Tuttavia, alcune espressioni del pontefice durante i primi giorni di guerra hanno colpito duramente il giovane, che si è sentito ferito, perché il suo popolo viveva nell’epicentro di un dolore profondo.

Una lettera onesta

denys ha inviato così una lettera onesta, senza giri di parole, in cui chiedeva a papa francesco di spiegare il suo punto di vista e l’amore verso l’ucraina. La risposta è arrivata molto più rapidamente di quanto si aspettasse. Il pontefice ha scritto invitandolo a incontrarsi di persona a santa marta, sedendo da quel momento le basi per un dialogo diretto e sincero. Non si trattava di un’udienza formale ma di uno scambio umano in cui papa francesco voleva ascoltare il racconto diretto di chi stava vivendo la guerra.

L’incontro a santa marta e il riconoscimento del dovere di difesa

denys koliada si è presentato a santa marta con un gruppo ristretto di persone, tra cui amici e un maestro, per un colloquio che sarebbe durato più di un’ora. Era la prima occasione in cui un giovane ucraino protestante avrebbe potuto mostrare al pontefice la realtà che stava vivendo. Il papa si è mostrato attento e concentrato, ponendo domande e annotando dettagli senza difendersi o giustificarsi.

Durante quell’incontro, papa francesco ha ricordato un sacerdote ucraino, il beato vladyka chmil, che ha resistito in un campo di concentramento pur di non rinunciare al suo ministero cristiano. Ha espresso parole chiare sul diritto e dovere degli ucraini di difendersi: «chi non si difende, si avvicina al suicidio». Queste parole hanno segnato un passaggio cruciale nel rapporto con denys, che fino a quel momento temeva che le posizioni del pontefice potessero essere fraintese o troppo neutrali nei confronti della guerra.

Lettere, preoccupazione e legami umani

Dall’incontro iniziale sono seguiti circa 80 scambi epistolari. Il papa ha chiesto a denys di restargli in contatto e così è nato uno scambio ricco di dettagli e testimonianze quotidiane sulla guerra. denys condivideva storie di soldati, vedove e bambini, mentre il pontefice ricordava con attenzione nomi e situazioni. Non si limitava a parole di conforto, ma chiedeva informazioni specifiche e mostrava sincero interesse per le condizioni di chi soffriva.

Il messaggio di papa francesco non si è ridotto a dichiarazioni pubbliche: c’era una dimensione personale e privata, fatta di silenzi condivisi e attenzione verso le sofferenze non solo fisiche ma anche spirituali. In alcune lettere chiedeva come stessero persone specifiche, come il cappellano militare gennadij, dimostrando un legame che andava al di là del semplice ruolo ufficiale.

Incontri a santa marta e sostegno materiale alle vittime

Oltre alle lettere ci sono stati 25 incontri a santa marta, mai resi pubblici, che hanno cementato il rapporto umano. Questi dialoghi hanno permesso a denys di portare al papa testimonianze dirette, immagini e storie recuperate dal fronte. papa francesco ha sempre risposto con parole di sostegno e di invito a non portare il peso da soli, ricordando la necessità di condividere anche le proprie croci. Ha offerto una presenza costante, fatta di ascolto attento e compassione.

Il sostegno del pontefice non si è limitato ai soli incontri o parole. Ha inviato aiuti concreti per vedove, orfani, feriti, senza cercare pubblicità. Le opere di carità erano gestite nel silenzio, ma con molta attenzione ai volti e alle persone dietro gli effetti della guerra. La sua commozione non era nascosta e si manifestava ogni volta che si parlava delle conseguenze della guerra sulle famiglie ucraine.

Il giudizio degli ucraini e la risposta di papa francesco

Il rapporto non è stato privo di tensioni. In ucraina il pontefice è stato spesso criticato per alcune dichiarazioni che molti hanno interpretato come fredde o distanti. denys ha affrontato con lui questo tema, riferendo i sentimenti di delusione e rabbia che circolavano nel suo paese. Il papa non ha esitato a rispondere senza giustificazioni. Ha detto: «potete dire che sono un peccatore, e avrete ragione. Ma non avete il diritto di dire che non amo l’ucraina».

In quella risposta si percepisce la volontà del pontefice di ammettere i propri limiti ma anche di ribadire un affetto profondo verso il popolo ucraino, malgrado le critiche. Questa franchezza ha rinsaldato il legame con denys, che ha interpretato anche come un invito a continuare il dialogo, per chiarirsi ogni volta che le parole potessero apparire ambigue o dolorose.

L’empatia di papa francesco di fronte agli orrori della guerra

Quando sono emerse immagini di torture e sofferenze inflitte ai soldati ucraini, papa francesco ha preso contatti diretti con denys per esprimere il suo dolore e la sua solidarietà. Ha definito quella sofferenza come una nuova via crucis, ma ha anche sottolineato che non si tratta solo di sacrificio ma di speranza e risurrezione. Era un atteggiamento di vicinanza che teneva conto di ogni dettaglio.

Ascolto e compassione

Il pontefice non ha mai perso la capacità di ascoltare senza irrigidirsi, senza chiudersi al dolore raccontato. La sua compassione è stata una delle chiavi del rapporto con denys, che ha accolto questa disponibilità come risposta concreta alla tragedia della guerra. Malgrado le difficoltà, il papa ha scelto la vicinanza alla sofferenza umana, senza filtri o barriere.

Un’eredità di ascolto e vicinanza

denys koliada oggi si sente quasi orfano, dopo la morte di papa francesco. Il suo legame con il pontefice è stato costruito anche sul diritto di mostrare la propria fragilità, rabbia e dolore. Quel rapporto ha avuto un impatto profondo sulla sua vita. Spesso riprende in mano le lettere ricevute, ricorda le parole di preghiera e sostegno, e sente la mancanza di una risposta che non arriverà più.

L’immagine che resta è quella di un uomo che non ha evitato il confronto con le ferite della sua epoca, che ha scelto di non restare distante ma di essere un pastore vicino a chi soffriva con tutto il suo cuore. Resta anche l’invito a mantenere viva una comunicazione basata sulla verità e sull’empatia di fronte all’orrore della guerra.

  • Donatella Ercolano

    Donatella Ercolano è una talentuosa blogger che collabora con il sito Gaeta.it, dove si occupa principalmente di temi culturali e sociali. Originaria di Napoli, Donatella ha portato il suo amore per la cultura e la società fino a Gaeta, dove ha trovato un'audience dedicata e interessata. Con una formazione accademica in Sociologia, la sua analisi sui fenomeni sociali attraverso la lente dei media è acuta e ben argomentata. Nelle sue pubblicazioni, Donatella affronta argomenti vari come l'evoluzione culturale, l'impatto delle tecnologie sulla società, e le questioni di genere, sempre con uno stile chiaro e provocatorio. La sua capacità di rendere temi complessi accessibili e intriganti ha fatto di lei una voce molto seguita e rispettata su Gaeta.it.

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