le scelte di Israele a Gaza aggravano la crisi umanitaria e segnano rischi di genocidio, dice la relatrice del consiglio d’europa

le scelte di Israele a Gaza aggravano la crisi umanitaria e segnano rischi di genocidio, dice la relatrice del consiglio d’europa

L’intensificazione delle operazioni israeliane a Gaza ha causato una grave crisi umanitaria, con blocco totale delle forniture dal 2 marzo 2025 e accuse di genocidio da parte di Saskia Kluit, che chiede interventi urgenti.
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L'intensificazione delle operazioni militari israeliane a Gaza ha causato una grave crisi umanitaria, denunciata come possibile genocidio dalla parlamentare Saskia Kluit, che chiede un immediato cessate il fuoco e il rilancio degli aiuti umanitari. - Gaeta.it

L’intensificazione delle operazioni militari israeliane a Gaza ha causato un peggioramento drammatico delle condizioni umanitarie, denunciato dalle istituzioni internazionali. Il blocco totale delle forniture dal 2 marzo 2025 e il riprendere dei bombardamenti hanno aumentato alle stelle la sofferenza della popolazione civile, in particolare di donne, bambini e ostaggi. Nourrirsi, avere accesso all’acqua, alle cure mediche e a un rifugio adeguato sono diventati impossibili per molti, con conseguenze devastanti sulla vita quotidiana di chi resta nella Striscia.

La denuncia di saskia kluit sulle politiche israeliane e il rischio genocidio

Saskia Kluit, parlamentare olandese e relatrice per l’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, ha formulato dure accuse sulle azioni di Israele contro Gaza. Secondo la deputata del partito socialdemocratico, le misure adottate vanno nella direzione di una vera e propria pulizia etnica, configurando un rischio concreto di genocidio. La sua analisi si basa su quanto visto a partire dal blocco delle forniture umanitarie, quando il governo israeliano ha sospeso ogni assistenza, impedendo così l’accesso a beni essenziali come cibo e medicinali.

La violenza contro i più vulnerabili

Kluit sottolinea che quella di Israele è una violenza sistematica che si scarica soprattutto sui più vulnerabili. I bambini, infatti, sono diventati le prime vittime. Senza acqua pulita, senza alimenti, senza cure mediche, il loro diritto fondamentale alla vita viene completamente negato. L’abolizione di qualsiasi scampo a questa popolazione, che vive confinata in spazi sempre più ristretti e sotto incessante fuoco, rappresenta secondo Kluit una violazione grave del diritto umanitario internazionale.

La situazione umanitaria dopo il blocco totale delle forniture

Dal 2 marzo 2025, Israele ha imposto un embargo completo sulle forniture a Gaza, bloccando alimenti, acqua potabile, medicamenti e qualsiasi tipo di aiuto esterno. Questo ha prodotto una crisi senza precedenti per chi abita nella Striscia. Gli ospedali hanno smesso di funzionare o operano al limite delle loro possibilità, a causa della mancanza di attrezzature e farmaci. La popolazione, ormai in stato di emergenza, deve fare i conti anche con un clima di bombardamenti che impedisce l’organizzazione di soccorsi o evacuazioni.

Peggioramento delle condizioni di vita e rischio epidemie

Le condizioni igieniche peggiorano ogni giorno, aumentando il rischio di epidemie e altre malattie. Le famiglie sono costrette a rimanere in abitazioni insicure, perché non esiste alcuno spazio definito come zona sicura. Gli spazi confinati e il rischio crescente degli attacchi fanno da trappola: chi è rimasto in vita non può scappare né trovare rifugio. La mancanza di un corridoio umanitario libero da ostacoli ha bloccato anche le operazioni di salvataggio e il trasferimento degli ostaggi, lasciando alle loro sorti migliaia di persone.

La posizione della comunità internazionale e gli obblighi legali

Saskia Kluit richiama la comunità internazionale a intervenire rispettando le norme previste dalle convenzioni di Ginevra e le leggi che regolano i conflitti armati. La Convenzione sul genocidio impone agli stati firmatari il dovere di prevenire e punire atti volti all’eliminazione fisica di gruppi di persone in base alla loro appartenenza etnica o religiosa. L’aggravarsi della situazione a Gaza, assieme al blocco totale e alla violenza continua, richiede una risposta urgente da parte degli organismi multilaterali.

Appello al rispetto del diritto umanitario

La relatrice insiste perché Israele fermi immediatamente le uccisioni e consenta il passaggio senza limitazioni degli aiuti umanitari. Il rispetto del diritto umanitario internazionale comporta che si garantisca la salute, la sicurezza e la vita della popolazione civile. La comunità mondiale, scrive Kluit, deve assumersi questa responsabilità, interrompendo la catena di eventi che sta causando migliaia di vittime innocenti e devastazione su vasta scala. La tensione resta altissima e la situazione continua a evolversi con nuovi attacchi e scontri, senza soluzione in vista.

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