Le pmi marchigiane tra radici profonde e nuovi slanci: un tessuto economico ancora centrale nel 2025

Le pmi marchigiane tra radici profonde e nuovi slanci: un tessuto economico ancora centrale nel 2025

Le piccole e medie imprese delle Marche, protagoniste nel 2025 con oltre il 90% del tessuto produttivo, affrontano sfide economiche e sociali mantenendo tradizione, innovazione e resilienza territoriale.
Le Pmi Marchigiane Tra Radici Le Pmi Marchigiane Tra Radici
Le piccole e medie imprese delle Marche rappresentano oltre il 90% del tessuto produttivo regionale, con un forte legame tra tradizione e innovazione, come emerso nell’assemblea Confapi a Sirolo, che ha evidenziato sfide, resilienza e prospettive di crescita per il 2025. - Gaeta.it

Le piccole e medie imprese delle Marche continuano a rappresentare una parte fondamentale dell’economia regionale nel 2025, con una presenza che supera il 90% del tessuto produttivo locale. Queste aziende non sono solo volani di sviluppo ma incarnano un legame stretto con il territorio, unendo tradizione e progetti di crescita. Un recente evento a Sirolo ha messo sotto i riflettori questo segmento imprenditoriale, con interventi che hanno evidenziato le sfide e le potenzialità di questo sistema.

Il ruolo delle pmi nel tessuto economico delle marche

Le Pmi marchigiane costituiscono la base dell’economia regionale. Si stima che coprano oltre il 90% delle aziende attive, contribuendo direttamente alla produzione e all’occupazione. Questi piccoli e medi imprenditori rappresentano una realtà che mantiene un forte radicamento nella propria terra, pur guardando avanti, con idee e progetti che spesso si intrecciano con l’identità locale. La loro attività non si limita a portare lavoro e merci sul mercato, ma si traduce in storie di innovazione e perseveranza che definiscono l’animo delle Marche.

Flessibilità e vulnerabilità

La dimensione media di queste aziende le rende flessibili ma anche più vulnerabili a contesti difficili. Non è raro, infatti, che gli imprenditori marchigiani preferiscano mantenere un profilo basso. Molti scelgono di concentrarsi sulla produzione piuttosto che sulla comunicazione esterna, creando un equilibrio tra il voler emergere e la necessità di lavorare con serenità lontano dai riflettori. Questa discrezione, tuttavia, non impedisce loro di ottenere risultati importanti dando vita a eccellenze riconosciute nei settori tradizionali come la meccanica, la moda e l’agroalimentare.

L’assemblea annuale confapi a sirolo: voci e presenze istituzionali

L’assemblea annuale di Confapi Industria Ancona, svoltasi presso Casacon a Sirolo, ha riunito numerosi rappresentanti del mondo imprenditoriale e istituzionale delle Marche. Michele Montecchiani, direttore di Confapi Industria Ancona, ha sottolineato come le pmi della regione siano protagoniste di trasformazioni profonde che riguardano non solo il prodotto ma lo stesso modo di fare impresa. A detta sua, queste realtà imprimono il proprio carattere attraverso passione e capacità produttive, eppure preferiscono restare lontane da un’eccessiva esposizione mediatica.

La presenza del presidente della regione Marche, Francesco Acquaroli, ha aggiunto peso all’evento. Acquaroli ha evidenziato la capacità della regione di rialzarsi e riconquistare un ruolo importante malgrado gli ultimi anni siano stati segnati da crisi finanziarie locali, calamità naturali come il sisma, la pandemia e le difficoltà dovute ai contesti geopolitici e all’inflazione. Questi elementi hanno senza dubbio inciso sull’assetto socioeconomico marchigiano, ma non hanno fermato la resilienza del tessuto produttivo locale.

Testimonianze da sirolo

“La capacità della regione di rialzarsi è un segno della forza e della determinazione delle nostre imprese,” ha dichiarato Francesco Acquaroli durante l’evento.

Visioni a confronto: dialoghi e relazioni nell’evento “le storie, le passioni, le marche”

Un momento centrale dell’assemblea è stata la sessione denominata “Le Storie, le Passioni, le Marche.” Moderata dal giornalista Maurizio Socci, ha raccolto interventi di figure significative del mondo economico, finanziario e culturale del territorio. Tra i partecipanti c’erano Camillo Catana Vallemani, presidente della banca BCC Ancona e Falconara, e Emanuela D’Angelo, direttore generale di Confidicoop Marche. Hanno preso parte anche esperti come Danilo Di Matteo di The European House – Ambrosetti, e il rettore dell’università di Camerino, Graziano Leoni.

Tra gli ospiti istituzionali, l’assessore regionale Goffredo Brandoni, gli assessori comunali di Ancona Marco Battino e Angelo Eliantonio, hanno ribadito l’importanza di sostenere la piccola e media impresa. Ancora, la presenza di Gino Sabatini, presidente della camera di commercio delle Marche, ha fatto emergere la necessità di creare nuove corsie di accesso al credito e innovazioni gestionali.

L’arte del racconto imprenditoriale

La valorizzazione delle storie imprenditoriali è stata affidata anche a Cesare Catà, storyteller e performer. Il suo intervento ha aggiunto un tono narrativo alle esperienze raccolte, mettendo in luce il racconto diretto come elemento per far emergere la dimensione umana delle imprese marchigiane.

Le sfide e le risposte del sistema marchigiano nel contesto contemporaneo

Il territorio marchigiano si trova a un punto cruciale. Il sistema delle pmi deve fare i conti con fattori esterni come le conseguenze del conflitto in Europa, l’inflazione ancora elevata e le difficoltà strutturali accumulate negli anni. L’istituto di credito locale, un tempo riferimento per l’economia regionale, ha subito crisi che hanno complicato l’accesso finanziario per molte aziende.

Eppure, le Marche mostrano una capacità di adattamento che ha permesso loro di mantenere livelli importanti di attività produttiva. Le imprese hanno saputo reagire variando le strategie, investendo su qualità e tecnologie, e mantenendo un legame forte con il territorio, elemento chiave per la loro identità e competitività.

Riflessioni di acquaroli

Rappresentanti come Acquaroli hanno puntualizzato che questa “cerniera” fra tradizione e innovazione produce risultati concreti e contribuisce a tenere viva l’economia marchigiana. La sfida ora è accompagnare queste realtà con strumenti e sostegni adeguati, facilitando nuovi percorsi che rafforzino quanto già costruito.

L’assemblea di Sirolo ha fatto emergere in maniera evidente quanto il settore privato, con le sue Pmi, abbia ancora un ruolo centrale nel definire il futuro sociale ed economico delle Marche. La regione dimostra di voler fare i conti con le difficoltà senza perdere la propria identità e capacità di crescita.

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