Le opposizioni in consiglio provinciale di Trento contestano la decisione sul demansionamento di francesca gerosa

Le opposizioni in consiglio provinciale di Trento contestano la decisione sul demansionamento di francesca gerosa

Nel Consiglio provinciale di Trento cresce la polemica sul demansionamento dell’assessora Francesca Gerosa deciso dal presidente Fugatti, con opposizioni che denunciano derive autoritarie e chiedono trasparenza nella gestione politica.
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Nel Consiglio provinciale di Trento scoppia la polemica per il demansionamento dell’assessora Gerosa, con le opposizioni che denunciano un uso autoritario del potere da parte del presidente Fugatti e chiedono trasparenza e confronto istituzionale. - Gaeta.it

Nel Consiglio provinciale di Trento è scoppiata una forte polemica attorno alla decisione dell’esecutivo guidato dal presidente Fugatti, che ha determinato il demansionamento dell’assessora Francesca Gerosa dal ruolo di vicepresidente. Le forze di opposizione hanno espresso un netto dissenso verso questa scelta, considerata un atto che rischia di compromettere la credibilità delle istituzioni e di mettere in discussione il rapporto tra politica e cittadini. Il dibattito tocca non solo le dinamiche interne alla Giunta provinciale, ma anche questioni più ampie sulla gestione del territorio e sulla vita politica trentina.

Le critiche delle opposizioni al presidente fugatti e la gestione del territorio

Il caso di Francesca Gerosa ha raccolto prese di posizione durissime da parte di esponenti di vari gruppi di minoranza nel consiglio provinciale. Francesco Valduga, portavoce di Campobase, ha sottolineato come il governo del territorio debba riguardare l’intera popolazione trentina, non solo la maggioranza. Valduga si è detto preoccupato per la situazione, descrivendo la decisione sul terzo mandato come una mossa costruita “ad personam”. Ha denunciato una sorta di persecuzione politica nei confronti di chi mette in discussione questo assetto, definendo il fatto un gesto grave e un segnale di una frattura interna nel governo. Al contrario della maggioranza, la minoranza si è mostrata compatta nel respingere questa dinamica.

Il uso privatistico delle strutture istituzionali secondo onda

Filippo Degasperi, di Onda, ha espresso un giudizio netto parlando di un uso “privatistico” delle strutture istituzionali da parte del presidente Fugatti. Questa definizione lascia intendere una gestione poco trasparente e orientata agli interessi personali del vertice della Giunta, più che a quelli collettivi della comunità trentina. La richiesta è di un ritorno a una conduzione trasparente e rispettosa delle regole democratiche.

L’impatto sulla credibilità delle istituzioni e il ruolo della vice presidenza

Lucia Coppola, rappresentante di Avs, ha rilevato come questa vicenda abbia avuto un impatto negativo sulla fiducia nella politica locale e nelle istituzioni. Ha parlato di una “logica devastante” che mina la credibilità del Consiglio provinciale e che rischia di allontanare i cittadini dalla partecipazione politica. La frattura interna alla maggioranza e il modo in cui si è trattata un’assessora di spicco sono elementi che compromettono la stabilità e il funzionamento di un organo fondamentale per la governance locale.

La marginalizzazione di francesca gerosa secondo casa autonomia

Paola Demagri, di Casa Autonomia, ha aggiunto che in due anni l’assessora Gerosa non ha mai potuto svolgere concretamente il ruolo di vicepresidente, segno che la fiducia nei suoi confronti era stata compromessa fin dall’inizio. Questo dato suggerisce che la decisione non sia un evento isolato, ma il risultato di un percorso segnato da tensioni e incomprensioni. Il mancato svolgimento di un ruolo formale così importante, come quello di vicepresidente, rappresenta un segnale di marginalizzazione che ha conseguenze dirette sull’efficacia della Giunta.

Accuse di deriva autoritaria e violenza istituzionale

Il Pd trentino ha utilizzato toni forti per descrivere la situazione emersa. Alessio Manica ha parlato di una “deriva autoritaria”, spiegando che all’interno dell’esecutivo vengono premiati chi sta vicino al presidente Fugatti, mentre chi non lo asseconda deve affrontare punizioni. In questa lettura, la decisione riguardante Gerosa sarebbe parte di un meccanismo interno che reprime ogni dissenso o comportamento che si discosti dalla linea ufficiale.

Violenza istituzionale denunciata da lucia maestri

Lucia Maestri ha usato il termine “violenza istituzionale” per definire questo modo di fare politica, denunciando un abuso di potere e un’imposizione che si traduce in un indebolimento della democrazia provinciale. Queste accuse pesano sul modo in cui si rappresenta il ruolo delle istituzioni locali e mostrano la profondità del conflitto all’interno della Giunta.

Iniziative e richieste della minoranza in consiglio provinciale

Di fronte a quanto accaduto, i gruppi di opposizione hanno chiesto un’informativa urgente in aula, per riportare la discussione sui temi in un contesto istituzionale e trasparente. È stata sottolineata la necessità che il Consiglio provinciale torni a essere il luogo della politica e del confronto tra maggioranza e minoranza, nel rispetto delle regole e dei cittadini trentini.

Sul fronte dei temi referendari e della legge impugnata, la minoranza ha ribadito la volontà di proseguire nel percorso dell’Autonomia, evitando strumentalizzazioni. Vogliono riportare il dibattito a punti concreti, quelli che coinvolgono realmente la comunità provinciale e che meritano un’attenzione seria e senza enfasi politiche. Questa strategia punta a differenziarsi dalla politica conflittuale e a concentrarsi sulle istanze legate alla vita quotidiana e alla gestione del territorio.

Il caso Gerosa mantiene alta la tensione in provincia e lascia aperto il dibattito su come si esercita il potere nelle istituzioni pubbliche locali. La richiesta di chiarezza e confronto resta centrale per le minoranze che cercano di costruire un’opposizione costruttiva nel quadro della politica trentina.

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