Il turismo nelle Marche si trova a un punto di svolta importante. Le cifre globali e nazionali mostrano una crescita nelle richieste di proposte turistiche attente all’ambiente e alle comunità locali. Questa domanda spinge le destinazioni, soprattutto quelle marchigiane, a riflettere sul proprio ruolo e sul modo di svilupparsi. In un quadro che vuole la sostenibilità come cardine dello sviluppo, la regione sembra contenere risorse e riconoscimenti preziosi, ma deve ancora affrontare la sfida di un’identità unificata e riconosciuta a livello più ampio.
Una nuova figura professionale per il turismo sostenibile
Il progetto Erasmus+, sostenuto dall’Unione Europea, ha promosso una nuova figura professionale chiamata Sustainability Manager for Tourism Destinations. Questa persona dovrà guidare le destinazioni turistiche nel rispetto di criteri sociali, economici e ambientali, stimolando uno sviluppo che convivi con il benessere degli abitanti, dei visitatori e con la rigenerazione dei territori. L’obiettivo è preparare risposte concrete alle trasformazioni del turismo. La gestione intelligente delle risorse, la cura delle comunità ospitanti e l’attenzione alla sostenibilità economica appaiono temi chiave. Il Sustainability Manager avrà il compito di orientare interventi che non si limitino all’aspetto economico, ma considerino i diversi aspetti del turismo contemporaneo, sempre più attento a non degradare il contesto in cui avviene.
Turismo lento e nuovo modello integrato
Il tema è centrale in un momento in cui il turismo lento e responsabile tende a conquistare più terreno rispetto alle forme tradizionali. In pratica, diventa necessario far convergere le politiche territoriali e di gestione delle risorse con le nuove aspettative dei viaggiatori e delle comunità locali, promuovendo un modello più integrato di sviluppo turistico.
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I numeri della crescita del turismo sostenibile
Secondo un recente report internazionale, la spesa nel turismo sostenibile ha raggiunto i 172 miliardi di dollari nel 2022 e dovrebbe superare i 370 entro il 2028. A livello globale, la domanda di viaggi all’insegna dell’attenzione all’ambiente cresce in maniera evidente. Nel 2023, il 76% dei viaggiatori ha dichiarato di voler adottare comportamenti più sostenibili in viaggio, mentre nel 2024 il 74% ha richiesto proposte più aderenti a queste esigenze. Anche l’Italia segue questa tendenza. Il tredicesimo rapporto di Fondazione Univerde sottolinea come il 60% degli italiani progettino viaggi considerando l’impatto ambientale. Tra questi cresce la richiesta verso strutture e destinazioni che rispettino elevati standard di sostenibilità.
Le piccole località e i centri limitrofi ai grandi flussi turistici vivono la pressione per trovare un equilibrio tra accoglienza e rispetto del territorio. Le amministrazioni comunali devono aggiornare strategie per rispondere efficacemente. Nelle Marche diverse realtà sono riuscite a ottenere certificazioni e riconoscimenti indicanti una risposta positiva. Resta da valutare fino a che punto queste certificazioni si traducano in una gestione sostenibile reale sul campo.
Riconoscimenti e certificazioni dei comuni marchigiani
Il territorio marchigiano vanta diverse certificazioni. Sono 20 le spiagge classificate con la “Bandiera blu”, simbolo di qualità ambientale e servizi adeguati. Su questa linea, 13 stabilimenti balneari hanno ottenuto la “bandiera verde”, riconoscimento dato dai pediatri italiani per spiagge adatte ai bambini. Le “Vele” di Legambiente, conferite a 14 tratti di mare, certificano la qualità ecologica e l’attenzione all’ambiente marino.
Nei piccoli centri dell’entroterra spiccano le 29 località premiate con la “Bandiera arancione” dal Touring Club Italiano. Questo marchio valorizza i Comuni con meno di 15 mila abitanti che mostrano cura del patrimonio culturale, attenzione alla sostenibilità ambientale e qualità dei servizi turistici. La presenza di questi riconoscimenti indica un interesse forte delle amministrazioni allo sviluppo turistico responsabile, almeno secondo i parametri stabiliti dagli enti certificatori.
Obiettivi e limiti delle certificazioni
L’obiettivo di questi premi è incentivare le località a migliorare accoglienza e offerta turistica puntando su qualità ambientale e rispetto sociale. Va osservato però che nonostante questi titoli, la sfida sulla sostenibilità rimane complessa e richiede continui monitoraggi e interventi sulla gestione reale dei flussi e degli impatti.
Specificità e iniziative per segmenti di turismo particolari
Tra i riconoscimenti spicca la “Bandiera gialla”, assegnata a 19 località per i servizi rivolti ai camperisti. Si tratta di un turismo più itinerante e maggiormente legato all’esperienza diretta della natura e dei territori secondari. Sono poi 50 i Comuni marchigiani iscritti come “Amici del turismo itinerante”, segnale di attenzione a questa nicchia in crescita.
Per incentivare l’inclusività, 11 centri hanno ottenuto la “Bandiera lilla”, premio che indica un’ospitalità accessibile e attenta alle esigenze di persone con disabilità o bisogni speciali. Su un altro fronte, si contano 32 località iscritte nella rete dei “Borghi più belli d’Italia”. L’iniziativa mira a recuperare e valorizzare centri storici a rischio spopolamento o abbandono, rivitalizzando il tessuto sociale e culturale lontano dai circuiti più battuti.
Sinergie tra borghi e promozione culturale
San Ginesio evidenzia il valore delle sinergie: premiata come “Best tourism village” dall’Organizzazione mondiale del turismo nel 2021, la cittadina possiede anche Bandiera arancione, gialla e fa parte della rete di “Città che leggono”. Insieme a diverse altre località marchigiane, promuove patrimonio culturale e storia come asset identificativi e attrattivi.
Comuni come Carassai, Montedinove, Rotella e altri hanno scelto di aderire ai “Borghi autentici”, progetto che mette le persone al centro, affrontando sfide demografiche e sociali con risorse interne e una visione di sviluppo sostenibile, equo e rispettoso della cultura locale.
Legame tra agricoltura e valorizzazione turistica del territorio
La natura e vocazione agricola delle Marche trovano riconoscimenti e valorizzazioni nel turismo. Tra i titoli spiccano le 15 Città dell’Olio, 11 del Vino, 9 del tartufo e 8 del Miele. Ogni certificazione attesta la presenza di produzioni tipiche di qualità, legate a un territorio ricco di attenzioni alle tradizioni e all’ambiente.
Acqualagna, unica “città slow” della regione, promuove i valori di Slow Food portando attenzione all’eco-gastronomia e al rapporto tra cibo, ambiente e comunità locale. Questo modello esalta i prodotti locali in un contesto di attenzione alla sostenibilità e ai ritmi di vita più lenti, per adattarsi alle aspettative di turisti e residenti in cerca di autenticità.
Turismo esperienziale e gastronomia
Le iniziative legate all’agricoltura hanno acquisito peso crescente nel turismo regionale, andando oltre la semplice offerta eno-gastronomica. Consentono di costruire percorsi esperienziali dalla produzione alla degustazione, passando per la valorizzazione di paesaggi e culture rurali. Questa combinazione favorisce una relazione più profonda tra visitatore e territorio.
La sfida ancora aperta del brand marche
Nonostante l’ampia rete di riconoscimenti e certificazioni, manca ancora un marchio unico e riconosciuto che individui le Marche come destinazione turistica di riferimento in Italia e all’estero. L’insieme delle eccellenze si presenta frammentato, e ogni località compete per ottenere visibilità e attrattiva.
Questo stato potrebbe sminuire la forza complessiva del territorio, rendendo meno chiaro il racconto dell’identità. Per costruire un brand forte servirebbe una strategia complessiva che leghi insieme storia, cultura, natura e produzioni tipiche, oltre ai riconoscimenti già ottenuti.
Lo sviluppo sostenibile, segnato dall’attenzione alle comunità e all’ambiente, potrebbe esser la chiave per un racconto unitario, capace di attrarre turisti interessati non solo ai singoli luoghi, ma a un’esperienza completa delle Marche. La presenza del Sustainability Manager, in futuro, potrebbe accompagnare questo percorso, guidando le destinazioni attraverso sfide complesse di gestione e valorizzazione. Ancona e le altre città marchigiane continuano a lavorare per consolidare il proprio ruolo, in attesa che l’identità regione si traduca in una comunicazione integrata e riconoscibile.