Le marche devono diversificare l'offerta turistica e intervenire su infrastrutture e attrattività culturale

Le marche devono diversificare l’offerta turistica e intervenire su infrastrutture e attrattività culturale

Le Marche affrontano la sfida di rilanciare il turismo internazionale attraverso la diversificazione dell’offerta, il potenziamento delle infrastrutture e il coinvolgimento dei millennials per valorizzare cultura, natura ed enogastronomia.
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Le Marche affrontano la sfida di rilanciare il turismo internazionale ampliando l’offerta, valorizzando risorse culturali e naturali e migliorando infrastrutture e connettività, puntando su una strategia a lungo termine e sul coinvolgimento delle nuove generazioni. - Gaeta.it

Le Marche, una regione conosciuta per le sue bellezze naturali e culturali, sta vivendo una fase di difficoltà nel mantenere il suo ruolo sul mercato turistico internazionale. Il cuore della questione riguarda la necessità di ampliare e rinnovare l’offerta, superando il tradizionale appeal di alcune località note, e di rilanciare le infrastrutture chiave per rendere il territorio più accessibile e attrattivo. Le riflessioni emerse durante un evento del Think Tank di Teha Group sulla Mole Vanvitelliana delineano questo quadro complesso.

La perdita di attrattività e la sfida della diversificazione

Negli ultimi anni le Marche hanno perso terreno come destinazione turistica, specie sul fronte internazionale. Alcune cittadine, come Numana, restano punti fermi dell’offerta balneare, ma il rischio è che l’immagine della regione si concentri troppo su poche mete, trascurando il resto del territorio. Alessandra Priante, presidente Enit, ha evidenziato come Ancona, il capoluogo, fatichi ad attrarre visitatori per mancanza di strutture ricettive di alto livello e di centri congressi di qualità. Questa carenza limita anche l’organizzazione di eventi e incontri che potrebbero incrementare il flusso turistico. Serve quindi un lavoro concreto sulla valorizzazione di tutto il territorio, costruendo nuove attrazioni e rilanciando quelle esistenti.

L’idea di diversificare l’offerta si basa sull’identificare le molte potenzialità ancora nascoste: dalla montagna agli antichi borghi, dalle realtà culturali alle produzioni enogastronomiche. La scelta di puntare solo sul mare non basta più, serve un equilibrio tra tutte le risorse, per conquistare nuovi segmenti di pubblico.

Risorse naturali e culturali ancora poco sfruttate

Le Marche vantano un patrimonio composto da mare, montagna, città storiche e borghi di pregio. C’è una ricchezza culturale significativa, con poli importanti che potrebbero diventare centri di attrazione. Oltre ai luoghi tradizionalmente visitati, la regione ospita anche attività musicali riconosciute a livello mondiale, che andrebbero valorizzate per attrarre un turismo più specializzato.

Non mancano nemmeno le eccellenze enogastronomiche: vini pregiati, olio di qualità e una cucina locale di buon livello a prezzi accessibili costituiscono un elemento di richiamo da integrare con azioni mirate. La sfida è far emergere questi aspetti fuori dai circuiti più noti, raccontando storie e tradizioni che appassionino un pubblico più ampio.

I centri universitari e le aree rurali rappresentano una parte rilevante del tessuto sociale e culturale, ma necessitano di sostegno e rinnovamento. Potrebbero diventare motori di nuove iniziative culturali e turistiche se valorizzate al meglio insieme alle produzioni locali e ai territori meno battuti.

Infrastrutture e connettività, il nodo centrale per lo sviluppo

Una delle criticità maggiori riguarda i collegamenti. Le Marche sono troppo isolate dal punto di vista ferroviario e infrastrutturale. Ancona, in particolare, appare come un polo confinato, con scarse connessioni con le principali direttrici nazionali e internazionali. Questa limitazione compromette la possibilità di attirare visitatori da vari mercati esteri e italiani.

Per migliorare l’accessibilità, è necessario intervenire con investimenti mirati sui trasporti, potenziando treni e strade e integrando i diversi sistemi di mobilità. Senza una rete efficiente diventa complicato sviluppare iniziative turistico-commerciali di rilievo. Inoltre, le infrastrutture ricettive e congressuali devono essere implementate, per ospitare eventi che richiamino l’attenzione di settori diversi rispetto al turismo balneare.

Le istituzioni e il settore privato devono collaborare per creare un progetto condiviso, con obiettivi a breve e lungo termine. Solo una strategia coordinata potrà cambiare la percezione delle Marche all’estero e risollevare la loro presenza sui mercati turistici.

Coinvolgimento di giovani e visione a lungo termine

Priante ha fatto appello a una visione strategica che trascenda cicli politici e cambi di governo. Occorre un progetto solido, che non si interrompa con le elezioni, ma continui ad accompagnare lo sviluppo della regione su orizzonti pluriennali.

Il futuro del turismo nelle Marche passa anche dalla capacità di coinvolgere le nuove generazioni, in particolare i millennials. Questi giovani rappresentano una fetta importante dei consumatori di esperienze turistiche e culturali e la loro scala di valori punta a autenticità, sostenibilità e scoperta.

Mettere al centro programmi rivolti a questo pubblico può portare a nuove modalità di visita e uso del territorio. Le Marche hanno il potenziale per attirare turisti meno tradizionali, interessati a musica, arte, natura e gastronomia. Sono richiesti però progetti concreti, spazi adeguati e una comunicazione che raggiunga questi target.

Questa sensibilità verso il pubblico giovane potrebbe dare nuova linfa anche alle realtà culturali e produttive già esistenti, liberandole dal loro isolamento e rilanciando un territorio ricco ma spesso trascurato.

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