Il porto di Napoli si trova a un punto delicato. Da anni attende interventi fondamentali per migliorare la sua operatività, ma ora un emendamento inserito nel decreto di conversione del Decreto 96/2025, noto come “Decreto Sport”, rischia di compromettere lavori cruciali. La questione riguarda l’utilizzo delle casse di colmata del porto per depositare detriti derivanti dal dragaggio dell’area di Bagnoli-Coroglio, in vista dell’America’s Cup, evento atteso nel 2025. Questa modifica ha acceso un dibattito che coinvolge autorità portuali e istituzioni locali, con preoccupazioni su possibili effetti negativi sul traffico commerciale e sull’economia campana.
Emendamento al decreto sport e impatto sui lavori portuali a napoli
Pasquale Legora de Feo, presidente di UNIPORT e di altre realtà portuali come Co.Na.Te.Co e Soteco, ha espresso un allarme chiaro riguardo alla norma inserita nel decreto. L’emendamento consente di utilizzare la capienza residua delle casse di colmata del porto di Napoli come deposito per i detriti recuperati dal dragaggio dell’area di Bagnoli-Coroglio. Questa manovra sarebbe funzionale solo per ospitare i materiali di scavo legati ai preparativi dell’America’s Cup.
Rischi e preoccupazioni per il porto
Legora de Feo ha evidenziato come questa scelta rischi di danneggiare profondamente le prospettive operative e logistiche del porto. In particolare, secondo il suo parere, la decisione rischia di posticipare ulteriormente la conclusione di interventi strategici già programmati da anni. Sul piano politico e tecnico, la preoccupazione riguarda una possibile priorità data all’evento sportivo a scapito delle esigenze commerciali e di sviluppo infrastrutturale.
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Accogliere i detriti in aree destinate ad altri scopi significa limitare lo spazio disponibile per lavori essenziali al funzionamento della struttura portuale. Il porto vive una fase cruciale, in cui ogni metro di spazio e ogni intervento infrastrutturale pesano sulla sua capacità di attrarre e gestire traffici navali complessi.
L’urgenza degli scavi e i fondali per navi di grande tonnellaggio
Uno dei problemi più sentiti riguarda la necessità di adeguare i fondali per il transito di navi con stazza maggiore. Il dragaggio non è solo una semplice manutenzione ma un’operazione strategica per rendere pienamente funzionante la Darsena di Levante, area decisiva per l’espansione e la diversificazione delle attività portuali. Da anni il porto di Napoli attende opere di escavo, parte anche dei cantieri stanziati attraverso i fondi PNRR, che dovevano dare una spinta decisiva al rilancio del porto.
Pasquale Legora de Feo ha sottolineato l’importanza cruciale di questi lavori come “sopravvivenza” per il porto. Lo spazio residuo nelle casse di colmata non può essere sacrificato per caricare detriti legati all’evento sportivo, pena il rischio di un blocco nelle operazioni di escavo. Questo scenario provocherebbe gravi danni non solo alle infrastrutture, ma all’intera economia portuale della Campania e alla competitività del porto napoletano.
La competizione tra progetti
Legora de Feo ha poi espresso il timore di una “competizione” tra due progetti, entrambi essenziali ma messi in contrasto da una gestione poco coordinata. Il risultato è un rischio concreto di blocco per uno degli asset economici principali della città, con ripercussioni anche sul lavoro e sull’impatto sociale legato al porto.
La spaccatura nel cluster marittimo e la richiesta di soluzioni alternative
L’intero sistema marittimo-portuale che ruota intorno a Napoli si è schierato compatto attorno alla posizione di UNIPORT. Le associazioni del settore hanno chiesto a governo e parlamento di individuare percorsi diversi, che consentano di portare avanti sia le operazioni necessarie all’America’s Cup sia gli interventi infrastrutturali imprescindibili per il porto.
L’allarme si concentra sul rischio di fermare interventi programmati da anni, fondamentali per mantenere vivo uno dei porti più importanti d’Italia. L’economia campana dipende in larga parte da questa struttura, e un errore di pianificazione rischia di indebolire il porto nel lungo periodo.
Difficoltà di coordinamento
La discussione mette in luce la difficoltà di coordinare esigenze differenti legate a eventi eccezionali e ad attività commerciali ordinarie ma vitali. Il confronto tra Stati, istituzioni e enti portuali è teso, mentre si apre la partita per decidere quale direzione prenderà il pragmatismo legislativo.
L’equilibrio necessario tra evento sportivo e infrastrutture portuali
Adesso la decisione passa al legislatore, chiamato a trovare un compromesso che non penalizzi né l’organizzazione dell’America’s Cup né la funzionalità del porto. È un equilibrio delicato, perché da un lato c’è la necessità di preparare l’area di Bagnoli-Coroglio per il grande evento, e dall’altro la richiesta di completare scavi fondamentali per il traffico commerciale.
Non si tratta solo di scelte tecniche, ma di una visione di sviluppo che coinvolge Napoli, la Campania e il ruolo strategico del porto nel Mediterraneo. La soluzione dovrà tenere conto degli spazi disponibili, delle tempistiche dei lavori e dell’impatto sull’economia locale.
Il futuro del porto di Napoli si gioca su queste scelte immediate, con la pressione del tempo e l’attenzione dei diversi attori coinvolti. Lo sviluppo dello scalo va gestito con la massima attenzione verso le priorità che rendono Napoli un punto nodale per il trasporto marittimo e per l’industria logistica dell’intera regione.