Le indagini sull’omicidio in provincia di Pavia si concentrano sulle differenti dichiarazioni fornite dai protagonisti coinvolti. Il confronto tra la versione della sospettata Daniela Ferrari e quella dell’ex pompiere, emerso dall’analisi dei messaggi telefonici e delle testimonianze raccolte, rivela discrepanze sulla dinamica dei fatti avvenuti la mattina del delitto. Ecco cosa è emerso finora dagli accertamenti.
Analisi del traffico telefonico e il ruolo dell’ex pompiere
Gli investigatori si sono focalizzati sulle comunicazioni telefoniche intercettate fra l’ex pompiere e Daniela Ferrari, entrambe centrali nella ricostruzione degli eventi del 12 agosto. Dai dati estratti, risulta che i due si sono scambiati più messaggi la sera precedente al delitto. In particolare, sono stati rilevati due messaggi chiave inviati dalla donna all’uomo nella mattina stessa del delitto, precisamente alle 8:47 e alle 9:09.
Interrogatori e versioni contrastanti
Questi elementi hanno spinto la procura a convocare l’ex vigile del fuoco in due occasioni distinte per chiarimenti. Durante gli interrogatori, la sua versione ha differito in modo significativo da quella di Daniela Ferrari. Apparentemente, l’indagato ha offerto un quadro dei movimenti mattutini diverso rispetto a quanto raccontato dalla donna, creando un nodo cruciale nell’inchiesta.
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La versione fornita da daniela ferrari sugli spostamenti del 12 agosto
Daniela Ferrari ha spiegato di essersi svegliata intorno alle 7:30, con in casa il marito e il figlio già alzati. Secondo il suo racconto, verso le 8:15 è uscita di casa per svolgere alcune commissioni. La donna ha affermato di essersi recata in un comune vicino per acquistare il telecomando del cancello, poi a Gambolò per fare la spesa. Ha dichiarato di essere rientrata in casa verso le 10 del mattino.
Dettagli sui movimenti del figlio
Ferrari ha anche precisato i movimenti del figlio, che era già vestito quando lei è uscita. Al ritorno, gli ha consegnato le chiavi dell’auto; il ragazzo sarebbe uscito nuovamente intorno a mezzogiorno, sostenendo di essere stato prima in libreria, trovandola chiusa, e successivamente a trovare la nonna. Tutte queste informazioni sono presenti nel verbale depositato dalla donna il 15 febbraio 2017, con lo scopo di stabilire un alibi e delimitare la sua presenza sul territorio quella mattina.
Discrepanze nella ricostruzione dell’ex vigile del fuoco
Il racconto offerto dall’ex pompiere smentisce dettagli fondamentali della versione di Daniela Ferrari. Secondo lui, la donna non si trovava a Gambolò quella mattina, come invece dichiarato, ma a Vigevano. In questo contesto, ha riferito che la donna era in caserma dove si trovava di stanza un loro amico comune.
L’ex vigile del fuoco sostiene inoltre che Daniela abbia preso un biglietto per il parcheggio proprio in quella località, indicazione che contrasta con i movimenti tracciati dalla donna. Questa testimonianza ha indotto gli inquirenti a credere che non sia stato possibile chiudere il cerchio sulle sue dichiarazioni al momento, alimentando quindi il sospetto sulla sua reale posizione durante le ore del delitto.
Le conseguenze delle discrasie per le indagini e le accuse a carico della madre di sempion
Queste divergenze tra i due protagonisti principali hanno condotto la procura a valutare mosse investigative più incisive. I magistrati hanno preso in considerazione l’ipotesi di coinvolgere anche la madre di Sempio, in relazione alle contestazioni mosse contro Daniela Ferrari. Tuttavia, nonostante l’intenzione di aprire una contestazione formale alla donna, l’ipotesi non ha trovato conferme sufficienti per l’avanzamento di accuse.
Le forze dell’ordine continuano le verifiche senza escludere nuovi sviluppi. Questo scambio di versioni così contrastanti rende ancora più complesso ricostruire la sequenza esatta dei fatti quella mattina. Le prossime mosse degli inquirenti saranno decisive per instaurare una versione coerente delle circostanze che hanno portato all’omicidio, partendo proprio da quei messaggi scambiati e dalle testimonianze raccolte.