Nel 2024, i dati sugli episodi di violenza domestica hanno messo in luce una realtà complessa e preoccupante, che coinvolge uomini e donne in modo bidirezionale. Il Centro rieducativo per persone maltrattanti di San Benedetto del Tronto, istituito dalla psicoterapeuta Antonella Baiocchi, ha registrato un significativo numero di accessi e ha avviato corsi di recupero per coloro che hanno commesso abusi. Questi dati offrono un quadro chiaro e rivelano l’urgenza di affrontare il fenomeno della violenza nei rapporti interpersonali, senza distinzioni di genere.
I motivi alla base della violenza domestica
L’analisi delle condotte violente ha evidenziato varie cause che spingono gli individui a commettere atti di abuso. Secondo i dati, il 36% delle violenze è scaturito da rivalità amorose, mentre il 23% ha coinvolto partner ed ex partner. Una percentuale notevole, pari al 18%, è rappresentata da maltrattamenti verso anziani, lasciati in balia di un’assistenza che non dovrebbe mai mancare. Le vittime più giovani hanno subito violenza dal 14% dei maltrattanti, mentre il 9% ha riversato la propria frustrazione sui genitori, dimostrando una grave insofferenza nelle relazioni familiari. Questa varietà di situazioni sottolinea come la violenza domestica non colpisca solo un genere specifico; essa è infatti una questione che riguarda la società nel suo complesso.
I dati del Centro rieducativo
Nel 2023, il C.Ri.Pe.M. ha accolto 53 individui maltrattanti, gli ammissioni si sono concentrate prevalentemente tra le persone di origine italiana, il 74% proveniente dal Centro Italia, con circa il 61% degli uomini e il 23% delle donne provenienti dalle Marche. Tra i 35 corsisti che hanno partecipato ai corsi di trattamento, 22 erano donne e 13 uomini. Un aspetto interessante è che il 59% delle donne ha intrapreso il percorso di ristrutturazione per ordine della magistratura, a causa di accuse di maltrattamenti in famiglia. Questi dati dimostrano non solo la necessità di interventi rieducativi, ma anche il riconoscimento della gravità delle situazioni denunciate.
Leggi anche:
Distinzione tra violenza fisica e psicologica
Le statistiche mostrano che il 23% dei partecipanti al C.Ri.Pe.M. ha avuto comportamenti esclusivamente psicologici, mentre il 77% ha utilizzato sia modalità fisiche che psicologiche di violenza. Questa differenziazione è fondamentale per comprendere le varie forme di abusi che possono manifestarsi in un contesto domestico. La violenza psicologica, spesso sottovalutata, può avere effetti devastanti e duraturi sulle vittime, nonostante non lascino segni visibili come nel caso della violenza fisica. Riconoscere queste sfumature è essenziale per la formulazione di interventi adeguati.
La proposta di Antonella Baiocchi
Nel Report del primo anno di attività del Centro, Antonella Baiocchi riporta osservazioni cruciali, sottolineando che la violenza transcende il genere, affermando che è necessaria una riflessione sul concetto di cultura tossica che permea la società. Baiocchi invita anche ad ampliare le strutture di assistenza alle vittime, creando altri centri specializzati e promuovendo una visione inclusiva. Propone di trattare le vittime di violenza indistintamente, superando il concetto di “vittime di Serie A” o “Serie B”, e di garantire un supporto adeguato a chiunque ne abbia bisogno. La sua visione è quella di un approccio che riconosca ogni singolo caso, indipendentemente dal genere, sostenendo l’idea che anche uomini e donne possono essere sia vittime che perpetratori.