le critiche forti al marchio as ever di meghan markle: cosa non ha funzionato dal lancio ai prodotti

le critiche forti al marchio as ever di meghan markle: cosa non ha funzionato dal lancio ai prodotti

Meghan Markle lancia il marchio lifestyle As Ever, ma esperti come Phillip Millar e Camille Moore criticano la scarsa coerenza tra immagine pubblica e offerta commerciale, definendo il progetto poco credibile.
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Meghan Markle ha lanciato il marchio lifestyle "As Ever", ma esperti criticano la scarsa coerenza tra la sua immagine pubblica e l’offerta commerciale, giudicando il progetto poco autentico e mal gestito. - Gaeta.it

La duchessa del sussex, meghan markle, ha lanciato di recente il suo marchio lifestyle chiamato as ever, ma l’operazione ha subito ricevuto commenti molto negativi da esperti del settore. L’azienda propone prodotti come marmellate, polveri di fiori e mix per biscotti, ma secondo alcuni il concept e la gestione del brand risultano poco convincenti e mal calibrati rispetto alla figura pubblica della duchessa. Le critiche arrivano da professionisti di marketing e avvocati che hanno analizzato il progetto nei dettagli, sottolineando diverse criticità.

Le lacune nella coerenza del brand e il cambio di nome da american riviera orchard a as ever

As ever non è nato con questo nome, ma inizialmente si chiamava american riviera orchard, in riferimento alla zona della california dove meghan markle e il principe harry risiedono. All’inizio del 2025, la duchessa ha deciso di modificare l’identità del marchio, cambiandone anche il nome e proponendo un assortimento variegato di prodotti per la casa e per la cucina. Si tratta di articoli come marmellate di frutta, preparati per biscotti e polveri di fiori, venduti come elementi distintivi dello stile di vita rappresentato dal brand.

Quel che manca, secondo l’analisi di millar, è una chiara comprensione di chi veramente sia meghan. La critica più forte riguarda la distanza tra la sua immagine pubblica – quella di una persona che sfida i canoni tradizionali e che è finita al centro dell’attenzione mondiale per la sua ribellione contro la famiglia reale – e il tentativo di proporsi come una semplice casalinga impegnata in prodotti di nicchia costosi e poco accessibili. Una contraddizione che fa perdere credibilità al progetto.

Millar ha suggerito che il marchio sarebbe stato più efficace se avesse enfatizzato l’aspetto di “disgregatrice” della duchessa, cioè la figura che crea rotture e fa parlare di sé, invece di puntare su un’immagine tradizionale e bon ton. Secondo lui, il pubblico si aspetta un brand che rifletta questa personalità forte e ribelle, magari attraverso prodotti più rivoluzionari, accessibili e innovativi.

Valutazioni degli esperti sul lancio e sul posizionamento del marchio

Nel podcast the art of the brand, l’avvocato canadese phillip millar e la responsabile marketing californiana camille moore hanno discusso as ever definendolo uno dei peggiori casi di gestione brand di celebrità. Millar ha detto chiaramente che il marchio “fa schifo” e che è il risultato di un gruppo di persone poco competenti che tenta di sfruttare soltanto la fama della duchessa, ottenuta grazie alla serie suits e all’appartenenza alla famiglia reale britannica. Per lui, la strategia si limita a massimizzare questa fama senza costruire un’identità solida o una visione chiara.

Secondo millar, infatti, il brand manca di coerenza e autenticità. “Meghan non è una persona seria nel modo in cui gestisce questo progetto”, ha affermato, descrivendo l’intera operazione come una rappresentazione forzata e distorta di quello che la duchessa è o vorrebbe essere. L’avvocato ha preso in giro l’idea di offrire una marmellata in listaa d’attesa, definendola poco intelligente e non all’altezza di una personalità pubblica di quel calibro.

Al contrario, millar sostiene che dietro questi prodotti non c’è una strategia di lungo termine o un lavoro strutturato. Le cose sono state messe insieme per sfruttare la popolarità momentanea, ma senza un progetto credibile. Il risultato è un brand che fallisce spesso e che appare poco legittimo agli occhi di chi osserva con professionalità.

L’inadeguatezza percepita tra immagine pubblica e offerta commerciale

Millar ha evidenziato come as ever non sia riuscito a stabilire un legame autentico con gli acquirenti, proprio perché l’offerta commerciale non corrisponde a ciò che il pubblico percepisce di meghan. Il lancio ha mostrato sintomi di un progetto fatto senza una vera visione sui valori da comunicare e sulle aspettative dei consumatori.

L’avvocato ha anche puntato il dito contro la mancanza di domande serie da parte degli investitori, tra i quali figura netflix. Sembra che nessuno abbia verificato a fondo la strategia o la preparazione della duchessa prima di appoggiare il marchio. Da qui la critica sul voler capitalizzare un successo momentaneo senza pensare a come questo possa diventare sostenibile nel tempo.

Al centro di tutto c’è un tentativo di sfruttare la notorietà in modo troppo immediato, senza definire una vera identità o un progetto imprenditoriale. La percezione generale è che as ever non rappresenti né la duchessa reale né una linea di prodotti con abbastanza sostanza. Rimane un progetto fragile, con troppe incoerenze tra personaggio pubblico e offerta commerciale.

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