Dopo le voci arrivate da Ginevra sull’apertura dell’Iran a un intesa sul nucleare, i mercati finanziari europei hanno chiuso la settimana in saldo positivo. I listini principali hanno reagito con acquisti, guidati dalle piazze di Francoforte e Milano. Anche i mercati americani hanno registrato un timido rialzo nonostante indicatori economici meno confortanti. Nel frattempo, i titoli di Stato italiani hanno mostrato un momento di tranquillità, con una riduzione del differenziale rispetto ai Bund tedeschi.
Andamento delle borse europee nell’ultima seduta
La chiusura delle principali borse europee dell’ultima giornata della settimana ha registrato un rialzo diffuso. Francoforte si è dimostrata la migliore con un incremento vicino al 1,5%, spinta dagli acquisti in diversi settori cruciali, tra cui la tecnologia e il bancario. Milano ha seguito con una crescita del 1,25%, mentre Madrid, Parigi e Londra hanno messo a segno rialzi più contenuti ma positivi, rispettivamente intorno all’1,1%, all’1% e allo 0,33%.
Questi guadagni arrivano dopo notizie incoraggianti da Ginevra, dove l’Iran avrebbe mostrato maggiore disponibilità a discutere un accordo sul nucleare, un elemento che ha ridato tranquillità agli investitori europei. L’effetto sulle azioni si è visto soprattutto nei settori più sensibili alle tensioni geopolitiche.
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Negli Usa, i principali indici hanno chiuso in rialzo, anche se moderato: il Dow Jones è cresciuto dello 0,3%, mentre il Nasdaq ha guadagnato lo 0,5%. Questi risultati arrivano nonostante alcuni indicatori pubblicati dalla Federal Reserve di Filadelfia che hanno registrato valori inferiori alle previsioni. In particolare, l’indice predittivo mostra un andamento quasi stabile dopo un calo precedente di circa l’1%, indicando una fase di stasi per l’economia americana.
Tali dati mostrano una fase di incertezza sul fronte economico, ma almeno per ora non sembrano pesare sui listini, che restano supportati da fattori esterni favorevoli come la prospettiva di un accordo internazionale sulla questione nucleare iraniana.
Titoli di stato italiani e valuta: la stabilità riporta fiducia sui mercati obbligazionari
Il differenziale tra i Btp italiani e i Bund tedeschi decennali ha segnato un calo a 97,5 punti base, segnale che gli investitori percepiscono un rischio minore sul debito italiano rispetto agli scorsi giorni. Il rendimento del Btp si è portato al 3,49%, in calo di 2,4 punti, mentre quello del Bund è salito leggermente al 2,52%, con un aumento di 0,2 punti.
Anche le valute hanno mostrato movimenti interessanti. Il dollaro ha perso terreno nei confronti dell’euro e della sterlina, posizionandosi sotto quota 0,87 euro e 0,74 sterline. I metalli preziosi come l’oro sono scesi sotto i 3.356 dollari l’oncia, mentre il petrolio Wti ha messo a segno un piccolo aumento attestandosi intorno ai 75,35 dollari al barile. Il gas ha invece perso terreno, scendendo sul mercato europeo a 40,73 euro al megawattora.
Movimenti nei settori azionari: semiconduttori, auto e banche al centro dei rialzi
La maggior parte dei comparti azionari ha reagito con acquisti, tranne energia e farmaceutica che hanno ceduto terreno. Tra i titoli tecnologici spiccano i produttori di semiconduttori. Be ha guadagnato il 2,17%, Asml l’1,9%, mentre Stm si è portata a +1,85%. Il segmento automotive ha beneficiato di acquisti con Stellantis che ha chiuso quasi al +2%, supportata anche dalla smentita di ipotesi di vendita di Maserati.
Altri marchi automobilistici francesi come Renault e Ferrari hanno messo a segno incrementi rispettivamente dell’1,35% e dell’1,06%, riflettendo un clima di fiducia nel settore. Nel comparto bancario, Mps ha registrato il maggiore aumento , seguita da Mediobanca, Santander e diverse banche italiane come Unicredit e Intesa che hanno tutte guadagnato oltre l’1,5%.
Gli operatori hanno preferito titoli più difensivi come Tim, che ha raddoppiato la performance media del settore con un +3,18%. In difficoltà, invece, i petroliferi come Bp, Shell, Eni e TotalEnergies, con ribassi compresi tra lo 0,2% e l’1,45%, probabilmente per il calo delle quotazioni del gas.
Questo quadro mostra come la giornata si sia caricata di dinamiche diverse a seconda dei settori, con i semiconduttori e le banche in evidenza e altri comparti più sensibili ai prezzi delle materie prime in affanno.