Lavori autostradali affidati con tangenti e dipendenti non formati: l’inchiesta della procura di santa maria capua vetere

Lavori autostradali affidati con tangenti e dipendenti non formati: l’inchiesta della procura di santa maria capua vetere

L’inchiesta della procura di Santa Maria Capua Vetere svela un sistema di corruzione e falsificazioni negli appalti sull’autostrada A3 Napoli-Pompei-Salerno, con gravi rischi per la sicurezza dei lavoratori a Napoli.
Lavori Autostradali Affidati C Lavori Autostradali Affidati C
L’inchiesta della procura di Santa Maria Capua Vetere ha scoperto un sistema di corruzione e falsificazione legato agli appalti sull’autostrada A3 Napoli-Pompei-Salerno, con gravi violazioni della sicurezza sul lavoro e coinvolgimento di imprenditori e funzionari locali. - Gaeta.it

L’inchiesta della procura di Santa Maria Capua Vetere ha scoperchiato un sistema di corruzione che riguarda la gestione di appalti sull’autostrada A3 Napoli-Pompei-Salerno. Secondo gli investigatori, le tangenti venivano versate in più tranche, persino nascoste dentro vasi di fiori, per assicurarsi l’assegnazione di lavori importanti. Nel quadro emerge anche un grave problema legato alla sicurezza dei lavoratori, con dipendenti mandati in cantiere senza la preparazione necessaria, provocando incidenti anche gravi. I fatti coinvolgono bosse personalità e diverse imprese operanti nella zona di Napoli.

Il sistema di tangenti per aggiudicarsi gli appalti sull’autostrada a3

Le indagini hanno portato alla luce un meccanismo illecito con tanti passaggi di denaro raccolti dai responsabili per pilotare le gare d’appalto. Bruno Antignani, funzionario di punta del Consorzio Stabile Sis — la società che gestisce l’autostrada A3 — avrebbe incassato una tangente da 6.500 euro, divisa in tre pagamenti per non destare sospetti. Il denaro non veniva consegnato sempre allo scoperto. Alcune tranche sarebbero state nascoste persino dentro vasi di fiori, un metodo pensato per evitare controlli o intercettazioni.

I protagonisti coinvolti nell’inchiesta

Quattro imprenditori della provincia e area metropolitana di Napoli sono finiti sotto inchiesta per aver garantito e corrisposto queste tangenti. Antonio Giardino e Tommaso Mauriello sono stati indicati come i corrispondenti di fatto, mentre Barbara Sposato e Giovanni Castiello sono accusati di aver prodotto documenti falsi per attestare una formazione dei dipendenti inesistente, fondamentale per partecipare alle gare e operare in cantiere. L’obiettivo dei pagamenti era assicurarsi la vittoria nelle gare e ottenere appalti da centinaia di migliaia di euro, una somma che poteva cambiare le sorti delle aziende coinvolte.

La formazione mancata dei lavoratori con gravi conseguenze sul campo

Non c’è solo il business delle tangenti. L’inchiesta punta i riflettori su un tema delicato: la scarsa attenzione alla sicurezza dei lavoratori nei cantieri autostradali. A testimoniare questo aspetto è il caso di un operaio che, secondo la documentazione, avrebbe dovuto svolgere un corso obbligatorio di formazione prima di iniziare le attività. In realtà, quel corso non è mai stato frequentato. La sua presenza in cantiere sarebbe quindi stata priva della qualifica necessaria.

L’incidente e le falsificazioni

L’operaio è rimasto vittima di un infortunio grave nel mese di aprile scorso. Dopo l’incidente gli imprenditori coinvolti avrebbero presentato falsi attestati, in particolare Antonio Giardino avrebbe consegnato documenti retrodatati e firmati anche da una persona deceduta, per coprire la mancanza di formazione. Questo espone un quadro di negligenza gravissima verso le norme di sicurezza e la tutela della salute sul lavoro. La speranza è che questa vicenda possa spingere a rivedere i controlli su questi appalti, anche alla luce delle vite umane che restano coinvolte.

Le indagini della procura e le operazioni dei carabinieri

Nei giorni scorsi, dopo mesi di indagini coordinate dal procuratore Pierpaolo Bruni e dal sostituto Giacomo Urbano, è stato emesso un decreto per perquisire le abitazioni e gli uffici degli indagati. I carabinieri hanno acquisito telefoni, computer e una grande quantità di documenti con l’obiettivo di raccogliere prove contro i cinque accusati.

L’obiettivo dell’operazione

L’operazione è stata pensata per fermare la rete di tangenti e i falsi che aveva assunto proporzioni preoccupanti nelle pratiche di affidamento degli appalti autostradali. Le accuse contestate sono corruzione, turbativa d’asta e falso, e i riflettori sono puntati anche sul rapporto tra appalti pubblici e sicurezza sui cantieri. L’attenzione investe non solo gli aspetti economici ma direttamente la vita quotidiana dei lavoratori. Gli sviluppi della vicenda saranno decisivi per capire come si evolverà la situazione in una zona già sensibile per questioni ambientali e sociali legate ai grandi lavori pubblici.

Change privacy settings
×