Nel comune di massa Lubrense, un controllo dei carabinieri forestali ha portato alla scoperta di lavori edili irregolari in un’area vincolata sotto il profilo ambientale. Sono emerse opere realizzate senza alcuna autorizzazione, con conseguenti denunce e sequestri. La vicenda evidenzia come interventi illegittimi possano compromettere territori protetti, con rischi anche per la stabilità del suolo.
Controllo dei carabinieri sulla zona di monticchio
I carabinieri del gruppo forestale di Castellammare di Stabia hanno avviato l’ispezione su segnalazioni riguardanti lavori in corso nella località monticchio di massa Lubrense. Qui veniva effettuato lo sbancamento del terreno per creare un percorso sterrato, lungo circa 21 metri e largo 3, pensato per permettere il passaggio di mezzi meccanici. Il sopralluogo ha rivelato come il tracciato fosse stato realizzato a scopo funzionale per raggiungere una struttura in fase di realizzazione poco distante. Entrambi gli interventi risultavano assenti da qualsiasi tipo di permesso e autorizzazione comunale o ambientale.
L’area in questione è sottoposta a vincoli ambientali specifici, che ne limitano fortemente i lavori e le modifiche. Lo sbancamento e la costruzione tipo capanno con pali di castagno e teli in nylon, erano stati avviati senza alcun rispetto delle normative vigenti. La zona necessita di trattamenti particolari per la salvaguardia dell’ecosistema e del suolo, ma questo non è stato rispettato dai responsabili.
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La struttura abusiva e la sua natura
La costruzione individuata è composta da pali in legno di castagno e coperta parzialmente da teli in nylon. Misura circa 60 metri quadri e appare una soluzione rudimentale, in corso di edificazione ma già funzionante come riparo o deposito per mezzi o materiali. La destinazione d’uso ufficiale non è chiara, ma il fatto che venga utilizzata come base operativa o magazzino rende necessaria la regolarizzazione, cosa completamente assente.
La realizzazione a ridosso di un’area protetta provoca un impatto visivo e ambientale rilevante, dovuto alla modifica del terreno e all’utilizzo di materiali non conformi. La zona presenta peculiarità sotto il profilo naturalistico, e ogni intervento dovrebbe essere autorizzato dagli enti competenti per tutelare flora, fauna e stabilità dei versanti circostanti.
Le denunce agli autorizzatori delle opere abusive
Dopo l’accertamento dell’assenza di documentazioni, i carabinieri hanno denunciato all’autorità giudiziaria due persone residenti a massa Lubrense, un uomo di 71 anni e una donna di 62. Sono ritenuti responsabili della realizzazione delle opere abusive in quanto proprietari o committenti delle stesse. Le accuse vanno dalla violazione delle norme urbanistiche al deturpamento delle bellezze naturali, reati previsti e puniti dal codice penale.
Questa azione legale rappresenta un intervento immediato volto a fermare l’espansione di cantieri non autorizzati in aree protette. I denunciati rischiano sanzioni amministrative, penali e l’obbligo di ripristino dello stato dei luoghi, con costi a proprio carico per garantire la tutela dell’ambiente.
Sequestro e verifica del potenziale danno al territorio
I militari hanno posto sotto sequestro sia la rampa sterrata sia la struttura in costruzione. Anche l’intera superficie su cui sono stati fatti gli interventi, sottoposta a vincolo ambientale, è stata sequestrata per poter effettuare approfondimenti tecnici. Lo scopo è accertare eventuali danni al territorio, specialmente sotto il profilo idrogeologico, dove movimenti di terra e sbancamenti possono alterare la stabilità dei versanti e il deflusso delle acque.
Questi controlli permettono di valutare l’impatto dell’opera abusiva sull’equilibrio naturale, elemento fondamentale per territorio come quello di massa Lubrense, caratterizzato da paesaggi fragili e tutelati per la loro importanza ecologica. Ulteriori rilievi saranno quindi necessari per capire se la situazione richieda interventi di messa in sicurezza o bonifica.
La vicenda mette in evidenza quanto sia delicato agire in aree protette senza permessi e controlli adeguati. Le forze dell’ordine continuano a vigilare per impedire ulteriori danni e garantire il rispetto delle norme italiane e regionali sul territorio.