Lo stabilimento della beko europe a fabriano, in provincia di ancona, ha deciso di fermare l’attività per tutta la settimana fino al 27 giugno compreso. Questa sospensione coinvolge i dipendenti che già usufruiscono della cassa integrazione per affrontare le difficoltà del mercato degli elettrodomestici, settore che attraversa una fase complicata da anni senza segnali di ripresa. Le organizzazioni sindacali chiedono rapide risposte sul piano industriale triennale firmato al ministero delle imprese e del made in italy, che prevede investimenti e misure per sostenere il futuro del sito produttivo.
Chiusura e cassa integrazione a fabriano: gli sviluppi recenti
L’ultimo stop produttivo ha preso il via il 22 giugno e si protrarrà fino al venerdì 27 giugno 2025. Tutti i lavoratori dello stabilimento di melano, frazione di fabriano, hanno temporaneamente sospeso il lavoro. La produzione di piani cottura a gas, elettrici e a induzione destinati all’area emea è ferma. Per i dipendenti si attiva la cassa integrazione, strumento impiegato da mesi per sostenere le maestranze davanti alla contrazione del mercato.
Un blocco lungo ma non isolato
Questo blocco lungo, definito verticale, non rappresenta un caso isolato, ma un episodio che ripete una situazione già vissuta in precedenza negli ultimi anni. Le difficoltà del settore degli elettrodomestici pesano sullo stabilimento, causando una riduzione della produzione e del lavoro. La cassa integrazione rappresenta l’unico ammortizzatore utilizzabile in questo momento per evitare licenziamenti immediati e mantenere un legame contrattuale con i lavoratori.
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La crisi del settore elettrodomestici e le richieste dei sindacati
La crisi in cui versa il comparto coinvolge tutto il settore e non accenna a regredire. Questo rende urgente trovare soluzioni che possano dare respiro all’azienda e ai lavoratori. I sindacati di categoria, fiom, fim e uilm, continuano a premere per vedere attuato con rapidità il piano industriale triennale. Il documento, sottoscritto al ministero delle imprese e del made in italy, contiene misure importanti. Tra queste, quasi 62 milioni di euro di investimenti dedicati ai processi produttivi, ai prodotti e alla ricerca e sviluppo.
Investimenti per efficienza energetica
Nel piano sono previsti anche interventi per migliorare l’efficienza energetica dell’impianto e l’installazione di pannelli solari. I sindacati sottolineano che queste azioni devono andare avanti senza indugi per assicurare la tenuta del sito produttivo e la salvaguardia dei posti di lavoro. La richiesta principale è che si acceleri nella realizzazione di queste misure, in modo da invertire la traiettoria negativa che perdura ormai dal 2021.
Esuberi e ammortizzatori sociali: la situazione dei lavoratori beko
Al momento, la proposta che si aspetta dal ministero riguarda la tipologia di ammortizzatore sociale da adottare per accompagnare i lavoratori in questa fase. Sono stati calcolati 64 esuberi tra gli operai dello stabilimento di melano, mentre potrebbero arrivare fino a 207 le posizioni in esubero negli uffici centrali di via aristide merloni e nel centro ricerca di via campo sportivo a fabriano.
Accordo tra sindacati e azienda esclude licenziamenti unilaterali
L’accordo firmato tra sindacati e azienda esclude licenziamenti unilaterali. Le uscite, infatti, dovranno avvenire solo attraverso incentivi economici che possono arrivare fino a 90 mila euro, importo differenziato sulla base dell’età anagrafica dei dipendenti. L’obiettivo è evitare decisioni prese dall’azienda senza consultazione e trovare soluzioni condivise attraverso incentivi volontari.
Al tempo stesso, per mitigare l’impatto, l’accordo prevede l’uso del contratto di solidarietà fino al 31 dicembre 2027. Questo strumento riduce l’orario di lavoro senza licenziamenti e garantisce l’occupazione. Inoltre, sono previsti percorsi di prepensionamento con un anticipo fino a quattro anni sull’età pensionabile per agevolare le uscite volontarie.
Il futuro dello stabilimento e le prospettive di fabbisogno lavoro
Nonostante l’attuale emergenza, beko europe mantiene la volontà di tenere aperto e operativo lo stabilimento di fabriano. Le misure del piano industriale puntano a rinnovare i reparti produttivi con nuove tecnologie, e a supportare la ricerca per creare prodotti più allineati alle richieste del mercato europeo.
Gli strumenti di sostegno al lavoro adottati in questa fase sono concentrati su soluzioni di mantenimento del personale e accompagnamento alle uscite. Lo scenario rimane però in continua evoluzione. Il confronto tra azienda, sindacati e ministero sarà determinante per stabilire tempi e modalità di gestione del personale. I lavoratori restano in attesa di avere risposte concrete per capire se potrà iniziare la fase di rilancio oppure se si dovranno affrontare nuove chiusure o riduzioni.
Un anno decisivo per la fabbrica di fabriano
Il 2025 si mostra quindi come un anno decisivo per la storica fabbrica di fabriano, costruita attorno al settore degli elettrodomestici e in lotta contro il calo di produttività. La situazione dei prossimi mesi sarà seguita con attenzione dalle organizzazioni sindacali e dagli enti territoriali coinvolti nel sostegno allo sviluppo dell’economia locale.